La centrale geotermica di Triana (Roccalbegna) non è solo una questione toscana

Il primo comunicato congiunto del Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna e la Rete Nazionale NOGESI, a suggellare l’adesione del neonato comitato alla rete nazionale contro la geotermia speculativa e inquinante.

 

Nei giorni scorsi, nella sala comunale di Acquapendente, si è svolto un incontro tra una rappresentanza del Comitato per la tutela del territorio di Roccalbegna ed i Sindaci dei Comuni laziali e umbri che sarebbero investiti dagli effetti della centrale geotermica di Triana (all’incontro erano presenti sindaci ed assessori di Acquapendente, Bolsena, Latera, Castelgiorgio, Farnese e Montefiascone).

La prima voce all’ordine del giorno ha visto come protagonista l’argomento “ACQUA”, affrontando poi anche le problematiche relative alle emissioni in atmosfera di metalli pesanti (Mercurio, Arsenico, Antimonio, Uranio, Cesio, Torio, etc…) oltre a quelle di Ammoniaca e di Anidride Solforosa che in atmosfera formano polveri sottili, ad aggravare la presenza di polveri sottili direttamente emesse dalla centrali geotermiche a tecnologia flash dello stesso territorio.

Il geologo prof. Andrea Borgia ha fatto presente ai partecipanti di questo incontro che “dall’analisi della documentazione prodotta da ENEL per la Centrale di Latera, si evidenzia che la ricarica dell’acquifero geotermico di Latera proviene in gran parte dagli affioramenti carbonatici a ovest e nordovest di Sorano, Castell’Azzara e Roccalbegna. Questi affioramenti sono gli stessi che alimentano i campi geotermici dell’Amiata ma in particolare l’acquifero geotermico che la Centrale di Triana andrebbe a sfruttare. Se quindi l’alimentazione profonda da ovest-nordovest al campo geotermico di Latera viene a mancare, tale alimentazione dovrà necessariamente venire da est e cioè dal Lago di Bolsena, drenando ulteriormente le risorse del lago.”
Durante la grande siccità del 2017 è balzato agli occhi di tutti il preoccupante abbassamento del livello del lago di Bolsena, evidenziando la fragilità dei naturali equilibri degli acquiferi che lo alimentano. L’importanza della tutela di questa importante risorsa è stata ribadita da tutti i sindaci presenti all’incontro che hanno convenuto insieme di collaborare con i comitati dei territori coinvolti, creando una alleanza per la difesa del territorio.

E’ evidente ormai che l’opposizione alla geotermia speculativa ed inquinante non proviene, citando alcune recenti dichiarazioni pubbliche, “solo da un piccolo gruppo di ambientalisti che insistono a dire sempre NO”, bensì alla luce delle reali problematiche per interi territori non industrializzati, a ribadire un deciso NO a queste forme di speculazione, sono anche gli amministratori dei territori stessi, non solo appartenenti alla regione Toscana.

Il Comitato per la Tutela del territorio di Roccalbegna riporta con soddisfazione il supporto dei comuni laziali e umbri confinanti e, proseguendo il lavoro di sensibilizzazione alla cittadinanza, auspica una decisa presa di posizione anche dagli altri comuni toscani confinanti con Roccalbegna riguardo allo scellerato progetto dell’ennesima inutile centrale geotermica, denominata Triana.

Il Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna
Rete Nazionale NOGESI (No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante)


I Comuni di Acquapendente, Bolsena, Castelgiorgio, Farnese, Latera e Montefiascone, proseguendo il lavoro di sensibilizzazione verso la cittadinanza, si attiveranno presso tutte le sedi istituzionali per scongiurare la realizzazione di progetti come questo, che sono dannosi per l’integrità del nostro territorio e non hanno nulla a che fare con il modello di sviluppo che vogliamo.

Comune di Acquapendente
Comune di Bolsena
Comune di Castelgiorgio
Comune di Farnese
Comune di Latera
Comune di Montefiascone


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Il Giunco.net

Il Cittadino online.it

Corriere di Viterbo

La nuova legge per la geotermia in Toscana: un’occasione perduta per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini

Mentre con la DGRT 344 la Regione Toscana nel 2010 fissava i valori limite anche per le emissioni di Ammoniaca, Arsenico e Acido Borico, nella nuova legge, (scarica qui il testo finale con allegati), varata ieri dal Consiglio regionale, tali valori limite non sono indicati. Nè vengono posti valori limite alle emissioni della CO2 e Metano che sono riconosciuti come gas clima alteranti per eccellenza e le centrali dell’ENEL ne emettono più delle centrali a combustibili fossili.

Mentre nel Piano ambientale ed energetico (PAER), approvato con deliberazione n.10 del Consiglio regionale l’11.2.2015, il rilascio di autorizzazioni per nuovi impianti nel comprensorio geotermico del Monte Amiata è subordinato al rispetto del limite di 100 MW, ora tale limite, riproposto con un emendamento alla legge da Sì Toscana a Sinistra, non è stato approvato dalla Maggioranza.

Mentre nel 2010 era stata prevista la misurazione in continuo degli inquinanti in uscita dagli impianti, di fatto mai realizzata da ENEL, nel 2019 tale misurazione in continuo viene espressamente esclusa per il mercurio, l’arsenico, il biossido di zolfo, il boro, l’ammoniaca, il PM10 e il PM2,5 e prevista per il solo acido solfidrico.

Ma questi consiglieri del PD ci ritengono davvero così stupidi e incapaci di fare un semplice confronto tra i numeri e le concentrazioni limite degli inquinanti emessi e riportati nelle leggi? Come si permettono questi signori di affermare l’esatto contrario di quanto hanno approvato con la nuova legge?

“Questa legge fa fare un passo avanti” ha detto il consigliere Bezzini. “E’ frutto di un lavoro qualificato” gli ha fatto eco Pieroni. “Consente di tenere insieme lo sviluppo con il rispetto e la qualità dell’ambiente” ha aggiunto Mazzeo. E’ stato persino affermato da Nardini che “si può coniugare il rispetto del territorio con l’utilizzo delle migliori tecnologie oggi a disposizione”, quando non si è posto un limite alle centrali di prima generazione, ormai superate in tutto il mondo civile. Non poteva mancare il giudizio positivo di Marras: “più qualità ambientale rispetto allo sfruttamento industriale”.
Affermano tutti belle parole e praticano l’opposto di quanto affermano.

Dopo le Osservazioni presentate in Regione al progetto di un’altra centrale a Piancastagnaio, la PC6, siamo ora impegnati a presentare Osservazioni al nuovo progetto di centrale alla Triana, in Comune di Roccalbegna, ma domandiamo: questo personale politico, che mentre afferma di perseguire con la nuova legge“il miglioramento del quadro esistente” approva l’esatto contrario, merita la nostra disponibilità al dialogo partecipativo?
Ad esempio, il comma 5 dell’art.24 del Testo Unico Ambientale del 2006 citava a proposito della partecipazione dei cittadini alla procedura di VIA: “Il provvedimento di valutazione dell’impatto ambientale deve tenere in conto le osservazioni pervenute dai cittadini, considerandole contestualmente, singolarmente o per gruppi”. Esso è stato cancellato dal Governo Gentiloni con l’ art. 13, comma 1, del D.Lgs. 104 del 16 giugno 2017, sempre invocando un maggiore coinvolgimento dei cittadini alle loro scelte, così che possono non rispondere più alle Osservazioni dei cittadini.
Possiamo fare finta di non vedere?

SOS Geotermia

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Centrale di Triana, partono le proteste: basta geotermia in Amiata!

Pubblichiamo il testo diffuso dal nascente comitato di Roccalbegna contro il progetto della centrale Enel “Triana”.

Qui puoi scaricare le due pagine del volantino/locandina:
IMMAGINE  –  TESTO

 

 

 

 

CENTRALE GEOTERMOELETTRICA “TRIANA”

PROGETTO – Il 18 dicembre 2018 Enel Green Power ha presentato alla Regione Toscana il progetto di una nuova centrale geotermoelettrica da 20MW nel comune di Roccalbegna, a circa 1,7km a nord del castello di Triana, ai confini con i comuni di Arcidosso, Santa Fiora e Semproniano. Una centrale a tecnologia flash, la più redditizia per Enel e la più inquinante per noi e il nostro territorio, con tre camini alti 18m e otto pozzi profondi fino a 4km l’uno. I lavori inizierebbero a ottobre 2019.

ACQUA – La centrale userebbe 100.000m3 di acqua solo per la perforazione dei pozzi in fase di costruzione. La geotermia amiatina ha provocato negli anni l’abbassamento della falda acquifera di quasi 200m. Inoltre, poiché il bacino geotermico è in comunicazione con le falde acquifere, la risalita dei gas geotermici contaminerebbe le acque, in particolare di arsenico, un elemento molto tossico.

ARIA – I tre camini emetterebbero costantemente fumi contenenti numerosi inquinanti come anidride carbonica, metano, boro, acido solfidrico, ammoniaca, mercurio, tallio e arsenico, che ricadrebbero sulle nostre terre. Gli impianti di depurazione che sarebbero installati (i cosiddetti filtri AMIS) ne bloccherebbero solo alcuni e solo in parte.

ENERGIA PULITA E RINNOVABILE? – Enel ci vorrebbe rassicurare con previsioni di basse quantità di veleni ma in realtà le centrali di Bagnore, molto simili alla centrale del progetto “Triana”, sono molto inquinanti. Inoltre, se consideriamo la quantità di CO2 emessa, queste centrali sono paragonabili a quelle a combustibili fossili. Questo tipo di geotermia non può nemmeno essere considerata una forma di energia rinnovabile, perché il calore che sale dai pozzi si esaurisce in pochi anni e quindi poi, per mantenere la centrale attiva, bisogna scavarne di nuovi.

