Geotermia sull’Amiata: invece di risposte arrivano denunce

Pubblichiamo il comunicato di solidarietà, del 30 luglio 2012, a Pino Merisio e di condanna all’Enel; di seguito l’articolo stampa che ne ha dato conto e il comunicato di solidarietà della Rete Stop Enel.

Qualsiasi cosa, in Amiata, metta in discussione le scelte scellerate di continuare, ed aumentare, lo sfruttamento geotermico va colpito.
Così succede che Giuseppe Merisio, che partecipa alle attività del Coordinamento SOS Geotermia, firmi un comunicato stampa come componente del PRC Amiatino e che tale comunicato venga poi ripreso, il 5 maggio, sulla stampa locale. In tale comunicato Merisio esprimeva, a nome del PRC Amiatino, tutti i dubbi e le proccupazioni sullo sfruttamento geotermico, la contrarietà alla costruzione della nuova centrale Bagnore 4 e proponeva di investire le risorse nella ricerca di fonti alternative, quale il fotovoltaico.
L’Enel, non potendo ignorare l’intervento, passa alle vie di fatto ed oggi Giuseppe si ritrova accusato di ‘diffamazione’ perchè avrebbe riportato “fatti contrari al vero nonché lesivi dell’immagine e dell’onorabilità della società istante”.
Ci sembra che l’Enel sia in grosse difficoltà, soprattutto dopo il ‘contraddittorio’ sulla VIA (valutazione di impatto ambientale) tenutosi in regione Toscana il 18 us, in cui i rappresentanti dei comitati e delle popolazioni amiatine hanno inchiodato, con domande puntuali e dettagliate, sia la stessa Enel che i rappresentanti istituzionali alle loro responsabilità in materia di salute in relazione all’attività geotermica.
Nel condannare l’Enel per questo atto, il Coordinamento SOS Geotemia esprime a Giuseppe tutta la solidarietà ed il sostegno possibili.
Non credano che spostando la vertenza sul piano giudiziario si mettano a tacere le uniche voci che, nel silenzio degli amministratori locali impegnati nelle sagre sponsorizzate da Enel, continuano a fare informazione, denunciando i rischi alla salute e chiedendo una moratoria immediata per ogni attività geotermica per avviare un momento di riflessione sul futuro del territorio amiatino.

Il Tirreno del 1 agosto 2012

ACCUSA DI DIFFAMAZIONE PER GIUSEPPE MERISIO
Sos Geotermia, Enel denuncia un esponente del Prc
AMIATA – «Nessuno pensi che spostando la vertenza sul piano giudiziario si mettano a tacere le uniche voci che, nel silenzio degli amministratori locali, continuano a fare informazione, denunciando i rischi alla salute e chiedendo una moratoria immediata per ogni attività geotermica». Inizia così la nota del coordinamento Sos Geotermia. È accaduto che Giuseppe Merisio, che partecipa alle attività del coordinamento, ha firmato un comunicato stampa come componente di Rifondazione Comunista. «In tale comunicato Giuseppe esprimeva, a nome del PRC Amiatino, tutti i dubbi e le proccupazioni sullo sfruttamento geotermico, la contrarietà alla costruzione della nuova centrale Bagnore 4 e proponeva di investire le risorse nella ricerca di fonti alternative, quale il fotovoltaico». L’Enel, non potendo ignorare l’intervento, ha accusato Giuseppe Merisio di diffamazione perchè avrebbe riportato «fatti contrari al vero nonché lesivi dell’immagine e dell’onorabilità della società». Sos Geotermia non ci sta. «Ci sembra che l’Enel sia in grosse difficoltà, soprattutto dopo il contraddittorio sulla Valutazione di impatto ambientale che si è tenuta in Regione il 18 luglio, in cui i rappresentanti dei comitati e delle popolazioni amiatine hanno inchiodato sia la stessa Enel che i rappresentanti istituzionali alle loro responsabilità in materia di salute in relazione all’attività geotermica». Il comitato esprime solidarietà a Giuseppe Merisio.

