Archivio mensile:Marzo 2019

GRANDE MANIFESTAZIONE A ROMA IL 23 MARZO 2019. NOI CI SIAMO! -foto-

100.000 PERSONE IN RAPPRESENTANZA DELLE LOTTE NEI TERRITORI, VERO MOTORE PER UNA SOCIETA’ PIU’ GIUSTA ED ECOSOSTENIBILE. FOLTA PRESENZA CONTRO LA GEOTERMIA ELETTRICA SPECULATIVA E INQUINANTE

 

 

La grande manifestazione di Roma, presentata dai nostri avversari come l’insieme di quelli che sanno dire solo dei NO aprioristici alle grandi opere, è stata invece un insieme di realtà solo territorialmente separate, ma legate in modo indissolubile dalla necessità di riaffermare la difesa del bene comune, individuando le alternative concrete, possibili e preferibili agli interessi di lobby affaristiche, che negli ultimi decenni, hanno avuto la possibilità di appropriarsi delle risorse ambientali per soddisfare i loro singoli interessi.

Quindi sono sfilati a Roma i tanti Si, che però sono insopportabili alle lobby padronali, capaci di condizionare anche l’informazione, con un livello di falsità che mai si è verificato prima nel nostro paese.

Così come il popolo della Val di Susa ha aperto il corteo di Roma per ricordare come la democrazia prima e poi la scienza siano state occultate, quando quella popolazione ha detto dei No e quando hanno dimostrato con i numeri la inutilità della TAV, altrettanto i Comitati contro la Geotermia elettrica speculativa e inquinante hanno voluto riaffermare il Si all’utilizzo del calore geotermico nelle abitazioni, con le pompe di calore, e ricordare la truffa legalizzata dai Governi, che hanno distribuito gli incentivi pubblici, destinati alle fonti energetiche pulite, assegnandoli a gestori di impianti che inquinano più delle centrali a combustibili fossili, rovinando la salute e l’ambiente.

Aver partecipato alla manifestazione di Roma ha rafforzato la nostra consapevolezza di essere parte di quel popolo che con abnegazione e generosità si contrappone alla rapina dei beni ambientali e rivendica per tutti il diritto costituzionale alla salute.

RETE NAZIONALE NOGESI – NO GEOTERMIA ELETTRICA SPECULATIVA E INQUINANTE

[ngg src=”galleries” ids=”5″ display=”basic_thumbnail”]


Leggilo su:

La Nazione 28/3/19

 

 

 

 

Il Tirreno 27/3/19

 

 

 

 

 

 

 

Orvietonews.it

Roma, 23 marzo 2019, Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili. La Toscana c’è!

APPELLO AGLI ADERENTI ALLA RETE NAZIONALE NOGESI CIRCA LA MANIFESTAZIONE A ROMA DEL 23 MARZO 2019

 

 

IL 23 MARZO MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LE GRANDI OPERE, CONTRO LA GEOTERMIA ELETTRICA SPECULATIVA E INQUINANTE, CONTRO GLI INCENTIVI ALLA GEOTERMIA!

ROMA –PIAZZA ESEDRA, CONCENTRAMENTO ORE 14.00-
FINO A PIAZZA S.GIOVANNI

IL 15 MARZO 2019 E’ STATA UNA GIORNATA MEMORABILE PER LA SALVEZZA DEL PIANETA, CON LA GIOVANISSIMA GENERAZIONE CHE COMINCIA A DIVENTARE PROTAGONISTA DEL FUTURO.
ORA TOCCA A SABATO 23 MARZO, RAFFORZARE IN ITALIA LA MOBILITAZIONE PER CONTRIBUIRE A QUESTA GLOBALE OPERA MERITORIA, CHIAMANDO A RACCOLTA TUTTE LE RESISTENZE TERRITORIALI E LA CITTADINANZA ATTIVA, AGENDO DA SUBITO PER INVERTIRE LA CATASTROFE IMMINENTE E PER CAMBIARE IL SISTEMA.