SISMI, FRANE, SUBSIDENZA – Una ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha evidenziato una correlazione tra lo sfruttamento geotermico e i terremoti. Non a caso i sismi delle zone metallifere toscane sono avvenuti tutti nei siti prossimi alle centrali. Il terreno su cui dovrebbe sorgere la centrale è classificato come franoso quindi potrebbe essere pericoloso scavare fori profondi. Inoltre le centrali flash causano un abbassamento del suolo con possibili conseguenze negative per strade, ponti ed edifici.

PAESAGGIO E AMBIENTE – La centrale sorgerebbe di fronte al convento della SS. Trinità di Selva e la vallata sarebbe percorsa da quasi 5km di tubi che collegherebbero Triana a Bagnore. Il paesaggio verrebbe completamente deturpato. Intorno a Triana ci sono cinque riserve naturali la cui avifauna è già stata compromessa dalle centrali esistenti. Questa ulteriore centrale le darebbe il colpo di grazia. La biodiversità, nostro vero patrimonio, verrebbe pesantemente ridotta. L’area dell’Amiata e dell’Alta Maremma vanta bellezze naturalistiche e paesaggistiche uniche al mondo. Gli sforzi e gli incentivi dovrebbero essere posti nello sviluppo di un turismo sostenibile, non convogliati per distruggere il nostro ecosistema e rimpiazzarlo con un’area industriale.

LAVORO E BILANCIO ECONOMICO – L’Italia ha una capacità produttiva di energia pari a due volte il proprio consumo di punta. Una nuova centrale quindi, oltre che dannosa, è anche inutile, giustificata solo dal ricavo economico per Enel, sostenuto in gran parte dagli incentivi prelevati dalle nostre bollette. La centrale offrirebbe un minimo di occupazione e una cifra compensativa al Comune, ma sparirebbero i posti di lavoro che adesso ruotano intorno al turismo, alla produzione agricola di qualità e all’economia locale, legata anche ai tanti stranieri che si trasferiscono in zona per le bellezze naturali. E il valore degli immobili, sia case che terreni, già al momento abbastanza basso, si ridurrebbe ulteriormente, fino ad arrivare in alcuni casi all’impossibilità di vendita.

ESTENSIONE – Il progetto Triana, oltre alla costruzione della centrale nel paese omonimo, prevede un’area di coltivazione geotermica molto grande che include ben il 75% del comune di Roccalbegna, oltre a parte dei comuni di Semproniano, Arcidosso e S. Fiora. A breve, quindi, ci potremmo ritrovare nuovi pozzi e nuove centrali nelle immediate vicinanze dei centri abitati.

Adesso è tempo di agire per fermare la costruzione di questa ed altre centrali a Roccalbegna. Chiunque abbia qualcosa da dire rispetto a questo progetto può presentare le proprie osservazioni alla Regione Toscana entro il 16 febbraio 2019

Per info, contatti e adesioni scrivere a tutela.territorio.roccalbegna@gmail.com

Mentre sindaci e sindacati geotermici “fanno ammuina”, l’Enel ci fa il pacco di natale, la nuova centrale Triana da 20 MW

Nella ristretta area Arcidosso-S.Fiora- Semproniano-Roccalbegna, dopo Bagnore, col progetto Triana si arriverà a 80 MW: ma l’Amiata non aveva raggiunto il limite??

«All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora: chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso: chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à»
…e chilli che stann’ a Larderello vann’ all’Amiata e chilli che stanno all’Amiata vann’ a Larderello…

Saranno di certo soddisfatti i sindaci e sindacati geotermici che il 22 dicembre, calati dalle lande geotermiche di Larderello, hanno fatto passerella a S.Fiora alla presenza di un centinaio di persone, ben poca cosa rispetto all’invasione geotermica minacciata.

Penoso l’attacco dei sindaci geotermici, non solo ai (veri) comitati e questo era nel conto, ma anche agli scienziati che osano criticare la geotermia come il prof.Borgia che, tra l’altro, non ha mai dichiarato di essere contrario alla geotermia, ma solo a quella devastante delle centrali flash dell’Enel.
Triste poi l’attacco dei sindaci agli altri sindaci che non erano presenti e che, coerentemente, hanno dichiarato i loro territori non disponibili a nuove centrali e si sono beccati gli insulti da stadio dei loro pari. (qui il video)

Ma la frenetica attività dei supporter della geotermia improvvisamente scatenatasi dopo la notizia che gli incentivi non erano più nella bozza del decreto FER1, forse ha avuto anche un altro effetto: distogliere l’attenzione su quanto l’Enel, chiusa in uno strano silenzio, stava comunque portando avanti.

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Così scopriamo che agli atti della regione Toscana c’è l’apertura dei procedimenti per l’autorizzazione di una ennesima centrale da 20 Mw nel comune di Roccalbegna (nota 1), denominata Triana -a ridosso dell’omonimo castello-, ai confini con Arcidosso, S.Fiora e Semproniano, a poca distanza dalle esistenti centrali di Bagnore alle quali sarà collegata con 4,8 km di tubazioni in aperta campagna.

Il bel regalo di natale dell’Enel ai cittadini dei comuni limitrofi sarà il raggiungimento di 80 Mw e, ovviamente, l’aumento di un quarto dei volumi delle emissioni…

Ma tutto il PD, dalla regione ai sindaci, non aveva giurato e spergiurato che con Bagnore 4 in Amiata si era raggiunto “l’equilibrio” tra ambiente e centrali??? (leggi anche nota 2)
Non opporsi a nuove centrali significa condannare l’Amiata allo stesso declino economico, demografico e sociale dei comuni dell’alta Valdicecina.

I comitati hanno sempre diffidato degli annunci mirabolanti dei nostri amministratori aspettandoli al varco della verifica degli atti concreti; oggi, purtroppo, non possiamo che prendere atto che di fronte ad un nuovo progetto di megacentrale gran parte dei sindaci, la regione Toscana e i sindacati amici sono schierati non certo dalla parte dei cittadini, ma dalla parte dell’Enel e delle elemosine geotermiche ai loro bilanci.

Sos Geotermia, Difensori della Toscana, Rete nazionale NoGESI

Note:

  1. Il sindaco di Roccalbegna, presente anche lui all’ammuina di s.fiora del 22/12/18, oltre un anno fa aveva trasmesso in regione Toscana le indicazioni sulle ANI, Aree Non Idonee alla geotermia, del suo comune che viene individuato TUTTO NON IDONEO ALLA GEOTERMIA TRANNE -che caso- L’AREA SU CUI OGGI L’ENEL CHIEDE IL PERMESSO PER LA NUOVA CENTRALE TRIANA (vedi mappa sotto). 
    Gli allegati ANI approvati con delibera del comune di Roccalbegna n.47 del 5/10/2017 dicono in proposito di quell’area individuata idonea alla geotermia: “Diversa situazione (rispetto alle aree non idonee, ndr) si può invece individuare nella porzione di territorio afferente il versante del fiume Fiora posta al limite orientale del comune perchè tale zona presenta da un lato una ridotta antropizzazione e ricade più pienamente nel bacino di influenza dei campi geotermici già in essere nel comune di Santa Fiora.”…lontani oltre 4 km, tanto che nel progetto di centrale Triana sono previsti vapordotti di collegamento con le centrali di Bagnore-Santa Fiora- per 4,8 km!! Chissà quale manina o vocina ha suggerito di escludere proprio quell’area??
  2. Il Piano Ambientale energetico Regionale si propone di favorire “…ulteriore sviluppo della geotermia in Toscana, solo a condizione di assicurare un impatto ambientale complessivo migliore di quello garantito con le ultime autorizzazioni uniche rilasciate in materia”, precisando, in successive delibere che ciò vale in particolare per il territorio dell’Amiata dove il riassetto della concessione di Piancastagnaio e la nuova centrale denominata Bagnore 4, hanno portato la potenza complessivamente installata attorno ai 100 MW fissando un punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa con le tecnologie oggi impiegate e la vocazione socio economica dei territori”. Non è un caso che la stessa Regione Toscana, pur evidentemente interessata a mantenere e sostenere l’intero apparato monopolista Enel, chiamata ad esprimere il parere sul progetto di ricerca denominato “Seggiano” (Gr) abbia espresso giudizio negativo con delibera G.R.T. n. 1237 del 21.12.2015, proprio con la motivazione sopra riportata e cioè che la potenza già installata in Amiata rappresenta “un punto di equilibrio con la vocazione socio economica dei territori” .
    Il sindaco di Arcidosso, Marini, presente sul palco di Santa Fiora il 22/12 us, in campagna elettorale 2014 ringraziando i comitati, affermò: “… la geotermia sull’Amiata è arrivata a questo punto (centrale di Bagnore 4, ndr), questo è l’equilibrio massimo che possiamo avere, non si andrà più avanti…”
    Il sindaco di Castel del Piano, Franci, oggetto degli attacchi da parte degli altri sindaci dal medesimo palco di Santa Fiora, nella stessa campagna elettorale 2014, dichiarò: “…si realizza la nuova centrale di Bagnore, dopodiché con la geotermia l’Amiata ha chiuso. Quindi per quanto mi riguarda e ci riguarda noi con la geotermia abbiamo chiuso…”.
    Ci aspettiamo che entrambi combattano a fianco dei comitati contro la centrale di progetto Triana e le altre di Piancastagnaio. O no?

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Isterismo geotermico, cari cittadini… -volantini-

Quando c’è il rischio di perdere gli incentivi Larderello si accorge che esiste l’Amiata (perbacco!) e organizza una gita progeotermia Enel, per educare ed istruire gli amiatini, invitati dai sindaci di Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio che -evidentemente- da soli non raccolgono poi così tanto consenso sul tema “più centrali in Amiata”. 
Intanto Rossi a Roma non incontra al MISE il Ministro e se ne torna a casa “con le pive nel sacco”…
Continuiamo a fare informazione e distribuiremo due volantini ai cittadini dell’Amiata.

