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Don Marco: i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada

Qualche anno fa Don Marco di Seggiano, intervenuto sulla questione ambientale legata alla geotermia, venne ripreso dall’assessora Bramerini a cui rispose con questa significativa lettera.

 

 

 

Cara signora,
è difficile per me risponderle qualcosa, non tanto perché non sappia cosa dire, quanto perché mi sembrano diversi i piani della comunicazione. Il modo con cui ho portato avanti la cosa può essere discutibile, come tutte le azioni umane; può essere considerato una provocazione e forse lo è, come estremo tentativo.
Il problema è tecnico ma non solo e non primariamente almeno per me. Io stesso mi sono sempre trovato in difficoltà ad affrontare la cosa dal punto di vista tecnico. Conosco tutte le iniziative tecniche di cui mi ha scritto. Non sono solito bere quello che mi viene presentato senza verificarlo e anche se non sono un geologo non mi mancano gli strumenti per capire quello di cui si sta parlando (oltre alla passione giovanile per le scienze naturali e la geologia sono, o meglio ero, ingegnere meccanico specializzato in impianti di produzione di energia.)
Lei ha parlato di Comitato Tecnico per la geotermia sull’Amiata. Quando sono stati presentati i rischi idrogeologici per la TAV nel Mugello tutto è proseguito come nulla fosse e proseguirà in Val Susa (piccole punte di tanti iceberg sommersi). D’altronde se quello che è successo nel golfo del Messico non è stato capace di fermare le perforazioni in acque profonde, è da illusi pensare che possa cambiare qualcosa per un po’ di bacini acquiferi distrutti.
Io non dico: è così. Dico semplicemente che i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada. Continua a leggere

Geotermia. “L’Amiata merita qualsiasi nostro sforzo”

Riportiamo l’articolo di Carlo Carlucci pubblicato su Il Cambiamento 20 febbraio 2012

“Accettiamo la sfida, l’Amiata, la montagna sacra, ora così terribilmente violata, merita qualsiasi nostro sforzo”. Lo sfruttamento geotermico dell’Amiata, montagna dei corsi d’acqua sacra per gli etruschi, è stato così poco accorto all’ambiente da aver determinato l’inquinamento per arsenico delle risorse idriche. Carlo Carlucci, attivista amiatino, continua a raccontarci come.

Il Mons ad meata, la montagna dei corsi d’acqua, il monte sacro per gli etruschi, sacro per i suoi boschi e soprattutto per l’acqua, l’Amiata, insomma, non c’è più. Cioè i suoi poderosi contrafforti sono sempre maestosamente visibili, ma l’acqua oltre ad essere dimezzata è tutta arsenicata. Dopo averla fatta bere con arsenico alle stelle è intervenuta la Comunità europea che ha detto “guai se si supera la soglia 10 dell’OMS”. Continua a leggere