Numerosi passi in avanti sono stati compiuti contro la geotermia elettrica speculativa e inquinante.
Nell’Umbria, a Castel Giorgio, dopo 8 anni di resistenza dei comitati sostenuti da 45 sindaci del territorio umbro-laziale la vicenda della geotermia è da alcuni mesi all’esame del Consiglio dei Ministri.
Nel Lazio per la seconda volta il Consiglio Regionale ha deliberato la “moratoria geotermica” in attesa della elaborazione- a cura della Università di Roma 3- delle carte idro-geo-termiche per la geotermia a bassa, media ed alta entalpia. Tale carta è stata consegnata alla fine dell’anno, ma non è stata ancora approvata dalla Giunta Regionale. Comunque la “moratoria” scadrà i primi di aprile 2019 e quindi è necessario riprendere la mobilitazione.
In Toscana il Consiglio Regionale ha varato il 30 gennaio 2019 una nuova legge sulla geotermia, finalizzata possibilmente a prendere gli “incentivi”, ancora in discussione da parte del MISE. In preparazione di ciò il Consiglio Regionale – su richiesta della Rete Nazionale e dei gruppi di opposizione ha audito i maggiori esperti in tema di geotermia che hanno sostenuto come le norme contenute nella legge sono limitate e inadeguate per la mancanza dei limiti alle emissioni di molti inquinanti, mancanti dell’obbligo della misurazione in continuo degli inquinanti in uscita dagli impianti e superate nelle tecnologie ammesse, che sono le più inquinanti oggi esistenti.
Ma ben 30 sindaci su 51 interpellati dalla Regione Toscana in occasione delle “aree non idonee alla geotermia (cosiddette ANI) hanno dichiarato che i territori amministrati da loro sono da considerare anti-geotermici. Nonostante i lucrosi incentivi forniti alla amministrazioni comunali si fa strada –anche in Toscana, l’unica regione allo stato che sfrutta la geotermia- che la geotermia non comporta ricchezza, ma solo inquinamento e problemi di salute tra i cittadini. Con questi sindaci è iniziato un lavoro di coinvolgimento, tenendo conto delle prossime elezioni amministrative.
Se questa è la situazione nei territori la Manifestazione di Roma del 23 marzo è una occasione per mostrare la vitalità del movimento anti-geotermico, all’interno del più generale movimento contro le grandi opere, la distruzione del Pianeta.

SIAMO ANCORA IN TEMPO!

Rete Nazionale NOGESI

Geotermia e incentivi. NoGESI scrive a Crippa (Mise)

All’On. Davide Crippa, Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico

e, p.c.:
On. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Luigi Di Maio, Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico-
Dr.ssa Elena Lorenzini, Vice Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico;
On. Dario Tamburrano, On. Federica Daga, On. Gabriele Lorenzoni, Cons. Andrea Liberati, Cons. Silvia Blasi

Oggetto: Incentivi alla Geotermia. Valutazioni della Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) nonché cortese richiesta di incontro.

Egregio Sottosegretario Crippa,
Sappiamo che la “DG Concorrenza” della Unione Europea ha avanzato nei giorni scorsi rilievi al Governo Italiano circa il decreto FER1, inviato alla UE per valutazione. Per quanto riguarda in particolare la geotermia si dice di “…chiarire se la tipologia di costi della geotermia convenzionale giustifichi la sua classificazione ai sensi della bozza di decreto”. E continua: “A tal riguardo, la Commissione precisa che il considerando 46 sopra-citato è solamente un’indicazione sugli indirizzi futuri della Commissione. Il geotermico è, ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 stessa (articolo 2, punto 1), una fonte rinnovabile, la cui produzione è computata insieme alle altre fonti rinnovabili nel raggiungimento degli obiettivi 2030 (articolo 7)”.

Infatti giustamente “il decreto FER1 menziona il considerando 46 della Direttiva (UE) 2018/2011″ (che dice che “… Ciononostante, a seconda delle caratteristiche geologiche di una determinata zona, la produzione di energia geotermica può generare gas a effetto serra e altre sostanze dai liquidi sotterranei e da altre formazioni geologiche del sottosuolo, che sono nocive per la salute e l’ambiente. Di conseguenza, la Commissione dovrebbe facilitare esclusivamente la diffusione di energia geotermica a basso impatto ambientale e dalle ridotte emissioni di gas a effetto serra rispetto alle fonti non rinnovabili.”).
Ma questa è la realtà almeno in Amiata, ove le centrali Enel inquinano (nota 1) più delle centrali a carbone e non corrisponde al vero che tutte le tecniche di sfruttamento geotermico sono pulite e rinnovabili in tutte le aree del paese. Non lo sono le centrali Enel in Amiata, che, a parità di elettricità prodotta, immettono in atmosfera più inquinanti delle centrali alimentate a combustibili fossili. A sostenere questa realtà scientifica sono i più autorevoli scienziati italiani del settore, come il prof. Riccardo Basosi dell’Università di Siena, che i Governi nazionali hanno dal 2013 ad oggi delegato a rappresentare l’Italia nei più prestigiosi organismi internazionali in materia di energia da fonti rinnovabili.