 

Isterismo geotermico (scarica il pdf)

Il Governo, nel novembre u.s., con il Decreto FER 1 del MISE ha escluso, per il momento, la geotermia elettrica industriale dal beneficio degli incentivi per le energie rinnovabili, provocando un dura reazione da parte del fronte geotermico e dei comuni della zona tradizionale (Larderello), culminata, a livello, locale, con la manifestazione pubblica del 1° dicembre 2018 in Larderello alla quale hanno aderito i sindaci dei comuni Amiatini di Arcidosso, Piancastagnaio e Santa Fiora.
Analoga manifestazione è stata organizzata sull’Amiata per il giorno 22/12/2018, nel silenzio più totale della politica locale.
Il fronte geotermico ed i comuni interessati al FER 1 sostengono che lo stop agli incentivi provocherà la perdita di migliaia di posti di lavoro in Toscana (tra addetti diretti ed indiretti), una crisi irreversibile dei territori interessati, l’impossibilità a far fronte ai servizi per i cittadini a cominciare dal sociale, asili inclusi.
Se quanto affermato dal fronte geotermico può avere un senso per i comuni della zona tradizionale – sempre che lo abbia – non altrettanto si può dire per l’Amiata, da sempre vocata ad altro sviluppo economico (ambiente, artigianato, commercio cultura, piccola e media industria, turismo).
Né è dato comprendere dal punto di vista politico come i sindaci dei comuni di Arcidosso e Santa Fiora abbiano abbracciato dette ipotesi apocalittiche e di sviluppo economico per i loro territori, laddove si consideri che:
solo qualche mese fa avevano plaudito alla proposta di legge avente ad oggetto il “Coordinamento tra l’attività di sfruttamento della geotermia e l’individuazione nel PAER delle aree non idonee” a firma dei loro rappresentanti e referenti politici PD a livello regionale, del 27/7/2018, ivi inclusa “la moratoria di sei mesi per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione di pozzi esplorativi, relativi all’alta ed alla media entalpia e degli atti relativi alle autorizzazioni per la realizzazione delle centrali geotermoelettriche”.
Detta proposta di legge era la conseguente risposta, sollecitata dai territori Amiatini, alla richiesta presentata da Enel Green Power, per la realizzazione di un nuova centrale di tipo flash nel comune di Piancastagnaio (PC 6), mai osteggiata dalla corrente amministrazione (lista civica di centro destra).
La successiva stesura Proposta di Legge “Disposizioni in materia di geotermia”, discussa proprio a Santa Fiora l’8 ottobre, con il capogruppo PD Marras, il consigliere regionale Bezzini, numerosi iscritti di tutte le rappresentanze PD dell’Amiata, amministratori locali, ivi incluso il sindaco di Santa Fiora;
Il successivo “Documento Geotermia” del PD Amiata Grossetana e Amiata Senese, pubblicato sui media nel novembre u.s., con il quale, nel ribadire la diversa vocazione economica dell’Amiata, veniva chiesto fermamente alla Regione Toscana lo stop alla costruzione di altre centrali geotermiche in attesa di un efficace regolamentazione della materia, al fine di garantire il minor impatto ambientale e la maggiore sicurezza per la salute dei cittadini.
L’esclusione della geotermia industriale dai benefici degli incentivi, con il FER 1, di fatto blocca la costruzione della nuova centrale flash di Enel Green Power PC6 in Piancastagnaio, l’unica in progetto da parte di detta società.
Tuttavia, se è difficile comprendere politicamente la recente posizione delle amministrazioni di Arcidosso e Santa Fiora, rispetto alle loro precedenti sopra riportate, di converso colpisce il silenzio delle altre amministrazioni locali Amiatine Grossetane e Senesi. Non solo per “l’isterismo geotermico” dimostrato dai colleghi dei due comuni, ma specie nel leggere nei manifesti/locandine che annunciano la manifestazione del 22 p.v. che l’Amiata tutta, ha bisogno della geotermia per lo sviluppo dell’economia locale e per la tenuta dei servizi, una terra, invece, che da sempre, anche nei momenti più bui della sua storia, ha fatto del lavoro, dell’operosità e coesione sociale dei suoi abitanti l’unico volano di crescita da tutelare e valorizzare, nonostante gli incentivi e la geotermia inquinante e speculativa.


Cari cittadini, (scarica il pdf)

per quanto tempo siete ancora disposti a sborsare il 20% circa della vostra bolletta elettrica per “incentivare” fonti energetiche falsamente rinnovabili, non pulite, non sicure, non sostenibili, come la geotermia elettrica?
Perché sono proprio i facili introiti degli “incentivi” il principale motivo della mobilitazione dei sindaci, degli amministratori, della varie sigle sindacali, dei tecnici, delle aziende dell’indotto e dei lavoratori filo-geotermici che sono scesi in piazza sabato 1 dicembre a Larderello e che replicheranno la loro protesta sabato 22 dicembre qui in Amiata, a Santa Fiora. Una protesta contro il nuovo governo, che nel decreto Fer 1 ha escluso la geotermia dalla ingannevole “manna” delle compensazioni per chi produce energia geotermoelettrica.
Incentivi che, sebbene in futuro si prospettino in quantità sempre minore, verranno invece dirottati verso fonti realmente rinnovabili, che non provocano danno alla salute delle popolazioni, all’ambiente e al pianeta, inesauribili e in grado di rigenerarsi dopo ogni ciclo di sfruttamento.
Tanto è vero che anche nella riunione dell’altro ieri al Mise, al governatore Rossi è stato detto che nel contratto M5S-Lega non sono previsti incentivi alla geotermia.
Pur di continuare a incassare impropriamente e ingiustamente quelle risorse, invece, i sedicenti difensori “del lavoro, del benessere economico e sociale delle comunità geotermiche” (le più “povere” della regione Toscana), disconoscono volutamente che la geotermia sia fonte esauribile, che inquini acqua, aria e suolo, che comprometta la salute dei cittadini, che emetta sostanze climalteranti come CO2, depauperi le falde acquifere o contribuisca con il fenomeno della subsidenza al dissesto geologico del territorio.
Per loro la geotermia, anzi gli incentivi geotermici, sono l’unica “ricchezza” di intere aree, che hanno basato la propria economia (mono-economia) essenzialmente sul “vapore”, ma che ora – sfumata la ipotesi di incassare somme, non più dovute – prefigurano un futuro apocalittico e uno spopolamento più grave dell’attuale, perché – scrivono nei loro volantini – “una zona già in crisi, non ha bisogno del colpo di grazia”.
E perché vengono a Santa Fiora? Che c’entra Larderello con l’Amiata? L’Amiata ha preso da tempo le sue decisioni, diversificando le sue scelte. Semmai, adattando ciò che sta accadendo con questo gemellaggio, cementato dagli “incentivi”, con l’adagio “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, in Amiata c’è sinceramente di che preoccuparsi!

SOS Geotermia/Rete Nazionale NoGesi
Abbadia San Salvatore, 20 dicembre 2018


da Il Cittadino online.it del 20 dicembre 2018:

Rossi: “Niente agevolazioni alla geotermia? ci mobiliteremo”
Il presidente della Regione prevede “uno stallo negli investimenti con effetti negativi sul piano occupazionale e sui controlli ambientali che coinvolgeranno intere aree della Toscana”

FIRENZE – “Oggi abbiamo appreso che il contratto di programma Lega-5 Stelle non prevede che l’energia geotermica venga agevolata. Questo significa, se non verrà modificato, uno stallo negli investimenti con effetti negativi sul piano occupazionale e sui controlli ambientali che coinvolgeranno intere aree della Toscana. Voglio ribadire che di fronte a questo scenario continuerà la lotta e la mobilitazione dei cittadini e dei lavoratori delle aree geotermiche e l’impegno di Regione e istituzioni per approvare la legge che è già in discussione in Consiglio, una legge fortemente innovativa e che dà totali garanzie sul piano ambientale”.
Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine dell’incontro al Mise richiesto dalle Regioni per discutere dell’esclusione della geotermia dal regime di agevolazioni previsto dal decreto sulle rinnovabili. Erano presenti anche l’assessore all’ambiente Federica Fratoni, il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, in rappresentanza dei sindaci delle aree geotermiche, e il direttore della Direzione energia della Regione, Edo Bernini.
“Abbiamo chiarito al tavolo – sottolinea Rossi – che per il Titolo V della Costituzione l’energia è materia concorrente e quindi la Regione ha potestà legislativa. L’altro tema che abbiamo sollevato con grande chiarezza è quello che riguarda la determinazione delle royalties destinate ai territorio. La scelta spetta al Ministero dello sviluppo economico e la nostra preoccupazione è che nessuno voglia mettere le mani su ciò che Enel distribuisce ai Comuni.
“Il mio timore – è la valutazione dell’assessore Fratoni –, è che questo intervento normativ,o se dovesse essere inserito nel Fer 2, metterebbe insieme tecnologie diverse, non incentivando per un verso a sufficienza l’alta entalpia, che è la vera frontiera per arrivare alla toscana carbonfree, e dall’altro schiaccerebbe le possibilità di insediamento della media entalpia che è una frontiera tutto innovativa da scoprire per le quali ci sono già istanze di realizzazione di impianti”.
Sono 17 i Comuni geotermici toscani, suddivisi tra le Province di Pisa, Siena e Grosseto.
In Toscana è il cuore della produzione geotermoelettrica italiana, con più di 30 centrali per una potenza installata di quasi 900 megaWatt.
Gli occupati diretti sono 650 e quelli dell’indotto circa 2000. Se si considerano i fornitori dei fornitori, il totale arriva intorno alle 3000 unità.

I Pinocchietti della geotermia pulita

Cammellati dai sindaci e dai sindacati amici dell’Enel, vorrebbero portare il “verbo” in Amiata; peccato che ignorano o fanno finta di ignorare i dati ufficiali su emissioni e salute.

