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Fratoni e Bramerini pari sono se si tratta di tranquillizzare sulle emissioni geotermiche in Amiata -replica e controreplica-

fratoni-bramerini-a-metaL’Assessora regionale all’Ambiente, Federica Fratoni, ha commesso ieri, 24 novembre 2016 in occasione della presentazione dei dati Ars e Arpat, gli stessi errori della sua precedente Assessora Annarita Bramerini, che nel 2010 commentò  positivamente (1) i dati dello Studio epidemiologico sulle popolazioni dell’Amiata, dicendo che tutto andava bene. Se a distanza di sei anni stiamo ascoltando la necessità di nuovi accertamenti sulla salute delle popolazioni dell’Amiata, ma i dati non sono stati forniti, bisognerebbe che quanti allora hanno cercato e cercano oggi di rassicurare le popolazioni facciano oggi una doverosa autocritica, poiché anche allora, se si fossero lette tutte le indagini, si doveva commentare diversamente tali dati.

Infatti, le Conclusioni Generali dello Studio del CNR/ARS del 2010 sono state illogiche e contraddittorie ,quando hanno definito “rassicuranti” i risultati evidenziati.

Lo Studio del 2010 dimostra nella sua Sez.A, dedicata all’analisi dell’Ambiente, che le centrali geotermiche dell’Amiata emettono in atmosfera molti più inquinanti pericolosi e in quantità consistente e con “caratteristiche tossicologiche pericolose” per la salute umana, come riporta l’ARPAT, quali l’Arsenico, il Mercurio ecc. Tali emissioni sono pertanto certe, documentate e nella terminologia della logica sono “vere”. La stessa Delibera di Giunta Regionale Toscana 344/2010, evidenzia in più parti la diversità dei fluidi estratti in Amiata e la loro maggiore pericolosità, rispetto ad altri territori toscani.

Nello stesso Studio c’è una parte molto importante nell’ Allegato 6 dal titolo significativo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi delle mortalità” dove sono state individuate e registrate ben 54 (!!!) relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali nei residenti dei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti (AS, Hg ecc.), presenti e misurate nei comuni geotermici in concentrazioni crescenti. Tali concentrazioni crescenti di inquinanti sono in una relazione vera, secondo logica statistica, con gli incrementi di rischio per malattie mortali e spiegavano quel +13% di mortalità registrato.

Ci aspettavamo che tale elaborato fosse ieri aggiornato, anche perché nello studio del 2010 i dati circa i malati e ricoverati non sono geo referenziati rispetto ai punti geografici di emissione delle centrali geotermiche, ma dati comunali. Inoltre essendo l’Allegato 6 l’unico elaborato dello Studio che mette in relazione i dati sanitari registrati con le concentrazioni di diversi inquinanti, sembra assolutamente necessario che venga aggiornato.

E invece ieri l’Assessore Fratoni non ne ha voluto parlare e allora diciamo apertamente che il mancato aggiornamento di tale Allegato 6 è una carenza grave e voluta.

Tanto più che l’Ars aveva già pubblicato, nel novembre 2015, un aggiornamento dei dati di mortalità e ospedalizzazione che sostanzialmente CONFERMAVANO la grave situazione descritta nello Studio Epidemiologico: “l’aggiornamento […] conferma sostanzialmente le criticità degli indicatori di salute rilevati nell’Area geotermica Sud […] Sostanzialmente invariato l’eccesso di tumori […] Si conferma anche nell’ultimo periodo la problematica delle malattie respiratorie, sia dai dati di mortalità che di ricovero, in entrambi i generi. […] Si conferma ancora il dato sull’eccesso di mortalità per i sintomi e stati morbosi mal definiti, sia nei maschi che nelle femmine”

Altro punto ignorato dalla regione Toscana è quello relativo ai danni causati dalle emissioni di Ammoniaca che è ormai universalmente riconosciuto come un precursore del particolato secondario inorganico PM 10 e PM 2,5, i cui effetti sono nocivi sia per la salute umana che per l’ambiente.

Il Rapporto CAFE (Clean Air For Europe), dimostra che le emissioni di ammoniaca contribuiscono in modo significativo alla formazione di particolato secondario in atmosfera (PM 10), per circa il 20% in massa. Relativamente a queste emissioni i dati dell’Inventario regionale IRSE al 2010 evidenziano come il contributo di detto inquinante prodotto dall’attività geotermoelettrica (in particolare quella dell’area amiatina, dove le emissioni sono maggiori rispetto alle altre zone geotermiche tradizionali) rappresenti il 51% del totale.

Il recente studio di F. Paulot e D. J. Jacob, – i cui risultati sono confermati anche in una recensione di Erik Stokstad apparsa sulla prestigiosa rivista “Science” – evidenzia una precisa correlazione scientifica tra le emissioni in aria di ammoniaca, PM 10 secondario e impatto sanitario.