Lo sostiene anche Il Dipartimento di ingegneria dell’Università di Firenze, che quest’anno ha ottenuto dalla Unione Europea un finanziamento di 16 milioni per realizzare in Europa impianti a emissioni zero e per studiare gli impatti ambientali degli impianti presenti in Toscana. Dotare tali impianti di incentivi significa alimentare con provvigioni pagate dai cittadini sulla bolletta elettrica la produzione di gas climalteranti. Infatti lo stesso considerando 46 “individua che l’emissione di gas climalteranti dipende dalle caratteristiche geologiche di una determinata zona”.

Recentemente la Regione Toscana ha audito, su richiesta delle forze di opposizione in Consiglio Regionale e della Rete Nazionale NOGESI, i maggiori esperti in tema di geotermia (vedi allegato n. 1-geo. 2161, molto interessanti le considerazioni giornalistiche tra ENEL e Basosi in allegato n. 2- geo.1717), senza poi averne assunto le considerazioni evidenti in sede di emissione della nuove legge regionale del 30.01.2019, che si è preoccupata – pensando di farla franca per avere gli incentivi- di prescrivere una riduzione di almeno il 98% del livello di idrogeno solforato e di mercurio attraverso il sistema di abbattimento AMIS (prima era del 90%). Dal Verbale di tale audizione emerge che tali norme sono limitate e inadeguate per la mancanza dei limiti alle emissioni di molti inquinanti, mancanti dell’obbligo della misurazione in continuo degli inquinanti in uscita dagli impianti e superate nelle tecnologie ammesse, che sono le più inquinanti oggi esistenti. 
Sappiamo che Ella incontrerà il Governatore Rossi prossimamente e questa può essere l’occasione per far presenti queste cose.

Esaurita la disanima rispetto alla obsoleta tecnologia “flash”, non possiamo che ribadire quanto contenuto nella nota al Viceministro Galli (vedi allegato n. 3 -geo.2166bis) che ha giustamente risposto (vedi allegato n. 4- geo.2155) alle interrogazioni tese a incentivare la geotermia. Circa infatti la tecnologia “binaria” oltre all’opposizione nei territori di 5 regioni (Toscana, Lazio, Umbria, Campania e Sardegna) che ha impedito la realizzazione di tali impianti per ben 9 anni, è interessante quanto sostenuto nell’allegato n. 2- geo.1717, che per bocca dello stesso ENEL, (l’unico operatore che ha esperienza in Italia) la re-immissione dei gas incondensabili nel Centro Italia –ove sono locati la maggior parte degli impianti previsti- non è possibile, quindi la “ecologicità” decantata degli impianti binari è tutta da dimostrare.
Riteniamo, sulla scorta della nostra esperienza maturata in anni di contrasti e sostenuta da molti scienziati del ramo, che gli incentivi andrebbe riservati alla bassa entalpia (pompe di calore) che già nella passata legislatura le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività Produttive) in data 15.04 2015 avevano indicato, nella loro Risoluzione (vedi allegato n.5-geo.704) , come uno degli obiettivi da perseguire “favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano” ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione” (come gli scambiatori di pozzo (DBHE) e i generatori termoelettrici (TEG), che stanno facendo passi da gigante nei paesi all’avanguardia della tecnica come gli USA ed il Giappone.

Egregio Sottosegretario,
considerato che è compito del Governo stabilire gli importi dell’incentivazione, la posizione motivata della Rete Nazionale NOGESI rispetto agli incentivi alla geotermia è di negarli per quanto riguarda la tecnologia flash almeno per gli impianti nuovi che dovessero realizzarsi in Amiata, di negarli per i nuovi impianti della tecnologia binaria a media entalpia, di concederli per gli impianti di bassa entalpia (pompe di calore) ed alla ricerca e sviluppo della “geotermia di terza generazione”.
Vista la situazione prevedibile di rinvio della pubblicazione dei decreti FER1 e FER2 le chiediamo cortese incontro, già sollecitato con note del 25.09.2018 e del 7.12.2018.