 

 

I sostenitori delle centrali ENEL di “GeotermiaSi” hanno ritenuto di dover contestare i dieci punti illustrati da SOS Geotermia relativi alle ricadute degli impianti geotermici Enel con tecnologia flash, sulla salute pubblica, ma lo fanno con affermazioni spesso faziose o ben poco documentate, cercando di gettare discredito sui comitati ambientalisti che in realtà non hanno alcun interesse economico né di altro tipo rispetto alle varie questioni ed alle problematiche rilevate.

Noi di SoS Geotermia abbiamo documentato le nostre argomentazioni relative alla possibile corresponsabilità degli inquinanti emessi dalle centrali geotermiche con gli eccessi di mortalità e malattie registrati in Amiata, citando sempre le fonti utilizzate.
“Geotermia Si” non contesta i numeri o le frasi riportate assumendo che non siano vere, ma sostiene che siano usati in termini non corretti e, per dimostrare le proprie tesi, estrapola dal contesto frasi e dati per nulla conclusivi.

Andiamo ad analizzarli:
1) mette in discussione il fatto che “i fluidi in Amiata abbiano diversa composizione chimica e siano più pericolosi”, non considerando che tali affermazioni sono riportate a chiare lettere nella Delibera della Giunta Regionale Toscana 344/2010 oltre che nello studio ARS e nei documenti Arpat;

2) mette in discussione quanto hanno scritto Basosi e Bravi nel 2013, poi nel 2015 su Qual’Energia, ma non quei numeri, quelle tabelle e quei confronti con gli impianti a carbone o a gas naturali che hanno convinto tali scienziati a scrivere che gli impianti geotermici sono più inquinanti delle centrali a combustibili fossili, a parità di potenza. “Geotermia SI” rispetto allo Studio Basosi-Bravi, sostiene che sia “uno studio superato dal nuovo assetto produttivo”, il che equivale a dire che, almeno negli anni in cui tale riassetto non era stato autorizzato, Enel avrebbe incassato comunque soldi pubblici destinati invece alle energie “pulite”. Ebbene, è evidente che si è trattato di una “ingiustizia” legalizzata;

3) considerato che le emissioni di gas climalteranti delle centrali geotermiche sono solo marginalmente influenzate dalle “nuove” tecnologie messe in atto, rimane di assoluto buon senso quanto il precedente Parlamento italiano, votando all’unanimità il 15 aprile 2015 la Risoluzione 8-00103 nelle Commissioni Industria e Ambiente, ha invitato il Governo, a: “assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale”;

4) GeotemiaSì, rispetto agli studi epidemiologici si guarda bene dal citare l’Allegato 6 dello studio CNR/2010 dal titolo eloquente “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali
e dati sanitari” , ignorando gli eccessi di mortalità registrati negli anni 2000, eccessi che rimango non chiariti.
GeotermiaSì concentrandosi, non a caso, solo sui dati più recenti, dove gli eccessi segnalati si riducono tenta di giustificare gli eccessi degli anni 2000 accreditando altre cause, ignorando quanto è documentato:
a) in merito alla questione secondo la quale se gli eccessi dipendessero dall’ambiente non vi sarebbe una disparità fra i sessi, SOS Geotermia ha più volte segnalato, evidentemente invano, come decine di studi epidemiologici attestino una diversa risposta di genere agli inquinanti di tipo ambientale.
b) riguardo al fatto che le “debolezze di salute” della popolazione amiatina esistevano prima dello sviluppo dell’attività geotermica, abbiamo invano segnalato il precedente Studio del Dott. Zapponi dell’Istituto Superiore della Sanità (I.S.S.), il quale dimostra che negli anni ‘80, fino al 1987, in Amiata non esistevano gli eccessi, rispetto ai dati regionali, registrati successivamente, specie per i tumori.
In merito all’argomento della mortalità precedente alle attività geotermiche in Amiata vedasi anche intervento dott. Francesco Cipriani a Radicondoli nel 2013.
c) rispetto ai grafici dello Studio Ars riportati da “GeotermiaSì”, occorre rilevare come non sia di alcuna utilità scientifica pubblicare grafici dell’andamento nei decenni del tasso di mortalità, per dimostrare l’esistenza di una riduzione della mortalità registrata anche in Amiata. Tale dato dal secolo scorso si riduce, così come avviene in tutto il mondo avanzato, grazie alle migliori cure, alle nuove medicine, al progresso economico e sociale ecc. Ciò che dovrebbe invece interessare è l’esistenza o meno degli eccessi rispetto ai dati attesi, ed il confronto con il resto della Toscana e con i residenti nei comuni non geotermici; è chiaro che questo confronto non interessa ai nostri detrattori ai quali chiediamo di commentare i dati che si ricavano dal sito ARS e che, per le mortalità associate a tutti i tumori e per entrambi i sessi, mostrano i seguenti valori rispetto al dato regionale:
Castel del Piano, -4%; Abbadia San Salvatore, +4%; Santa Fiora, +5%; Arcidosso, +13%; Piancastagnaio, +18% (media mobile 2003-2012, ultimo dato disponibile).

(Leggi meglio le tabelle nel comunicato in pdf)

Tali dati sono stati confermati anche dalla Dr.ssa Daniela Nuvolone in occasione dell’ultimo aggiornamento dello Studio InVetta tenutosi il 16 Ottobre 2018 ad Arcidosso.“GeotermiaSì” dovrebbe spiegarci perché di fronte a detti grafici ed ad una situazione di dimostrata criticità sanitaria dovremo sentirci “tranquilli” e/o tranquillizzati dalle loro “illuminate” (ed il senso è metaforico), interpretazioni? Ai compagni dei comuni Geotermici vorremmo far rilevare che la tesi degli stili di vita, modelli occupazionali e “fattori genetici o altri che ancora non conosciamo”, è ormai stata accantonata dalla stessa ARS, visto che è proprio l’attuale direttore dott. Voller che nel 2012 ha condotto uno studio sugli abitanti dell’Amiata rilevando come gli stili di vita di detta popolazione siano gli stessi dei comuni a 50 km non sede di centrali.
Non solo “GeotermiaSì” non si esime neanche “dall’analizzare”, lo studio INVetta, studio condotto sulla popolazione dell’Amiata proprio in considerazione degli eccessi sopra menzionati e qui, a nostro sommesso parere, la “inesattezze premeditate” raggiungono il limite di tollerabilità.
d) il Tallio, oggi individuato in concentrazioni preoccupanti nel sangue dei residenti in Amiata dall’ultimo Studio sulla salute (InVetta) e che secondo “Geotermia Si” “non sarebbe stato mai trovato nei fluidi geotermici, nemmeno con le strumentazioni più sensibili”, è invece rilevato da studi autorevoli, come il Patos 2 dell’Università di Firenze, promosso dalla Regione Toscana (pag. 26), e anche dall’Università di Siena nello “Studio geostrutturale, idrogeologico e geochimico ambientale dell’area amiatina”, Ottobre 2008, con concentrazioni nei terreni da doppie a triple, rispetto ad aree non geotermiche (pagine 301 e 307 del paragrafo “Elementi in traccia”).
e) sul Mercurio, non ci sono dubbi che le emissioni geotermiche in Amiata facciano registrare incrementi di concentrazione nell’aria e nei terreni in prossimità delle stesse centrali. Negarlo e cercare di attribuire la presenza di mercurio alle sole passate attività minerarie non è corretto, perché se è vero che esiste un problema di inquinamento prodotto dalle attività pregresse, essendo documentata la responsabilità del mercurio negli eccessi di mortalità registrati, non è lecito in nessun caso consentire di aggiungerne altro. Lo stesso studio dell’Università di Siena sopra citato, realizzato dal gruppo del prof. Riccobono, non può che rilevare (pagina 234) che: “per i suoli circostanti le centrali geotermoelettriche non può essere esclusa una influenza da parte del fallout di questi impianti”. L’inquinamento da mercurio del fiume Paglia e da lì al Tevere quindi al Mar Tirreno sta creando un problema ambientale e sanitario in tutto il Centro Italia, come dimostrano le stesse Regioni Toscana, Lazio ed Umbria alle prese da diversi anni con questo problema.

Infine, per sgombrare il campo a possibili repliche di “GeotermiaSì” che ci ripeterà senz’altro nella sua strenua difesa dello status quo, che le misurazione di ARPAT confermano che le emissioni delle centrali rispettano i limiti stabiliti, ribadiamo quanto è scritto nella Delibera della Giunta Regione Toscana 344/2010, che appunto ha stabilito tali limiti: “… tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi utilizzati”; tale affermazione peraltro manifesta un intollerabile conflitto di interesse perché l’Ente pubblico che compie questa scelta, evidentemente contraria all’art. 32 della nostra Costituzione, riceve contributi finanziari da ENEL.

Da ultimo rammentiamo a quelli che, stranamente, sembrano diventati i nostri contraddittori, un gruppo di cittadini che in primis dovrebbero essere interessati all’ambiente e alla salute di chi vi abita, come ormai da anni aspettiamo uno studio sugli effetti sinergici dei vari inquinanti presenti sul territorio ed emessi dalle centrali, effetti sinergici e cumulativi per i quali la letteratura scientifica ha in altri luoghi dimostrato la pericolosità. Ebbene, detto approfondimento forse dovrebbe interessare anche “GeotermiaSì” il cui impegno per le popolazioni delle aree geotermiche siamo certi non si limiterà agli interessi occupazionali ed economici.

In conclusione SoS Geotermia rimane disponibile ad un confronto pubblico su questi temi anche se riteniamo che i nostri principali interlocutori siano i Sindaci Geotermici, la Regione Toscana e gli organi sanitari competenti e che mai il confronto debba trasformarsi in un campo di battaglia fra cittadini i quali hanno tutti il comune interesse per la tutela della salute, del lavoro e dello sviluppo economico e sociale.

