«C’è un’Italia di cui essere orgogliosi. E non è l’Italietta delle polemiche di parte della politica o della comunicazione, vecchia e nuova. È l’Italia che è rispettata per il carico di civiltà che rappresenta e per la voglia di futuro che esprime». Il premier Matteo Renzi affida a Facebook la prima pagina del «diario di bordo dall’America Latina». Racconta la visita in Cile, l’incontro con la presidente Michelle Bachelet, il senso della missione e l’inaugurazione del primo impianto geotermico di tutta l’America Latina, targato Enel…
Così inizia Il Sole 24 Ore del 25 ottobre 2015 ; il riferimento è al nuovo impianto geotermico in Cile di cui già l’Enel aveva dato notizia il 14 luglio us.
Dappertutto si parla di “primo impianto geotermico del Sud America”, ma, anche se grammaticalmente corretto, non è la prima volta che l’Enel prova a sfruttare la geotermia in Sud America, e proprio in Cile.
Era successo nella località El Tatio, sempre nel nord, attraverso la Geotermica del Norte GDN (società cilena di cui il 51% Enel Green Power), in un’area -peraltro ritenuta “sacra” dagli indigeni- in cui fin dagli inizi la popolazione era scesa in lotta denunciando i rischi di tale sfruttamento; da un reportage de La Stampa del 16 giugno 2009: …Me lo spiega Sonia, rappresentante di quartiere, sull’autobus che mi riporterà a Santiago. Lei invece sta andando alla riunione delle comunità locali per sottoscrivere una petizione contro la decisione di sfruttare l’energia geotermica dei geyser di El Tatio, sito vulcanico fra i più spettacolari della Terra. Secondo gli abitanti se, dopo i sondaggi, l’operazione avrà esito positivo, minaccerà il sistema di approvvigionamento di acqua con gravi conseguenze per l’equilibrio ecologico ed economico . “In verità – dice la donna – questa operazione serve per far funzionare le miniere, ben più assetate di acqua e di energia dei turisti”. “L’impianto geotermico non risolve il problema energetico “- spiega Ana Maria Baròn, archeologa di fama internazionale ed ex sindaco di San Pedro -, anzi, distruggerà il fragile ecosistema senza migliorare il livello di vita. Lo sfruttamento di un luogo considerato quasi sacro è vissuto come una minaccia al patrimonio culturale, non solo come sottrazione di risorse. E’ insopportabile, che si vada avanti senza il consenso popolare.” Gli atacameni sono comunque decisi a non fermarsi e la protesta finirà sul tavolo delle Nazioni Unite. “Sai – dice una canzone di Rodrigo Covacevich, musicista e studioso di musica etnica – ci tengono isolati, non ci chiedono nulla. E’ intollerante. Non calpesteranno la dignità e la fantasia, non ci ruberanno l’aria e la verità, non si metteranno la nostra terra in tasca”…
Ovviamente sono i soliti comitati Nimby, ma anche stavolta il diavolo, fatta la pentola, ha dimenticato il coperchio.
Difatti è proprio un “coperchio” che “salta” l’8 settembre 2009, uno dei pozzi esplode e provoca un geyser di 60 metri di altezza! (vedi foto a fianco)
Apriti cielo! La compagnia deve abbandonare il progetto e viene trascinata in Tribunale (alcune sentenze QUI, QUI e QUI)
Peraltro il governo (quello cileno, quello italiano manco se lo sogna) attraverso la Comisiòn de Minerìa, il 16 ottobre 2009 chiede alla compagnia GDN spiegazioni sul fatto accaduto e sui problemi connessi; nel difendere la geotermia, la GDN arriva nientepopòdimenoche a citare la Toscana come esempio di compatibilità ambientale e stimolo per il turismo: “Dirigenti di Geotermica del Norte (GDN) hanno indicato nel corso della riunione l’energia geotermica come energia rinnovabili non convenzionali (NCRE), che dovrebbe essere vista come una grande opportunità per rafforzare il turismo in Cile, perché molto compatibile, come testimonia la regione Toscana in Italia”. (!!!!)
Ma i Tribunali a volte non la pensano allo stesso modo e i giornali danno conto della condanna a GDN che viene ratifica della Corte d’Appello cilena nell’aprile 2013, per una sanzione di oltre 4 MILIONI DI DOLLARI. (!!!!)
A distanza di pochi anni da quei fatti è quindi paradossale che l’Enel tenti di rifarsi una verginità che in America Latina e nel resto del mondo non ha (si vedano anche le battaglie di tanti popoli contro le dighe Endesa/Enel) e, soprattutto, che il governo ci venga a raccontare dell’orgoglio italiano nel mondo.
Se questo è quello per cui vantarsi, ci bastano gli scempi che la geotermia porta in Italia, a cominciare dalla Toscana all’Umbria, al Lazio, alla Campania e all’Emilia!
Di seguito un bel video che racconta lo scempio fatto dalla geotermia al santuario di El Tatio
(il video è stato realizzato nel 2009, quindi un anno prima della sentenza di condanna)