Cordiali saluti,

Vittorio Fagioli, portavoce Rete Nazionale NOGESI

NOTE:

1). Lo scrive lo scienziato prof. Riccardo Basosi su Qual’ Energia giugno/luglio 2015 dal titolo: “Geotermia d’impatto, la geotermia italiana oscilla tra il free carbon e carbon free, ma è tecnicamente possibile diminuire l’impatto sull’ambiente”, a pag,97 si legge: “Dal punto di vista del potenziale di acidificazione, l’impatto derivante dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone di pari potenza elettrica”.

Geotermia toscana. Proposta sulle ANI, uno schiaffo ai territori e ai sindaci

Con l’informativa preliminare alla proposta di modifica del PAER, PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE, ai fini della definizione delle ANI, aree non idonee per la geotermia, presentata in Consiglio regionale Toscana il 12 marzo scorso (scarica qui), l’assessora Fratoni conferma che il “pacco” ai sindaci e ai territori è servito (qui il comunicato stampa regionale). Le volontà dei territori vengono calpestate, sarà sempre la Regione che avrà il potere decisionale, come il marchese del Grillo…

La Regione Toscana ci ha abituato a normative che nei contenuti smentiscono puntualmente i principi e le finalità dichiarate a premessa con grande enfasi. Questo è accaduto anche con la informativa sulle aree non idonee alla geotermia, presentata in Consiglio regionale dall’Assessora Fratoni. Infatti:

1- SUL CLIMA, si continua a prevedere altre centrali flash ad alta entalpia nei comuni già sede di tali impianti, definendole pulite e rinnovabili, capaci di contrastare il cambiamento climatico. E’ un falso scientifico, perché tali centrali inquinano e sono clima alteranti più delle centrali a combustibili fossili e in Amiata più delle centrali a carbone di pari potenza elettrica! Si vedano le dichiarazioni dei più autorevoli scienziati dell’Università di Siena e di Firenze a Verbale della audizione della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del 9.1.2019 in merito alle tecnologie flash in esercizio in Toscana, vecchie e superate, e sulla quota di riduzione delle emissioni del solo 10% di Co2, prevista dalla nuova normativa regionale!

2- SULLE ACQUE, tra i criteri di esclusione e non idoneità dei siti non c’è traccia della difesa delle falde idriche, perché la Regione Toscana è in omissione di legge per la non individuazione delle aree di ricarica delle falde idriche. Inoltre le centrali flash, che immettono in atmosfera ENORMI quantità di vapore d’acqua, non sono tenute a rispettare un bilancio idrico (altra omissione di legge) sito specifico. Anche per le centrali a ciclo binario, si continua a far finta di non sapere che le camicie di cemento, che inizialmente separano le falde idropotabili attraversate dai pozzi geotermici, sono poco durature, poiché la forte acidità dei fluidi e il normale movimento degli strati geologici le rendono fragili e instabili (vedi cosa ha detto il geologo prof.Borgia in audizione della suddetta Commissione Ambiente).Insomma siamo alla cultura da terzo mondo…

3-SUL PAESAGGIO, è scritto nel paragrafo 4 che: “Ad esempio, un impianto geotermico a reimmissione dei fluidi (ciclo binario), come la quasi totalità di quelli attualmente proposti nel territorio regionale, ha una taglia che non supera i 5 MW. Il suo impatto nel territorio è assimilabile a quello di un capannone industriale/agricolo”. Se a scrivere questa sciocchezza fosse uno studente, ci sarebbe da bocciarlo. Se è una Giunta regionale, c’è da rimanere senza parole. Se poi si aggiunge a conferma, che un impianto geotermico: ” può contribuire a consolidare e creare l’identità del paesaggio della geotermia” allora siamo alla mediocrità culturale senza possibilità di recupero;

4- SULLA DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE e rispetto di quanto indicato dai Sindaci e Giunte Comunali, è scritto: “Tanto più spiccata sarà la vocazione agricola, agrituristica o altro, e tanto più tale vocazione contribuirà (anche in termini dinamici) allo sviluppo del territorio, tanto maggiore dovrà risultare il contributo compensativo che l’attività geotermica dovrà garantire per insediarsi nel territorio”. Il che testimonia una cultura mercificatoria e molto mediocre (vedi dati socio-economici di miseria, vecchiaia e abbandono della alta Val di Cecina da cent’anni dedicata alla geotermia). Infine questa è la loro idea di partecipazione e democrazia: “In altri termini, con l’individuazione delle aree non idonee non viene esclusa in maniera assoluta la possibilità di agire, salvo segnalare che in quelle aree sarà relativamente più difficile ottenere le necessarie autorizzazioni“. Quindi ritengono le popolazioni locali costituite da sudditi settecenteschi, non da cittadini del novecento…

Sos Geotermia – Rete nazionale NoGESI


Leggilo su:

Il Cittadino online.it

Giorni di ordinaria follia geotermica

Incidenti sul lavoro, divieti di uso dell’acqua, nuove centrali flash, leggi regionali contro direttive del governo, Arpat al collasso, scioperi della fame e barricate: grande è il disordine sotto il cielo, ma la situazione è eccellente?

