Geotermia. Esame della situazione e richiesta formale incontro-audizione al Governo della Rete NoGESI

La Rete nazionale NoGESI ha inviato una informativa sulla geotermia al Governo e la formale richiesta di un incontro-audizione della Rete stessa.

 

Riportiamo di seguito il testo:

 

 

On. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Luigi Di Maio, Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico
On. Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno
On. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente,
On. Giulia Grillo, Ministro della Salute,
On. Alberto Bonisoli, Ministro dei Beni e le Attività Culturali
On. Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
On. Davide Crippa, Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico
On. Vannia Gava, Sottosegretario di Stato All’Ambiente
On. Salvatore Micillo, Sottosegretario di Stato all’Ambiente
Dr.ssa Elena Lorenzini, Vice Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico

e per conoscenza a:
On. Dario Tamburrano, Sen. Luca Briziarelli, On. Federica Daga, On. Gabriele Lorenzoni, Cons. Emanuele Fiorini, Cons. Valerio Mancini, Cons. Andrea Liberati, Cons. Silvia Blasi

Oggetto: Geotermia.
La Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) raggruppa a livello nazionale i molti comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste contrari alla politica seguita dai precedenti governi sulla geotermia.
Nata nel 2012 a Bolsena, al centro delle regioni Toscana, Lazio ed Umbria ove la privatizzazione del settore voluta dal Governo Berlusconi IV (D.Lgs.22/2010 e D.Lgs.28/2011) aveva avviato l’iter autorizzativo per future centrali geotermoelettriche “pilota”, la Rete Nazionale si era saldata alle lotte popolari contro la geotermia tradizionale (“flash”) dell’Enel in Amiata (Toscana) e con i primi comitati di opposizione nel Lazio ed in Umbria (in particolare Castel Giorgio).
Gli echi stampa e le proposte della Rete Nazionale NOGESI al Governo a valle delle due giornate di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica alla Camera dei Deputati (del marzo 2014 e del novembre 2015) sono indicati in allegato n.1 e n.2 (geo.879, geo.800a e geo.800b). Rendendosi conto della mobilitazione messa in campo dalla Rete Nazionale la Commissione VIII (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) e la Commissione X (Attività Produttive, Commercio e Turismo) della Camera dei Deputati ne richiedevano-in seduta congiunta- l’audizione il 19.01.2015 (allegato n.3-geo.678), oltre all’Enel e agli altri operatori attivati dalla predetta privatizzazione. Questi ultimi senza alcuna esperienza nel settore ed attratti solo dagli ingenti incentivi statali.
Nonostante qualche “apertura”, la Risoluzione finale del 14.05.2015 delle due Commissioni non centra i problemi denunciati dalla Rete Nazionale (allegato n.4-geo. 704). Noi l’abbiamo vissuta come un utile punto di partenza, purtroppo abortito. Ma oggi, nei confronti del nuovo Parlamento, ci è utile rammentarla come anche un nostro risultato positivo da cui avanzare. E infatti le iniziative negli anni prese dal MISE (anziché mesi, come voluto dal M5S) lasciano invariate le problematiche lamentate dai cittadini e dai loro comitati. E’ così che si incrudisce la lotta delle popolazioni in Toscana, Lazio ed Umbria (ed in Campania, con la bocciatura degli impianti pilota di Ischia(!) e Pozzuoli) con la discesa in campo dei sindaci dei siti prescelti dall’insediamento degli impianti geotermici pilota e tradizionali; in alcune località come a Castel Giorgio e Latera le lotte sono sostenute anche dai Consigli Regionali Umbria e Lazio, trascinati in particolare dai rappresentanti del M5S e della Lega.

Il Governo è in evidente difficoltà: dal 2011 non è stata realizzata alcuna centrale geotermica “pilota” e l’Enel con la sua tecnologia “flash” sente sempre di più opposizione ai suoi impianti che, in Toscana, non rispettano le vocazioni agricole e turistiche delle aree prescelte, oltre a creare problemi sanitari nei cittadini delle aree geotermiche (sono stati trovati livelli alti di mercurio e tallio nel loro sangue!): le aree geotermiche sono le più povere della Toscana e l’inquinamento da mercurio-provocato in Amiata dalle centrali geotermiche, via fiumi Paglia e Tevere- sta ormai invadendo il Centro Italia.

E così il Governo centrale indice a Firenze l’11.09.2017 sulla geotermia la più grande conferenza ministeriale di tutti i tempi che dovrà riunire rappresentanti del settore pubblico e privato per superare le barriere che hanno limitato finora la sua diffusione. Ma al di là delle pomposità della conferenza mondiale di Firenze gli “addetti ai lavori” confermano le criticità ed i rischi legati alle centrali geotermiche, come da anni i comitati denunciano.

