Enel ammette di non poter rispettare i limiti, due università lo certificano, ma il Tar Toscana non raccoglie. Faremo ricorso al Consiglio di Stato, affinché sia fatta giustizia.
Smentite dal Tar due strutture universitarie toscane, quelle di Siena e Firenze, che con autonome e diverse pubblicazioni ci davano ragione sulle superate e illegali tecnologie in uso nelle centrali geotermoelettriche Enel in Amiata.
Incredibilmente non considerata la “ammissione” della stessa Enel, la lettera scritta nel 2011 alla Regione Toscana nientemeno che dall’Amministratore Delegato di Enel Green Power, ing. Montemaggi, il quale, dopo la fissazione da parte della Regione dei nuovi limiti di legge per le emissioni di Ammoniaca, richiesti dalla Comunità Europea, afferma che l’Enel, con le tecnologie scelte ed adottate in Amiata, non riesce a rispettare quei limiti ed esplicitamente proponeva un diverso limite più permissivo.
Ma la Comunità Europea, nel sollecitare limiti più restrittivi per le emissioni di Ammoniaca, ha giustificato tale scelta sulla base delle stime dei notevolissimi costi sanitari che producono tali emissioni, le quali percorrendo centinia di Km e andando a formare le famigerate PM2,5 e Pm10, sono causa di patologie molto serie. Pertanto quella lettera e quelle richieste, così in disprezzo della salute pubblica, non potevano e non sono state accolte dalla Regione Toscana.
La recente sentenza del Tar Toscano riesce quindi a disconoscere quanto la stessa Enel ha documentato: sarebbe davvero buffo se non fosse in gioco la salute pubblica, per questo dovremo continuare la battaglia anche proponendo ricorso al Consiglio di Stato.
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La notizia della sentenza su La Nazione del 20 luglio 2017
Leggilo su:
Enel soddisfatta, sempre su Il Cittadino online
La Nazione 22 luglio 2017