SOS Geotermia, Rete Nazionale NOGESI


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Il Cittadino online.it

Geotermia. Esame della situazione e richiesta formale incontro-audizione al Governo della Rete NoGESI

La Rete nazionale NoGESI ha inviato una informativa sulla geotermia al Governo e la formale richiesta di un incontro-audizione della Rete stessa.

 

Riportiamo di seguito il testo:

 

 

On. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Luigi Di Maio, Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico
On. Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno
On. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente,
On. Giulia Grillo, Ministro della Salute,
On. Alberto Bonisoli, Ministro dei Beni e le Attività Culturali
On. Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
On. Davide Crippa, Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico
On. Vannia Gava, Sottosegretario di Stato All’Ambiente
On. Salvatore Micillo, Sottosegretario di Stato all’Ambiente
Dr.ssa Elena Lorenzini, Vice Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico

e per conoscenza a:
On. Dario Tamburrano, Sen. Luca Briziarelli, On. Federica Daga, On. Gabriele Lorenzoni, Cons. Emanuele Fiorini, Cons. Valerio Mancini, Cons. Andrea Liberati, Cons. Silvia Blasi

Oggetto: Geotermia.
La Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) raggruppa a livello nazionale i molti comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste contrari alla politica seguita dai precedenti governi sulla geotermia.
Nata nel 2012 a Bolsena, al centro delle regioni Toscana, Lazio ed Umbria ove la privatizzazione del settore voluta dal Governo Berlusconi IV (D.Lgs.22/2010 e D.Lgs.28/2011) aveva avviato l’iter autorizzativo per future centrali geotermoelettriche “pilota”, la Rete Nazionale si era saldata alle lotte popolari contro la geotermia tradizionale (“flash”) dell’Enel in Amiata (Toscana) e con i primi comitati di opposizione nel Lazio ed in Umbria (in particolare Castel Giorgio).
Gli echi stampa e le proposte della Rete Nazionale NOGESI al Governo a valle delle due giornate di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica alla Camera dei Deputati (del marzo 2014 e del novembre 2015) sono indicati in allegato n.1 e n.2 (geo.879, geo.800a e geo.800b). Rendendosi conto della mobilitazione messa in campo dalla Rete Nazionale la Commissione VIII (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) e la Commissione X (Attività Produttive, Commercio e Turismo) della Camera dei Deputati ne richiedevano-in seduta congiunta- l’audizione il 19.01.2015 (allegato n.3-geo.678), oltre all’Enel e agli altri operatori attivati dalla predetta privatizzazione. Questi ultimi senza alcuna esperienza nel settore ed attratti solo dagli ingenti incentivi statali.
Nonostante qualche “apertura”, la Risoluzione finale del 14.05.2015 delle due Commissioni non centra i problemi denunciati dalla Rete Nazionale (allegato n.4-geo. 704). Noi l’abbiamo vissuta come un utile punto di partenza, purtroppo abortito. Ma oggi, nei confronti del nuovo Parlamento, ci è utile rammentarla come anche un nostro risultato positivo da cui avanzare. E infatti le iniziative negli anni prese dal MISE (anziché mesi, come voluto dal M5S) lasciano invariate le problematiche lamentate dai cittadini e dai loro comitati. E’ così che si incrudisce la lotta delle popolazioni in Toscana, Lazio ed Umbria (ed in Campania, con la bocciatura degli impianti pilota di Ischia(!) e Pozzuoli) con la discesa in campo dei sindaci dei siti prescelti dall’insediamento degli impianti geotermici pilota e tradizionali; in alcune località come a Castel Giorgio e Latera le lotte sono sostenute anche dai Consigli Regionali Umbria e Lazio, trascinati in particolare dai rappresentanti del M5S e della Lega.

Il Governo è in evidente difficoltà: dal 2011 non è stata realizzata alcuna centrale geotermica “pilota” e l’Enel con la sua tecnologia “flash” sente sempre di più opposizione ai suoi impianti che, in Toscana, non rispettano le vocazioni agricole e turistiche delle aree prescelte, oltre a creare problemi sanitari nei cittadini delle aree geotermiche (sono stati trovati livelli alti di mercurio e tallio nel loro sangue!): le aree geotermiche sono le più povere della Toscana e l’inquinamento da mercurio-provocato in Amiata dalle centrali geotermiche, via fiumi Paglia e Tevere- sta ormai invadendo il Centro Italia.

E così il Governo centrale indice a Firenze l’11.09.2017 sulla geotermia la più grande conferenza ministeriale di tutti i tempi che dovrà riunire rappresentanti del settore pubblico e privato per superare le barriere che hanno limitato finora la sua diffusione. Ma al di là delle pomposità della conferenza mondiale di Firenze gli “addetti ai lavori” confermano le criticità ed i rischi legati alle centrali geotermiche, come da anni i comitati denunciano.

E le “criticità” sono che (vedi allegato n. 5-geo.1726), secondo eminenti studiosi la produzione di gas climalteranti (in gran parte CO2) delle centrali flash dell’Amiata sono mediamente maggiori di quella di una centrale a metano, ed in alcuni casi vicina a quella di una centrale a carbone (e l’Enel a dire che nelle sue centrali geotermiche è assolutamente inevitabile che si emetta molta CO2!), le centrali pilota, con asserita totale re-immissione di gas nelle formazioni di provenienza, non riusciranno a farlo (è il parere di Enel, unica società in Italia con esperienza decennale nel settore geotermico) a causa dei troppo abbondanti gas disciolti nei fluidi geotermici tipici dell’Italia centrale (Toscana, Lazio e Umbria) con la conseguente produzione di inquinamento e gas climalteranti; non solo, ma la tecnologia flash dell’Enel emette idrogeno solforato e mercurio (anche uranio e tallio) per cui la stessa Enel sta cercando di parare il problema perché “la sommossa di tanti territori contro lo sfruttamento dell’energia rinnovabile che arriva dal sottosuolo è dilagante!”. Ma c’è di più: nella recente apertura di un fascicolo di indagine contro Enel della Procura della Repubblica di Grosseto è emerso che a proposito dei filtri AMIS (per la riduzione dell’idrogeno solforato ed il mercurio) le goccioline di condensa nelle torri di raffreddamento provocano polveri sottili e ultrasottili che sono direttamente scaricate in atmosfera attraverso le stesse torri di raffreddamento. Cioè dato che circa 2/3 di fluido geotermico evaporano in atmosfera, circa 2/3 dei sali disciolti nel fluido geotermico vengono direttamente emessi in atmosfera, creando una fonte di inquinamento ancora più pericolosa che non le sostanze originarie, con evidenti riflessi sulla salute dei cittadini coinvolti.
E dell’importanza di ridurre gli impatti sui cambiamenti climatici per le loro conseguenze dirette sulla vita, i mezzi di sussistenza, il benessere, il tempo libero e le scelte delle persone, nonché la sicurezza e la salute della popolazione del pianeta, si è soffermato l’incontro internazionale di Katowice 2018 iniziato nei giorni scorsi, in quanto molti settori socio-economici sono direttamente dipendenti dalle condizioni climatiche e ne stanno già affrontando i cambiamenti: agricoltura, turismo, energia, salute, silvicoltura ne rappresentano alcuni esempi (Commissione Europea, 2013). E’ pertanto interesse del Governo ridurre la produzione di gas climalteranti prodotti dalla tecnologia geotermica “flash” e “pilota” e non incentivare tale scelta che ha effetti sul clima (vedi allegato n. 6- immagine a lato).

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La questione della geotermia finisce anche al Parlamento Europeo per merito del gruppo M5S. L’on. Tamburrano denuncia che nelle centrali geotermiche italiane “a causa della tecnologia che esse adottano e delle caratteristiche dei fluidi geotermici presenti nel sottosuolo, le emissioni che rilasciano in atmosfera contengono sostanze altamente tossiche provenienti dalle profondità della Terra come arsenico, mercurio, acido solfidrico, ammoniaca, radon. I cittadini della zona e numerosi geologi denunciano inascoltati questa situazione da anni. Noi siamo al loro fianco”. (vedi allegati n.7-geo.1805, n. 8-geo.1977 e n. 9- geo.1978).

Finché intorno alla geotermia ruoteranno enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori. Per cui crediamo necessaria una seria e profonda riflessione sull’energia geotermica in Italia e se non sia il caso di indirizzare gli incentivi al settore delle pompe di calore (come recita la predetta Risoluzione Parlamentare del 2015, finora inapplicata, “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano”) ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione” (come gli scambiatori di pozzo (DBHE) e i generatori termoelettrici (TEG), come stanno facendo paesi all’avanguardia della tecnica come gli USA ed il Giappone, e ridurre o annullare gli incentivi alla geotermia ad alta e media entalpia.

Abbiamo voluto portare la nostra esperienza di anni di lotta contro le scelte dei Governi precedenti sulla geotermia, perché il nuovo Governo ne tenga conto e decida nell’interesse dei territori, dei cittadini e del Paese.

Pertanto ci mettiamo a disposizione sin da subito, chiedendo di essere ascoltati.

Distinti saluti,
Velio Arezzini, portavoce Rete Nazionale NOGESI

7.12.2018

I comitati fanno informazione, i sindaci minacciano denunce (con i soldi degli altri?)

Il Tirreno 4 dicembre 2018

Ringalluzziti dal raduno pro centrali Enel di Larderello, ci vogliono portare in tribunale per “procurato allarme”. Peccato che gli stessi dati pubblici, gli scienziati e la magistratura si esprimano diversamente. Se questo è il confronto che vogliono lo faremo anche nei tribunali, ma (come fanno i comitati) che paghino le cause con i loro soldi e non con le casse pubbliche.