Lo studio documenta anche quelli che sono i costi sanitari delle emissioni di ammoniaca, quantificati in 100 dollari al Kg. Anche il CAFE aveva valutato nel 2005 i danni specifici generati dall’ammoniaca per l’ITALIA quantificando il costo medio dell’emissione di NH3 in 20,5 euro/Kg, il danno prodotto dalla sola centrale di Bagnore 3, tenuto conto dei dati delle emissioni del 2007, pari a 1.272 ton./anno corrisponderebbe a € 26.076.000.

I danni generati dall’ammoniaca specifici per l’Italia sono oggi evidenziati nell’articolo Geotermia d’impatto di Riccardo Basosi e Mirko Bravi pubblicata dalla Rivista QualEnergia del giugno/luglio 2015. I due studiosi, evidenziano quindi le enormi quantità di ammoniaca (NH3) e di acido solfidrico (H2S) emesse in Toscana dalle centrali geotermoelettriche, in particolare da quelle del Monte Amiata, e gli alti costi per i danni che ne derivano secondo lo studio di Pulot e di Jacob ed il rapporto CAFE.

Evidentemente alla Regione Toscana non interessano questi dati.

 nota (1): La stampa il 28 novembre 2010, giorno successivo la presentazione dello Studio, è uscita con questi titoli:<Amiata indagine sullo stato di salute dei cittadini “Geotermia, dagli studi non emergono rischi sanitari”> (La Nazione); <L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica “La geotermia non uccide” Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute> (Il Tirreno)


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Replica l’assessora Federica Fratoni

da QuiNewsAmiata:

Geotermia, ‘I dati Arpat contestati sono del 2007’
“Studio Ars basato su metodi nuovi. Quanto ai dati Arpat contestati, risalgono al 2007. I comitati si aggiornino”, lo precisa l’assessora Fratoni

AMIATA — L’assessora Federica Fratoni risponde al comitato Sos Geotermia dopo le loro critiche allo studio stesso. 
Uno studio nuovo fondato su metodi nuovi che consente di fare considerazioni più solide. Questo è lo studio epidemiologico di Ars finalizzato ad approfondire lo stato di salute degli amiatini e le relazioni con i vari fattori di rischio presentato il 24 novembre scorso, e non uno studio illogico e contraddittorio.
“I nuovi studi costituiscono un salto di qualità dal punto di vista metodologico rispetto alle analisi descrittive raccolte nel report del 2010 redatto insieme al CNR” – dice Fratoni.
In particolare proprio sull’allegato 6, ARS ha chiarito che “quelle analisi, per come impostate, avevano dei forti limiti metodologici, che peraltro erano stati ben descritti nello stesso report 2010 e dei quali si deve tener conto nell’interpretazione dei risultati. Nello studio dell’allegato 6, infatti, sia i dati ambientali che quelli sanitari erano aggregati a livello comunale, cioè per ciascun comune si contano gli eventi sanitari e a tutti i cittadini indistintamente si associava l’esposizione derivante da un dato comunale di qualità dell’aria, acqua o suolo.”
Fratoni spiega: “Negli studi presentati il 24, invece, si sono correlate le concentrazioni misurate nel corpo di un campione di persone, nel sangue e nelle urine, con la storia clinica individuale di ciascuno. Un approccio completamente diverso, molto più informativo che consente di fare considerazioni più solide, motivo per cui ARS non ritiene ragionevole l’aggiornamento dell’allegato 6, che costituirebbe al contrario un passo indietro nel percorso di studi che si sta portando avanti.
Oltre alle presentazioni dell’incontro del 24 già disponibili online, ARS pubblicherà a breve sul portale dedicato al tema “Geotermia e Salute” documenti più estesi che riepilogano i metodi applicati e i risultati ottenuti con i nuovi approfondimenti, oltre a tutti gli aggiornamenti sulle altre attività in corso.
Quanto ai dati Arpat, “i dati riportati dai comitati – prosegue Fratoni – sono superati, perché riferiti al 2007 e non tengono conto quindi dell’installazione di un sistema di abbattimento dell’ammonica sulle due centrali Bagnore 3 e Bagnore 4 che riduce drasticamente le quantità emesse da ciascuna centrale, di un ordine di grandezza”.
A partire dal 2015, le misure ARPAT hanno registrato infatti una emissione media delle due centrali di circa 25 kg/h. L’esposizione della popolazione a questo inquinante è stato verificata con lo studio decritto nella presentazione ARPAT il 24 novembre scorso che dimostra concentrazioni in aria di ammoniaca comprese fra i valori 2 – 20 µg/m3, ovvero mediamente inferiori di circa 6 volte rispetto al limite di cautela sanitaria, che è di 70 µg/m3.
Si concorda sul fatto che l’ammoniaca è un precursore del particolato PM10 secondario e che, in effetti, esiste una correlazione scientifica tra le emissioni di ammoniaca e il particolato secondario. Il fatto, però, è che i dati disponibili relativi alle misure svolte dalla centralina ENEL presente in Loc Merigar (Arcidosso), luogo molto vicino alle due centrali Bagnore 3 e Bagnore 4, dimostrano livelli bassi di PM10, con valori che si avvicinano al valore di fondo regionale.”
Conclude Fratoni: “I livelli bassi di PM10, sono confermati anche da misure ARPAT svolte, in altro ambito, nella zona geotermica di Piancastagnaio, con concentrazioni che, anche in questo caso, si attestano poco oltre il valore di fondo regionale, monitoraggio che è a tutt’oggi in corso”.