E le “criticità” sono che (vedi allegato n. 5-geo.1726), secondo eminenti studiosi la produzione di gas climalteranti (in gran parte CO2) delle centrali flash dell’Amiata sono mediamente maggiori di quella di una centrale a metano, ed in alcuni casi vicina a quella di una centrale a carbone (e l’Enel a dire che nelle sue centrali geotermiche è assolutamente inevitabile che si emetta molta CO2!), le centrali pilota, con asserita totale re-immissione di gas nelle formazioni di provenienza, non riusciranno a farlo (è il parere di Enel, unica società in Italia con esperienza decennale nel settore geotermico) a causa dei troppo abbondanti gas disciolti nei fluidi geotermici tipici dell’Italia centrale (Toscana, Lazio e Umbria) con la conseguente produzione di inquinamento e gas climalteranti; non solo, ma la tecnologia flash dell’Enel emette idrogeno solforato e mercurio (anche uranio e tallio) per cui la stessa Enel sta cercando di parare il problema perché “la sommossa di tanti territori contro lo sfruttamento dell’energia rinnovabile che arriva dal sottosuolo è dilagante!”. Ma c’è di più: nella recente apertura di un fascicolo di indagine contro Enel della Procura della Repubblica di Grosseto è emerso che a proposito dei filtri AMIS (per la riduzione dell’idrogeno solforato ed il mercurio) le goccioline di condensa nelle torri di raffreddamento provocano polveri sottili e ultrasottili che sono direttamente scaricate in atmosfera attraverso le stesse torri di raffreddamento. Cioè dato che circa 2/3 di fluido geotermico evaporano in atmosfera, circa 2/3 dei sali disciolti nel fluido geotermico vengono direttamente emessi in atmosfera, creando una fonte di inquinamento ancora più pericolosa che non le sostanze originarie, con evidenti riflessi sulla salute dei cittadini coinvolti.
E dell’importanza di ridurre gli impatti sui cambiamenti climatici per le loro conseguenze dirette sulla vita, i mezzi di sussistenza, il benessere, il tempo libero e le scelte delle persone, nonché la sicurezza e la salute della popolazione del pianeta, si è soffermato l’incontro internazionale di Katowice 2018 iniziato nei giorni scorsi, in quanto molti settori socio-economici sono direttamente dipendenti dalle condizioni climatiche e ne stanno già affrontando i cambiamenti: agricoltura, turismo, energia, salute, silvicoltura ne rappresentano alcuni esempi (Commissione Europea, 2013). E’ pertanto interesse del Governo ridurre la produzione di gas climalteranti prodotti dalla tecnologia geotermica “flash” e “pilota” e non incentivare tale scelta che ha effetti sul clima (vedi allegato n. 6- immagine a lato).

geo.2115

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La questione della geotermia finisce anche al Parlamento Europeo per merito del gruppo M5S. L’on. Tamburrano denuncia che nelle centrali geotermiche italiane “a causa della tecnologia che esse adottano e delle caratteristiche dei fluidi geotermici presenti nel sottosuolo, le emissioni che rilasciano in atmosfera contengono sostanze altamente tossiche provenienti dalle profondità della Terra come arsenico, mercurio, acido solfidrico, ammoniaca, radon. I cittadini della zona e numerosi geologi denunciano inascoltati questa situazione da anni. Noi siamo al loro fianco”. (vedi allegati n.7-geo.1805, n. 8-geo.1977 e n. 9- geo.1978).

Finché intorno alla geotermia ruoteranno enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori. Per cui crediamo necessaria una seria e profonda riflessione sull’energia geotermica in Italia e se non sia il caso di indirizzare gli incentivi al settore delle pompe di calore (come recita la predetta Risoluzione Parlamentare del 2015, finora inapplicata, “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano”) ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione” (come gli scambiatori di pozzo (DBHE) e i generatori termoelettrici (TEG), come stanno facendo paesi all’avanguardia della tecnica come gli USA ed il Giappone, e ridurre o annullare gli incentivi alla geotermia ad alta e media entalpia.

Abbiamo voluto portare la nostra esperienza di anni di lotta contro le scelte dei Governi precedenti sulla geotermia, perché il nuovo Governo ne tenga conto e decida nell’interesse dei territori, dei cittadini e del Paese.

Pertanto ci mettiamo a disposizione sin da subito, chiedendo di essere ascoltati.

Distinti saluti,
Velio Arezzini, portavoce Rete Nazionale NOGESI

7.12.2018