 

Il sindaco di Castelnuovo Valdicecina, Alberto Ferrini, afferma che sta lavorando con gli altri sindaci per avviare iniziative legali “forti” al fine di impedirci di “strumentalizzare il tema della salute pubblica” e invoca il reato di Procurato Allarme, scritto con lettere maiuscole per accentuare il suo pensiero, reato introdotto nel 1930 dal Codice Rocco, a cui tutti i democratici sono particolarmente legati. Lui parla di una “inesistente questione sanitaria” e chiude sollecitando gli altri sindaci: “dobbiamo intraprendere azioni legali anche insieme”, facendo intendere con i soldi della collettività.
Questi signori così disponibili alla libera espressione delle idee e al confronto civile di opinioni anche molto differenti, debbono sapere diversi fatti, che di seguito elenchiamo, per evitare di spendere inconsapevolmente e inutilmente soldi pubblici al solo fine di intimorire i loro avversari, perché potrebbero rispondere delle loro azioni personalmente davanti alla Corte dei Conti.

Questi i dieci fatti, che ci fanno sostenere che siamo in buona compagnia:

1-il CNR di Pisa, nel 2010, comparando i dati sanitari standardizzati, ha registrato un eccesso di mortalità negli uomini del +13% tra i residenti dei Comuni geotermici, sia nei confronti dei comuni limitrofi, sia nei confronti di quelli regionali, supposti pari a quelli attesi, collegandolo alle concentrazioni crescenti di diversi inquinanti emessi anche dalle centrali geotermiche e misurati nei vari comuni, come dimostra in modo chiarissimo l’Allegato 6 al suddetto Studio dal titolo significativo “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali
e dati sanitari” . Tali eccessi in diversi comuni raggiungono per i tumori negli uomini il + 30%. A pag.162 dello Studio, nel paragrafo 6.2, dal titolo significativo: “Considerazioni sui risultati delle analisi della Mortalità” si legge che: “Negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia al riferimento generale”. ARS e ARPAT non hanno saputo fino ad oggi individuare le cause di tali eccessi e non hanno saputo spiegare come mai il precedente Studio (1) dell’Istituto Superiore della Sanità dimostra che tali eccessi negli anni ‘80 in Amiata non esistevano. I molti studi di carattere sanitario, commissionati dalla Regione allo scopo di tranquillizzare, non hanno trovato ad oggi nessuna relazione. Dall’ultimo aggiornamento dello Studio InVetta emerge che il 64% delle persone sottoposte alle analisi risulta avere almeno un metallo pesante superiore ai valori di riferimento SIVR. Ciò nonostante, in questi anni sono stati in molti, dal presidente Rossi a diversi Sindaci ad attribuire tali eccessi di mortalità agli stili di vita, all’alimentazione, all’alcol, al tabacco, a Venere…, ma, sia l’ARS, che l’ha dimostrato analiticamente, sia tutti i residenti sanno che gli stili di vita dagli anni ‘80 agli anni 2000 non si sono affatto modificati e non sono particolari; è solo aumentata la potenza installata delle centrali geotermiche.
(1) G.A. Zapponi in “Geotermia e risorse naturali”, 1996, ed. LARAS, Comune di Piancastagnaio.

2- l’ENEL Green Power ha già tentato di far condannare dal Tribunale di Grosseto in ambito civile un attivista di SOS Geotermia, accusato dalla stessa ENEL G.P. di aver scritto che le emissioni geotermiche in Amiata erano costituite da sostanze inquinanti, pericolose per la salute pubblica. Il Tribunale ha scagionato il nostro compagno e ha condannato l’ENEL Green Power a pagare tutte le spese processuali;

3- la Procura della Repubblica di Grosseto ha aperto un fascicolo di indagini, iscrivendo l’Amministratore Delegato di ENEL Green Power, ing.Montemaggi, quale persona informata delle indagini a suo carico, per l’ipotesi di reato di emissioni fuori norma delle centrali di Bagnore di Santa Fiora. Il procedimento è in corso davanti al GIP;

4- il Prof.Riccardo Basosi, nominato dal Ministro della Ricerca quale rappresentante italiano nel Comitato di Horizon 2020, Programma della ricerca europea per le tecnologie energetiche, ha scritto in QualEnergia, giugno 2015: “Dal punto di vista del potenziale di acidificazione (ACP), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone di pari potenza elettrica. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas”. E’ a tutti noto che le centrali a carbone sono le centrali più inquinanti e pericolose per la salute pubblica;

5- La Risoluzione 8-00103, votata all’unanimità il 15 aprile 2015 dalle Commissioni parlamentari VIII – Industria e Attività produttive (presidente On.Epifani) e X “Ambiente” (presidente On.Realacci), chiede al Governo esattamente quello che questi sindaci stanno contestando, cioè di “assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale”, giustificando questo suo indirizzo, solo oggi in via di elaborazione al MISE, poiché ripetutamente sollecita che: “si tenga conto in particolare delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità”. Quelle due Commissioni avevano ascoltato in precedenti audizioni diversi scienziati;

6- il Parlamento Europeo ha segnalato la necessità di limitare i contributi pubblici alle tecnologie geotermiche più inquinanti;

7- la maggioranza dei Comuni geotermici e Comuni confinanti, consultati dalla Regione Toscana al fine di definire quali siano le Aree Non Idonee alla geotermia del loro territorio, hanno deliberato che il 100% del proprio territorio NON è idoneo a sopportare impianti geotermici a media e alta entalpia. Tali Comuni alla data del 15.4.2018, sono ben 28 su 44, tra cui diversi Comuni definiti Geotermici. Sono tutti allarmisti?

8- la Regione Toscana, avendo ricevuto dal Parlamento italiano la delega a stabilire i limiti di emissione per le centrali geotermoelettriche, ha ritenuto di fissare tali limiti con la Delibera di Giunta Regionale n. 344/2010, ma nel riportare i limiti di emissione premette che “…tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi utilizzati”. Ciò significa che il non superamento dei valori di emissione non garantisce affatto la tutela sanitaria;

9- nella stessa Delibera GR Toscana n. 344/2010 è scritto: “I livelli di emissione di ammoniaca sono estremamente significativi e rappresentano per importanza, dopo l’agricoltura, la seconda sorgente regionale di emissione per questo inquinante. A pagina 33, paragrafo 3, si legge relativamente alla ammoniaca: “La riduzione delle emissioni di questo inquinante è importante soprattutto perché, tra l’altro, l’ammoniaca partecipa alla formazione della componente inorganica del PM10 secondario sotto forma di solfati e nitrati di ammonio”. A Pagina 37 si fa notare: “come queste emissioni siano concentrate essenzialmente nell’area dell’Amiata, dove l’emissione specifica di NH3 per centrale è di circa 620 tonnellate [all’anno, n.d.r.] contro le 100 tonnellate nell’area tradizionale Val di Cornia, le 120 tonnellate nell’area Travale-Chiusdino e le 160 dell’area tradizionale Larderello. I dati mostrano chiaramente come le Centrali nell’area Amiata presentino emissioni specifiche di ammoniaca decisamente superiori a quelle di tutte le altre zone geotermiche. L’attuale tecnologia degli impianti geotermoelettrici non consente di ridurre in maniera significativa le emissioni di ammoniaca. Lo stesso AMIS ha un effetto parziale al momento non quantificabile rispetto all’emissione complessiva”.
A pag. 58: si delineano scenari riguardanti, tra le altre, le emissioni di mercurio e si afferma come “l’area amiatina rappresenta di gran lunga la maggior fonte di emissione di questo inquinante”;

10- nel parere con prescrizioni all’esercizio della centrale di Bagnore 4, a firma del dr. Spagnesi, dirigente della USL, si legge “…Si precisa che per i valori totali degli elementi chimici tossici si deve perseguire l’obiettivo di minimizzare la loro presenza sia in termini di concentrazione che di carico di massa. Gli attuali limiti di legge (Dlgs 152/2006 allegato 5 Tabella n.1) previsti per le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) nel suolo, sottosuolo e acque sotterranee per la destinazione d’uso di verde pubblico, privato e residenziale non devono essere considerati un limite auspicabile. Ciò che dobbiamo perseguire è la minimizzazione della contaminazione ambientale”.

Rattrista e fa indignare vedere come amministratori eletti per tutelare gli interessi e la salute dei cittadini, i loro territori e l’ambiente, assumano posizioni antiscientifiche, antieconomiche e anche contro il buon senso, senza rendersi conto che la geotermia industriale, inquinante e speculativa, che porta alla monocoltura, è ormai alla fine; è solo questione di tempo. Prolungarne la vita solo grazie agli incentivi pagati sulle bollette serve solo a prolungarne l’agonia e fare ulteriori e gravi danni alla salute e ai territori.

SOS Geotermia, aderente alla Rete NoGESI


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“SEGUI I SOLDI”, PER QUESTA VOLTA NON PARLIAMO DI SALUTE

Aiutiamo i sindaci, consiglieri, onorevoli geotermici: la geotermia non conviene. Perchè allora trova sostenitori tra i rappresentanti eletti dei cittadini? Possibile non conoscano “i numeri” della geotermia?

 

 

 

Con la scomparsa degli incentivi alla geotermia nella bozza di decreto FER1 che è in itinere stiamo assistendo ai peana dei sindaci geotermici, di alcuni consiglieri regionali, di qualche parlamentare e del presidente della Toscana Rossi, che continuano a “dare i numeri” sui disastri che tale decreto causerebbe.

Oggi vogliamo, solo per un attimo, accantonare le ricadute sulla salute e sull’ambiente e fare due conti sui soldi e sui posti di lavoro.

Cercheremo di capire (e far capire ai paladini della geotermia) come funziona il meccanismo economico della geotermia, armatevi di santa pazienza e seguiteci…

A. QUALI SONO GLI INCENTIVI DI CUI BENEFICIA LA GEOTERMIA INDUSTRIALE (fino ad oggi solo Enel):

Gli incentivi statali attuali per la produzione di energia elettrica con la geotermia sono di 2 tipi:
1) Ex Certificati verdi per le centrali costruite fino al 2012;
2) Tariffe incentivanti definite dal D.M. 6 luglio 2012, aggiornato dal D.M. 23 giugno 2016, per le nuove centrali.