Comunicato 14 agosto 2012 della Rete Stop Enel – Per un nuovo modello energetico

SOS Geotermia, Enel denuncia un attivista del Coordinamento Amiatino
Apprendiamo che Enel ha denunciato per diffamazione Giuseppe Merisio, attivista del Coordinamento “SOS Geotermia” e componente del PRC Amiatino, a seguito di un comunicato stampa, firmato da Giuseppe come membro del PRC Amiatino e ripreso dal “Corriere di Maremma”, in cui esprimeva, a nome del PRC Amiatino, i dubbi e le preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico, la contrarietà alla costruzione della nuova centrale Bagnore 4 e proponeva invece di investire le risorse nella ricerca di fonti alternative, quale il fotovoltaico.  Secondo Enel “riportava fatti contrari al vero nonché lesivi dell’immagine e dell’onorabilità della società istante”.
Commenta SOS Geotermia: “Ci sembra che l’Enel sia in grosse difficoltà, soprattutto dopo il ‘contraddittorio’ sulla VIA (valutazione di impatto ambientale) tenutosi in regione Toscana il 18 us, in cui i rappresentanti dei comitati e delle popolazioni amiatine hanno inchiodato, con domande puntuali e dettagliate, sia la stessa Enel che i rappresentanti istituzionali alle loro responsabilità in materia di salute in relazione all’attività geotermica”, messa alle corde è passata dunque alle vie di fatto.
Appare daltronde sempre più evidente come questa sia una prassi generalizzata dell’Enel e delle sue sussidiarie, di intimidire, minacciare, denunciare e far inquisire qualsiasi soggetto che diffonda anche soltanto informazione sulle nocività dei suoi impianti e progetti per la salute, per i territori, per la qualità e l’accessibilità all’acqua, sull’Amiata con quest’ennesimo atto di arroganza, come in Colombia dove EMGESA ha sollecitato alla procura di Huila l’apertura di un’inchiesta, e all’università Surcolombiana un’indagine disciplinare, ai danni del Professor Miller Armín Dussán Calderón per il suo lavoro incessante di controinformazione a fianco del movimento contro la costruzione della diga el Quimbo; come per la querela  contro Greenpeace (anche in quel caso con l’accusa di diffamazione per “attività offensive per l’immagine e il decoro di Enel”) associata alla richiesta, rigettata dalla magistratura, di oscuramento del sito della campagna di GP “FacciamoLuceSuEnel”; come avviene in Guatemala, dove la complicità di governo locale e latifondisti consente ad Enel Green Power un clima di intimidazione permanente e rappresaglia verso la popolazione Ixil, colpita dalla costruzione della diga di Palo Viejo, ad opera delle forze dell’ordine e delle guardie private della finca.
La campagna nazionale “Stop Enel – Per un nuovo modello energetico”, nell’esprimere la totale solidarietà a Giuseppe Merisio e il pieno appoggio agli obiettivi del coordinamento amiatino “SOS Geotermia” condanna con fermezza l’operato di Enel, la sua crescente attitudine autoritaria di intimidazione alle comunità in lotta e i reiterati tentativi di mettere il bavaglio per vie legali a chi denuncia le nocività ambientali e sociali degli impianti e promuove un’alternativa sostenibile, in Italia come nel resto del mondo, nonché i rappresentanti istituzionali e le forze politiche che consentono e sostengono la repressione funzionale alla governance politica.
Non è spostando le vertenze sul piano giudiziario nè con le rappresaglie che Enel metterà a tacere l’informazione sui rischi per la salute e per i territori e sulle sue attività illegali e criminali, che anzi non potrà che moltiplicarsi esponenzialmente, aggiungendo anche la denuncia per l’odiosa pratica di rifiutare persino la critica legittima e la libertà di opinione e d’informazione, né con tali metodi potrà arrestare le lotte che anzi vedono sempre più crescere e radicarsi ovunque i movimenti contro i progetti nocivi e devastanti e per un nuovo modello energetico sostenibile, basato sulle energie rinnovabili e che metta al centro i diritti umani, la difesa della salute dei cittadini e la difesa del territorio come bene comune.
Enel, invece di denunciare attivisti e cittadini, rispetti le rivendicazioni delle comunità locali in Italia e a livello internazionale, metta a norma gli impianti inquinanti, rinunci ai progetti nocivi e distruttivi e investa per l’uscita dal ciclo fossile in energie rinnovabili compatibili con la tutela della salute, dell’ambiente e della vita! Vale la pena ricordare che 13 dirigenti Enel sono stati recentemente rinviati a giudizio per attività relative alla centrale a carbone Federico II di Cerano, a pochi chilometri da Brindisi, “imputati per aver, in concorso tra loro, dal 2000 sino ad agosto 2011, ognuno per la propria funzione, partecipato a un medesimo disegno criminoso, avendo scaricato, trasportato e stoccato milioni di tonnellate di carbone in un il carbonile scoperto…(fonte la Repubblica)”, a riprova che spesso le denunce di comitati e movimenti, che Enel chiama diffamazione, si rivelano poi materia per indagini della magistratura per gravi violazione delle normative ambientali e della sicurezza sul lavoro.
Solidarietà per Giuseppe e per tutto il coordinamento SOS Geotermia!
NO alla criminalizzazione dei movimenti!