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Controreplica di Sos Geotermia

Geotermia in Amiata, meno male che Fratoni c’è
Se i dati Ars e Arpat di 15 anni non le bastano e vuol fare altri studi, li faccia pure, ma nel frattempo blocchi le centrali in base al principio di precauzione

Ars e Arpat, nonostante tutti gli sforzi, nei monitoraggi e negli studi pubblicati fino ad oggi non hanno potuto tacere di fronte alle tonnellate di inquinanti emesse dalle centrali Enel e all’aumento “statisticamente significativo” della mortalità ed altre patologie causate anche dalle emissioni geotermiche.
Dopo lo Studio epidemiologico del CNR del 2010, rivisto nel 2012 e confermato nei contenuti nel 2015, oggi l’assessora Fratoni ci viene a raccontare che quello non è abbastanza “solido” per cui azzeriamo tutto e ricominciamo daccapo con un nuovo studio per fare “un salto di qualità dal punto di vista metodologico rispetto alle analisi descrittive raccolte nel report del 2010”, e anche “ARS non ritiene ragionevole l’aggiornamento dell’allegato 6, che costituirebbe al contrario un passo indietro nel percorso di studi che si sta portando avanti”.
Traducendo: lo studio epidemiologico sul quale abbiamo lavorato per più d’una decina d’anni (a spese ,nostre, peraltro) non vale più, è superato, quindi non possiamo e non vogliamo aggiornare i dati di mortalità, ma fra 10/15 anni anni vedrete finalmente i risultati.
Ribadiamo che l’Allegato 6 è l’unica parte dello Studio CRN che mette in relazione concentrazioni crescenti di inquinanti misurate sui luoghi dell’Amiata con le quantità di malattie mortali contate sugli stessi luoghi, per cui solo se viene migliorato mantenendo l’analisi della stessa correlazione è accettabile, non cancellando decenni di studi.
Quanto ai dati sulle emissioni in aria è vero che con nuove tecniche sono teoricamente possibili forti abbattimenti ma:

1) tali tecniche non incidono su tutte le emissioni inquinanti e tossiche come arsenico, boro, radon, ecc. e sull’effetto cumulativo, di cui era stato promesso uno studio ;

arpat-12) per la sola ammoniaca i dati di ARPAT (Marzo 2015, vedi la lettera dell’Arpat a lato o scaricala in pdf) forniscono valori di 38,5 kg/h (Bagnore 3) e 51.1 kg/h (Bagnore 4), quindi più del triplo di quelli riportati dall’assessora Fratoni per le sole centrali di Santa Fiora (ma non di tutta l’Amiata), cioè 89,6 kg/h contro i 25 kg/h, che significano 785.000 kg all’anno e un costo sanitario annuo aggiuntivo, stimato dalla CEE (Report Cafe) pari a più di 16 milioni di euro/anno!! (a titolo didattico, comunque anche i 25 kg/h dell’assessora Fratoni ammonterebbero comunque a 219.000 kg all’anno con un costo sanitario annuo, secondo gli stessi parametri, pari a 4 ,5 milioni di euro/anno);

3) i dati degli anni passati da noi usati arpat-2per il 2007 e 2010 hanno prodotto comunque morti aggiuntive, che dovevano e potevano essere evitati;

4) noi abbiamo riportato dati prodotti in studi molto autorevoli, pubblicati e validati dalla comunità scientifica internazionale (*) e, se ARS e ARPAT vogliono contestarli, che pubblichino anche loro sulle stesse riviste e si espongano alla verifica scientifica, invece che presentare promesse a futura memoria.

Alla fine, il 24 novembre a Firenze, dietro gli imbarazzi di fronte alle contestazioni di Sos Geotermia, abbiamo capito che per l’assessora Fratoni, e quindi per l’intera giunta Rossi,arpat-3 l’importante è prender tempo e non rispondere, ma questo era assodato da un pezzo, anche se cambiano gli assessori non cambia la strategia.

Se invece l’assessora Fratoni vuole davvero verificare e approfondire quanto emerso da oltre 15 anni di studi e ricerche, lo faccia pure e sarà anche condivisibile, ma riconosca, se non i danni, almeno i rischi accertati dagli studi precedenti e fermi le centrali in base al principio di precauzione con una moratoria generale fino ai risultati dei nuovi studi.
Il resto sono chiacchiere.

(*) – F. Paulot e D. J. Jacob, Hidden Cost of U.S Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions, in “Environmental Science & Technology”, XII, 2013;

M. Bravi e R. Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production” dicembre 2013;

– R. Basosi e M.Bravi, Geotermia d’impatto, pubblicato sulla rivistaQualEnergia” del Giugno/Luglio 2015.

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