B. COME SI CALCOLANO GLI INCENTIVI -il riferimento è all’anno 2016 di cui si hanno tutti i dati-:

Gli incentivi sono erogati in base alla produzione di energia elettrica delle centrali; il loro valore viene definito di anno in anno secondo parametri che fanno riferimento al prezzo medio di cessione dell’energia elettrica.

CALCOLO DELL’INCENTIVO EX CERTIFICATO VERDE (CV)
Dal 2016, come previsto dal Decreto Ministeriale 6 luglio 2012, il meccanismo dei Certificati Verdi (CV) è sostituito da una nuova forma di incentivo. I soggetti che hanno già maturato il diritto ai CV (titolari di impianti a fonti rinnovabili) conservano il beneficio per il restante periodo agevolato, ma in una forma diversa. Il nuovo meccanismo, infatti, garantisce sulla produzione netta di energia la corresponsione di una tariffa in euro da parte dello Stato aggiuntiva ai ricavi derivanti dalla valorizzazione dell’energia.

L’incentivo, anche detto tariffa incentivante, viene così calcolato:
I = k x (180 – Re) x 0,78
L’incentivo (I) è dunque commisurato al prodotto tra il coefficiente (k) e la differenza tra il valore di riferimento di un CV (180 euro/MWh) ed il prezzo di cessione dell’energia (Re); il tutto moltiplicato per 0,78. (Fonte GSE)
Il coefficiente k per le centrali in funzione prima del 2007 è pari a 1 mentre per le centrali geotermiche entrate in funzione dopo il 2007 vale 0,9; il prezzo di cessione dell’energia Re per il 2016, calcolato dall’ Autorità per l’energia e il gas (ex AEGG ora ARERA), è 42,38 €/MWh .

CALCOLO INCENTIVO CENTRALI COSTRUITE DOPO IL 2012 (1)
Per le centrali ad alta entalpia costruite dopo il 2012 il meccanismo di calcolo dell’incentivo fa riferimento al D.M. 6 luglio 2012 aggiornato dal D.M. 23 giugno 2016 (2). In questo caso si parte dalla Tariffa incentivante (Tb + Pr) definita in base alle caratteristiche della centrale ed a questa deve essere sottratto il valore orario del prezzo zonale (Pz) dell’energia immesso in rete. Nel calcolo successivo invece che Pz si fa riferimento al prezzo medio annuale Re definito dall’Autorità per l’energia e il gas (ex AEGG ora ARERA). Nei decreti citati, vedi estratto sotto, sono specificati i meccanismi di calcolo delle tariffe incentivanti e dell’incentivo.
Nel caso di Bagnore 4, in Amiata, la tariffa incentivante è pari a 99 €/MWh quindi l’incentivo è:
Inuovo = Tb + Pr – Re = 99 €/MWh – 42,38 €/MWh = 56,62 €/MWh.

C. PRODUZIONE NETTA DI ENERGIA NELLE CENTRALI GEOTERMOELETTRICHE ENEL NEL 2016 (Fonte: Enel )

La produzione netta delle centrali Enel nell’Anno 2016 è stata di 5.836,384 GWh così ripartita:
1) 4.986,151 GWh nelle centrali entrate in funzione prima del 2007
2) 513,251 GWh nelle centrali entrate in funzione tra il 2007 e il 2012
3) 336,982 GWh nella centrale costruita dopo il 2012 (BAGNORE 4)

D. INCENTIVI STATALI EROGATI NELL’ANNO 2016

Sulla base dei meccanismi di calcolo definiti nel punto B, gli incentivi per le tre tipologie di centrali sono i seguenti:
1) 107,344 €/MWh per le centrali entrate in funzione prima del 2007
2) 96,61 €/MWh per le centrali entrate in funzione tra il 2007 e il 2012
3) 56,62€/MWh per la centrale costruita dopo il 2012 (BAGNORE 4)

Quindi il valore degli incentivi è :

1) 4.986.151 MWh X 107,344 €/MWh = 535.233.393 € +
2) 513.251 MWh X 96.61 €/MWh = 49.585.179 € +
3) 336.982 MWh X 56,62 €/MWh = 19.079.921 € +

TOTALE INCENTIVI = 603.898.493 €

E. RICAVI DALLA VENDITA DELL’ENERGIA ELETTRICA

Oltre agli incentivi statali l’Enel incassa altri denari dalla vendita dell’energia eletrrica.
Facendo riferimento al valore medio di cessione definito dall’AEEG (ora ARERA) che per il 2016 è stato pari a 42,38 €/MWh, l’Enel ha ricavato dalla vendita dell’energia elettrica prodotta:

42,38 €/MWh x 5.836.384 MWh = 247.345.954 €

F. QUANTO COSTA REALMENTE L’ENERGIA GEOTERMOELETTRICA (2016):

Sommando quindi gli INCENTIVI e la VENDITA dell’energia, il RICAVO COMPLESSIVO dell’Enel per il 2016 è stato pari a:

603.898.493 + 247.345.954 = 851.244.447 €

Il COSTO REALE dell’energia geotermoelettrica è quindi:
851.244.447 € : 5.836.384 MWh = 145,85 €/MWh

mentre il valore medio definito dall’ Autorità per l’energia e il gas (ex AEGG ora ARERA) è:
42,38 €/MWh

cioè L’ENERGIA GEOTERMICA COSTA PIU’ DEL TRIPLO!!!

F) INCENTIVI E POSTI DI LAVORO

Attualmente gli occupati in Toscana nel settore geotermoelettrico sono i seguenti:

Occupati ENEL (al 31 /12 /2016): 688
Occupati nell’indotto, prendendo per buoni i numeri dati dall’Enel nel 2016: oltre 1000
TOTALE: circa 1700 posti di lavoro
-considerando gli incentivi, costano 603.898.493 : 1700 = 355.234 € ciascuno

QUANTI STIPENDI SI POTREBBERO PAGARE CON QUESTI INCENTIVI
Ipotizzando un costo lordo annuo di 50.000 € per ogni posto di lavoro, si potrebbe, con i soli incentivi geotermici del 2016, garantire l’occupazione in attività più rispettose dell’ambiente a:
(Incentivi Geotermici) 603.898.493 € : 50.000 € = 12.078 POSTI DI LAVORO!

Si potrebbero anche incentivare i piccoli impianti fotovoltaici/pompe di calore per l’autosufficienza energetica…

G) SOLDI AGLI ENTI LOCALI DALLA GEOTERMIA

I contributi sono di 2 tipi:
1) Quelli previsti dalle leggi nazionali (D.L. 11 febbraio 2010 N.22)
2) Le compensazioni ambientali previsti dal protocollo d’intessa Enel- Regione Toscana del 2007

1) Contributi agli enti locali per lo sfruttamento della risorsa geotermica (articolo 16 del D.L. 11 febbraio 2010 N.22)

Canone annuo per la ricerca geotermica: 325 €/Km² alla regione
Canone annuo concessione geotermica: 650 €/Km² alla regione
Questi canoni vengono aggiornati annualmente tenendo conto del 100% dell’indice Istat.

Contributo ai comuni della concessione per la produzione di energia elettrica: 1,3 €/MWh
(Il 60% del contributo viene dato al comune sede di centrali, il resto ripartito tra gli altri comuni della concessione in base alla percentuale di territorio). L’energia elettrica prodotta nel 2016, dalle centrali Toscane, è stata 5.836.384 MWh quindi il contributo ai comuni è: 5.836.384 x 1,3 € = 7.587.299 € complessivi.

Contributo alla regione Toscana per la produzione di energia elettrica: 1,95 €/MWh.
Le concessioni geotermiche della Toscana sono complessivamente 492,95 Km² quindi il canone annuo da versare alla regione è: 492,95 Km² x 650 x 1,081* € = 346.371 € (* 1,081 rappresenta l’aggiornamento Istat rispetto al 2010)
Il contributo alla regione per energia prodotta nel 2016 è:
5.836.384 x 1,95 € = 11.380.949 €.

2) Compensazioni ambientali previste nell’accordo Enel – Regione Toscana

In base al protocollo d’intesa del 2007, l’Enel verserà ai comuni interessati dalle concessioni 650.000 € per ogni MW aggiuntivo rispetto all’esistente a titolo di compensazioni ambientali (articolo 4). Queste compensazioni sono ripartite in 10 anni ed il 60% è destinato al comune sede della nuova centrale.
Nel protocollo è previsto un ulteriore stanziamento a favore della regione, per iniziative varie, pari a 1.250.000 € per ogni MW aggiuntivo (articolo 5).
La potenza delle nuove centrali installate dopo il 2007 è 120 MW.
Quindi per queste nuove centrali, l’Enel verserà ai comuni della concessione complessivamente 78.000.000 € (7.800.000 € all’anno per 10 anni) e alla regione complessivamente 150.000.000 € (15.000.000 € all’anno per 10 anni) .

TOTALE INCASSATO NEL 2016 DAGLI ENTI LOCALI (Regione e Comuni)

Escludendo gli incassi derivanti dai canoni dei permessi di ricerca, sommando quindi: 1.Contributi e 2.Compensazioni, nell’anno 2016, il totale complessivo è il seguente:
Canone concessioni + Contrib. comuni + Contrib. regione + Compens. comuni + Compens. Regione = 346.371 € + 7.587.299 € + 11.380.949 € +7.800.000 € + 15.000.000 € = 
TOTALE ANNO 2016 = 42.114.619 € 

H. MA CHI PAGA GLI INCENTIVI ELARGITI DALLO STATO?

Gli incentivi per le centrali geotermiche sono prelevati dalle bollette elettriche pagate dai cittadini sotto la voce “oneri di sistema”.
La voce “oneri di sistema” relativa alle fonti energetiche rinnovabili, tra le quali è compresa la geotermia, si chiama “A3”.
Negli ultimi anni questa voce ha rappresentato una percentuale compresa tra il 19% e il 25% della bolletta di una famiglia media.