 

 

Apprendiamo dal comunicato del P.Carc (scarica qui) che il 22 febbraio scorso a Piancastagnaio un grave incidente è occorso a un operaio di una delle ditte di manutenzione; l’operaio è stato investito dal vapore bollente a causa di una valvola malfunzionante ed è stato ricoverato ai grandi ustionati di Pisa.
Nell’augurare una pronta guarigione al lavoratore coinvolto, non possiamo non denunciare anche tali incidenti come frutti avvelenati della geotermia.

Il 1 marzo scorso a Piancastagnaio il sindaco Vagaggini vieta l’uso potabile (anche dopo bollitura) dell’acqua nelle località Pietralunga, Capannacce, Casetta, Tre Case e Buca di Rocco (scarica l’ordinanza) perchè, a seguito di analisi della Az.USL 7 fatte il 26 febbraio, risultava l’arsenico oltre la soglia di legge (12 µg/l contro 10 µg/l); il giorno stesso da nuove analisi sembrerebbe che il valore rilevato sia sceso inspiegabilmente a 2 µg/l. Proprio il sindaco Vagaggini, in prima fila nelle recenti piazzate dei sindaci geotermici, è grande sostenitore del progetto PC6 Enel per un’altra centrale flash a Piancastagnaio ed è tra quelli che accusano i comitati di essere “…esaltati… …da denunciare per danni!”; consigliamo il sindaco di denunciare chi causa l’avvelenamento delle (ex) acque pure dell’Amiata e dare spiegazioni ai suoi cittadini dei repentini sbalzi dei valori di arsenico rilevati.

Da fine febbraio, stato di agitazione dei lavoratori dell’Arpat, l’agenzia regionale che dovrebbe -tra l’altro- garantire i controlli sulle centrali geotermiche; denunciano i sindacati che Arpat è sull’orlo del collasso a causa di un quadro nazionale incerto, ma soprattutto per politiche regionali miopi e scelte aziendali incomprensibili, che hanno determinato un progressivo depauperamento di risorse umane e strumentali e disastri sotto l’aspetto organizzativo ed operativo. Da anni… …la Regione impone ad Arpat ulteriori vincoli di bilancio…” e “…l’attuale Direzione di Arpat si limita ad assistere al progressivo disastro…”; apprendiamo che i tagli produrranno una diminuzione secca dei salari con le inevitabili ricadute sulla qualità e quantità di controlli.
La Regione Toscana da una parte approva una legge sulla geotermia fatta su misura per l’Enel al solo scopo di “prendere gli incentivi”, che non recepisce le richieste di più stringenti controlli sulle emissioni e dall’altra manda in malora l’Arpat che dovrebbe essere l’agenzia deputata a controllare e garantire cittadini e ambiente. Se uno più uno fa due, è chiara l’intenzione di Rossi: sì alla geotermia senza noiosi e burocratici controlli…
Tra l’altro la legge regionale sulla geotermia fa a pugni con le intenzioni del governo che già hanno escluso la geotermia dagli incentivi nel FER1 e, come sembra, dovrebbero escluderli anche dal FER2; in tal caso la legge regionale sarebbe solo una scatola vuota.

Proprio sulla partita degli incentivi la regione sostiene le proteste dei sindaci geotermici che promettono barricate e marcette su roma, minacciando finanche lo sciopero della fame come il sindaco Verruzzi di Montieri, prontamente sostenuto da Rossi. (leggi anche questo articolo)

I comitati intanto proseguono con le tante iniziative di informazione e di lotta per contrastare i nuovi progetti di centrali flash dell’Enel (Triana e PC6), augurandosi che il governo tenga fede a quanto finora dichiarato sugli incentivi da dare solo per le energie realmente rinnovabili, tra cui è ormai certo che non rientri la geotermia.

Rete nazionale NoGESI – Sos Geotermia


Leggilo su:

Il Cittadino online.it