Per il Giudice di Pace di Firenze c’è difetto di autorizzazione nella querela presentata dall’ex-assessore regionale Bramerini per il tramite dell’avvocatura regionale. Per il Pubblico Ministero “il fatto non costituisce reato. Critica accesa, ma non lesiva di interessi”. Chi pagherà le spese?
Grosso scivolone della Regione Toscana e, nello specifico, dell’ex assessore all’Ambiente e all’Energia Annarita Bramerini, che nel dicembre 2010 denunciava per diffamazione quattro attivisti antigeotermici del monte Amiata, colpevoli di avere “offeso la sua dignità e onorabilità” con l’invio di mail di critica della geotermia amiatina e dell’operato della Regione, in vista del rilascio della VIA relativa al Piano di riassetto di Piancastagnaio.
Ebbene, il Giudice di Pace di Firenze, dottor Virzì, nella prima udienza di mercoledì 22 luglio, ha accolto l’eccezione processuale presentata dal difensore dei quattro “incriminati”, avvocato Beatrice Pammolli, ritenendo che la Bramerini, avendo presentato querela nella veste di assessore all’Ambiente (e “non in proprio” come si legge testualmente nella denuncia), avrebbe dovuto essere autorizzata dalla giunta regionale, organismo di cui faceva parte in quel momento! Da ciò deriverebbe un difetto di legittimazione alla presentazione di tale atto e quindi l’invalidità della querela dell’assessore, peraltro presentata utilizzando il patrocinio dell’avvocatura regionale costituita da ben due avvocati (quando il codice di procedura ne prevede solo uno), e quindi il venir meno della condizione di procedibilità, ragion per cui il Giudice ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela.
Ma non solo: il Pubblico Ministero, entrato direttamente nel merito della denuncia, accogliendo di fatto le tesi che la difesa aveva già esposto anche nei propri precedenti atti difensivi, ha affermato che “il fatto non costituisce reato, trattandosi di una critica, seppur accesa, non lesiva di interessi”. Ed ha aggiunto come la mail incriminata, con i suoi toni – seppur forti – rappresenti la “manifestazione di una opposta visione, critica, ma non lesiva della dignità altrui”, nemmeno di un personaggio pubblico, come l’assessore Bramerini, che per un fatto del genere ha addirittura “scomodato due avvocati della avvocatura regionale”. Il tutto in un’ aula, dove si celebravano anche altre udienze e nella quale serpeggiava un certo fastidio per un uso “disinvolto” e forse improprio degli organi della magistratura e dell’avvocatura pubblica, per questioni di questo tipo.
La Bramerini, forse convinta di aver fatto la cosa giusta querelando chi critica la geotermia in Amiata (atteggiamento questo che è apparso, per il contesto e le modalità, sin da subito uno strumento di coercizione e repressione della democrazia e che è stato prontamente criticato da importanti esponenti del mondo delle associazioni ambientali, di volontariato ed anche istituzionali), la mattina dell’udienza si è addirittura costituita parte civile – ma senza presenziare personalmente – per il tramite dei due avvocati della Regione che avevano autenticato la querela (circostanza contestata dalla difesa e rilevata dal Giudice stesso, visto che la parte civile può stare in giudizio con la presenza di un solo avvocato) ed ha chiesto un risarcimento pari a 20.000 euro da devolvere ad associazioni di volontariato! Male per lei, perché i due avvocati della Regione, forse pretenderanno pure di essere pagati da qualcuno e, stando all’esito del giudizio, quel qualcuno non possono certo essere i cittadini toscani né tanto meno i querelati, che dovranno invece essere risarciti per le spese ingiustamente sostenute per la propria difesa. Confidiamo nel fatto che la Magistratura contabile prenda atto di questa situazione e rimetta il conto a chi di dovere!
Se qualcuno pensava di tacitare i comitati e i cittadini dell’Amiata, sia in questo caso come anche negli altri giudizi che ancora pendono dinnanzi ad altri organismi della Magistratura, si sbagliano di grosso. La lotta per la difesa della salute e della nostra terra non si fa comprare né intimorire. E con essa la lotta contro gli evidenti sprechi, costituita da quello che ci è sembrato un uso non proprio degli apparati regionali.