Questi sono i CONTI reali, al netto di possibili imprecisioni dovute al fatto che chi si batte nei comitati contro la geotermia non nasce esperto del settore, ma si è dovuto, nel tempo, documentare e studiare i dati.
Se ci siamo riusciti noi, ci chiediamo come è possibile che i nostri amministratori, i nostri sindaci, il presidente Rossi, non conoscano questi dati?
Con uffici tecnici e personale certo più preparato di noi dovrebbero da tempo sapere da dove vengono e dove vanno i soldi e a chi conviene davvero la geotermia industriale: perchè non mettono a conoscenza i cittadini che li hanno eletti degli enormi flussi di denaro che ruotano intorno alla geotermia??
Ci smentiscano con i dati oppure chiedano scusa, cambino rotta e si impegnino per la CHIUSURA delle centrali geotermoelettriche inquinanti e speculative come da anni chiedono comitati e cittadini.

Il giudice Giovanni Falcone usava dire “Segui i soldi”, noi aggiungiamo “…e capirai”.

Sos Geotermia


NOTE:
1) PRECISAZIONE SUL CALCOLO INCENTIVO CENTRALI COSTRUITE DOPO IL 2012

Nei calcoli che abbiamo fatto l’incentivo viene calcolato facendo riferimento al prezzo medio di cessione annuale dell’energia Re definito da ARERA nel 2016 invece che Pz quindi l’incentivo calcolato è approssimato, ma comunque reale.
Il meccanismo di calcolo dell’incentivo, a partire dalla tariffa incentivante prevista per le centrale costruita dopo il 2012, è in realtà più complesso di quello utilizzato in questo documento perché fa riferimento alla quotazione oraria dell’energia prodotta in quella zona. Qui di seguito è riportato parte della Tabella 1 del D.M. del MISE del 23 giugno 2016 relativa alla procedura di calcolo:
Il GSE provvede per ciascun impianto alla determinazione dell’incentivo Inuovo sulla base dei dati della produzione di energia elettrica netta immessa in rete e dei prezzi zonali orari, applicando per gli impianti nuovi la seguente formula:
Inuovo= Tb + Pr – Pz
dove:
* Tb è la tariffa incentivante base ricavata per ciascuna fonte e tipologia di impianto dalla tabella 1.1 nonché, qualora l’impianto abbia partecipato con esito positivo a una procedura d’asta, ridotta della percentuale aggiudicata nella medesima procedura;
* Pr è l’ammontare totale degli eventuali premi a cui ha diritto l’impianto;
* Pz è il prezzo zonale orario, della zona in cui è immessa in rete l’energia elettrica prodotta dall’impianto.
Nel caso in cui il valore dell’incentivo risulti negativo:
a) * esso è posto pari a zero per gli impianti che accedono agli incentivi a seguito di partecipazione alle procedure d’asta;
b) * per gli altri impianti, il valore è mantenuto negativo e il GSE effettua gli opportuni conguagli nell’ambito della liquidazione degli importi, con le modalità di cui all’articolo 22
del DM 6 luglio 2012.

2) ESTRATTI DAI D.M. 6 LGLIO 2012 e D.M. 23 GIUGNO 2019
TARIFFE INCENTIVANTI BASE (Tb) IN VIGORE DAL 2012 (Previste dal D.M. 6 luglio 2012 e aggiornate con D.M. 23 giugno 2016):

POTENZA CENTRALE
GEOTERMOELETTRICA (P) – KW 1<P≤1.000 1.000<P≤5.000 P>5.000

VITA UTILE DEGLI IMPIANTI – Anni 20 25 25

TARIFFA INCENTIVANTE BASE – €/MWh 134 98 84

PREMI PER L’USO DI TECNOLOGIE AVANZATE (Pr) (D.M. 23 giugno 2016 art.20 comma 1)
Le tariffe base sono incrementate di:
> 30 €/MWh in caso di totale reiniezione del fluido nella stessa formazione di origine
> 30 €/MWh per i primi 10 MW di impianti in nuove concessioni di coltivazione geotermica
> 15 €/MWh per impianti ad alta entalpia che abbattono il 95% di idrogeno solforato e mercurio.

TARIFFA INCENTIVANTE PER CENTRALI BINARIE MEDIA E ALTA ENTALPIA (D.M. 23 giugno 2016 art.20 comma 2)
Oltre alle tariffe incentivanti viste in precedenza (con i relativi premi), è prevista una tariffa incentivante specifica per centrali a media entalpia (max 151°C) o alta entalpia che utilizzano tecnologie avanzate non ancora pienamente commerciali (n.d.r. Centrali Binarie)
Questa tariffa è di 200 €/MWh per la media entalpia (max 151°C) ed è garantita per 25 anni.
Se la temperatura del fluido è superiore a 151°C la tariffa viene ridotta di 0,75€/MWh per ogni grado superiore a 151°C.

MIRACOLI DELLA GEOTERMIA: BASTA ANNUNCIARE CHE TOLGONO GLI INCENTIVI ALL’ENEL E IL LAVORO TRIPLICA!!

Dopo l’annuncio che (forse) la geotermia verrà esclusa dagli incentivi per le rinnovabili, in un solo mese i lavoratori di questo settore sono TRIPLICATI (!!!) passando da 1700 a 5000.

 

 

 

Il 2 novembre un articolo di Greenreport (sponsorizzato da Cosvig, che gestisce gli incentivi toscani…) dice che la geotermia toscana “occupa circa 1.700 addetti tra diretti e indotto”, riprendendo gli stessi numeri forniti da un dossier del Corriere della Sera (Corriere Fiorentino) del 18 settembre 2017 che indicava, appunto, “occupati tra 650 e 700, oltre a un indotto indiretto di circa mille posti di lavoro”. Questo dato è di fonte Enel (oste, com’è il vino?) come dichiararono i consiglieri PD Pieroni e Nardini che il 22 marzo 2016 visitarono le centrali con la Commissione regionale Ambiente e dichiararono: “i dati illustratici questa mattina dai dirigenti di Enel… …700 dipendenti diretti e più di 1000 nell’indotto”.

Poteva mancare il sindacato geotermico? La Cisl, per fare la brava arriva a “circa 1.800 persone, tra occupazione diretta e indotto” (ToscanaOggi.it fonte agenzia Dire).
La Cgil rilancia e parla di “oltre 2.100 occupati tra interni ed esterni” (Il Tirreno)

Il 9 novembre La Nazione dice che i lavoratori sono 2.150, “650 nelle centrali di Enel Green Power e 1.500 nell’indotto”.

Il 9 novembre un comunicato di Toscana notizie (organo della Regione) dice che “gli occupati diretti sono 650 e quelli dell’indotto circa 2000”, e siamo a 2.650. Ma non basta, poco sotto, aggiungendo …l’indotto dell’indotto dell’indotto…. si raggiungono le “oltre 4000 le persone coinvolte, così suddivise: addetti occupati direttamente 650, addetti dei fornitori 2.000, altri addetti attivati dai fornitori dei fornitori 780, addetti attivati dai lavoratori per i consumi 890”.

La Nazione, 25 novembre

Anche Greenreport, che di solito è la grancassa della geotermia industriale toscana, vedendosi superato a destra, sempre il 9 novembre, per bocca del sindaco di Pomarance, Martignoni, arriva a “circa 800 occupati diretti e 1.200-1.500 

nell’indotto”, quindi sui 2.000/2.300 totali.

Ma La Nazione non ci sta e il 25 novembre, riprendendo dichiarazioni del presidente Rossi, afferma che i lavoratori sono 650 enel + 4350 indiretti, quindi 5.000 !!!

E’ chiaro e scoperto il giochino del ricatto occupazionale che viene messo in atto ogni qualvolta si chiede a qualche padrone di rispettare le leggi (ultimo caso l’ILVA). La cosa che salta agli occhi sulla geotermia toscana è la cialtronaggine di quanti, per paura di veder scomparire gli incentivi (pagati dai soliti cittadini in bolletta), non esitano a fare a gara a chi la spara più grossa!
E ancora non siamo a Natale, chissà cos’altro s’inventeranno…

Ormai le persone sono stanche e arrabbiate con un sistema di sfruttamento selvaggio dei territori, che devasta salute e ambiente e, paradossalmente, NON PRODUCE OCCUPAZIONE IN PROPORZIONE AGLI INCENTIVI ELARGITI! se solo si investissero i 600 milioni di incentivi (anno 2016) in posti di lavoro, calcolando il costo di 50 mila euro per lavoratore, si creerebbero 12.000 posti di lavoro, altro che chiacchiere.

La cosa certa è che gli occupati delle centrali toscane arrivano a circa 600 addetti che sono pari a quelli occupati nel turismo nel solo comune di Casole d’Elsa, dove un sindaco più attento agli interessi e alla salute della sua comunità, ha preso atto che, a seguito di un referendum sulla realizzazione di un impianto in cui il NO ha raggiunto il 93,4 %, la geotermia nel suo comune “non s’ha da fare”.

Ribadiamo quindi che l’eliminazione degli incentivi alla geotermia industriale speculativa e non rinnovabile è sacrosanta; ci auguriamo che su questo il Governo resista alle pressioni dell’Enel, di Rossi e dei loro supporter e non faccia marcia indietro.

Proponiamo che quanto tolto alla geotermia sia investito nei territori cd. geotermici per convertire l’occupazione nello sviluppo di fonti realmente rinnovabili, a cominciare dai piccoli impianti fotovoltaici e pompe di calore, in grado di realizzare una vera autosufficienza energetica ed una economia locale di supporto.

Sos Geotermia, Comitato Salvaguardia Ambiente M.Amiata,
Rete NoGESI, Medicina Democratica


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