Ricorso al TAR contro il progetto di ricerca “Monte Labbro”

Monte-LabbroLa battaglia contro le centrali continua: dopo la bocciatura della regione per il progetto di Seggiano e l’incomprensibile via libera per Monte Labbro, distante pochi chilometri, i cittadini riuniti nel comitato Agorà CittadinanzAttiva e gli imprenditori della zona passano alle vie legali. Pubblichiamo il comunicato stampa.

 

Monticello Amiata, 16 febbraio 2016

Alcuni imprenditori di Monticello Amiata e Agorà CittadinanzAttiva annunciano di aver affidato all’Avv. Michele Grecl’incarico di impugnare di fronte al TAR per la Toscana il decreto 17 dicembre 2015 n. 6183, con il quale la Regione Toscana ha escluso dalla valutazione di impatto ambientale (VIA) il progetto di pozzo esplorativo geotermico denominato “Monte Labbro 1” di oltre 4500 m. di profondità.
Al ricorso parteciperà anche il proprietario del terreno sul quale la proponente vorrebbe realizzare il pozzo, del tutto contrario all’opera e mai coinvolto, fino ad oggi, nel procedimento.
I ricorrenti, con il pieno supporto di Agorà CittadinanzAttiva, contesteranno alla Regione Toscana numerosi profili di illegittimità del decreto di esclusione dalla VIA oltre a manifesti vizi dell’azione amministrativa, caratterizzata da gravissimi sintomi di eccesso di potere.
I ricorrenti si avvarranno dell’ausilio di consulenti tecnici di comprovata esperienza, i quali dimostreranno come l’istruttoria che ha condotto al provvedimento sia stata carente, incoerente, illogica e contraddittoria.
La richiesta dei ricorrenti è di sottoporre il progetto a valutazione di impatto ambientale, l’unico procedimento idoneo ad approfondire le molteplici criticità che caratterizzano la realizzazione di un pozzo esplorativo di tale profondità, tenuto conto delle particolarissime caratteristiche del luogo in cui lo si vorrebbe realizzare, di straordinario pregio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e naturalistico, e per questo da anni vocato al turismo di qualità.

Un pensiero su “Ricorso al TAR contro il progetto di ricerca “Monte Labbro”

  1. Mario Apicella

    la vicina Riserva naturale di Poggio dell’Olmo è tra le poche riserve che la regione Toscana ha dimenticato di inserire tra i Siti di Interesse Comunitario, per i quali comunque ha avuto la faccia tosta di deliberare a favore della geotermia padrona. Delimitata a nord dall’abitato di Monticello Amiata, a ovest dall’abitato di Castiglioncello Bandini, a sud dal rilievo del Monte Aquilaia e a est dalle propaggini occidentali del cono vulcanico del Monte Amiata: in totale, si estende per circa 434 ettari dii apprezabili meraviglie. Da vari punti dell’area protetta si aprono scenari panoramici che spaziano verso le colline della Valle dell’Ombrone, verso il massiccio vulcanico del Monte Amiata e verso le ondulazioni della Val d’Orcia.
    L’intera area protetta è ricca di castagni, cerri e roverelle, che localmente lasciano spazio ad ampie praterie, pascoli ed arbusteti, dove crescono la ginestra, alcuni tipi di felci, il rovo, il biancospino, la rosa canina e varie orchidee selvatiche, oltre al crocus etruscus e alla viola etrusca, entrambe specie endemiche dei terreni calcarei delle aree montane della Toscana meridionale.

    Tra gli alberi monumentali presenti nella riserva naturale, sulla sommità di Poggio all’Olmo spicca un pero mandorlino di oltre 10 metri; da segnalare inoltre tantissimi esemplari di varietà locali di frutta, tar cui un noce ed una serie di castagni ultrasecolari sparsi nell’intera area protetta
    a riserva di Poggio all’Olmo si caratterizza anche per una variegata fauna che, nel suo complesso, contraddistingue la tipicità dell’area protetta.

    Tra gli uccelli sono da segnalare i rapaci diurni, tra i quali spiccano l’albanella minore, il biancone, il falco pecchiaiolo, il falco pellegrino e lo sparviero. Altra presenza della zona sono gli zigoli neri e le averle, che tendono a nidificare presso gli arbusti e i cespugli sparsi nei prati.

    Tra gli anfibi è da segnalare la presenza della salamandrina dagli occhiali, dell’ululone dal ventre giallo e delle più comuni rane. La presenza di queste specie è favorita dalla ricchezza di sorgenti d’acqua, alcune delle quali alimentano, tra l’altro, l’acquedotto del Fiora che rifornisce gran parte della Toscana meridionale.

    Tra i mammiferi, è presente il gatto selvatico, che caccia con la tecnica dell’agguato le sue prede tra le quali spiccano i vari roditori, le lepri e i conigli selvatici, oltre agli anfibi e agli uccelli. Da segnalare anche una folta presenza di ungulati artiodattili, oramai diffusi in tutto il territorio della provincia di Grosseto.

    Ma di fronte agli interessi economici che la geotermia speculativa rappresenta per il malaffare politico dei nostri amministratori il tutto è assolutamente indifferente, non comprendendo che a breve una sonora risata li seppellirà!

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