Abbadia San Salvatore (SI), 27.09.2020
A:
Sen. Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico
Gen. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
On. Teresa Bellanova, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali
On. Roberto Speranza, Ministro della Salute
e, pc:
Prof. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Stefano Buffagni, ViceMinistro allo Sviluppo Economico
On. Mirella Liuzzi, Sottosegretario al MISE
On. Alessia Morani, Sottosegretario al MISE
Dr. Gianpaolo Manzella, Sottosegretario al MISE
Dr.ssa Alessandra Todde, Sottosegretario al MISE
On. Roberto Morassut, Sottosegretario di Stato all’Ambiente
On. Giuseppe L’Abate, Sottosegretario di Stato alle politiche agricole
Sen. Pierpaolo Sileri, ViceMinistro della Salute
Sen. Vito Claudio CRIMI, Capo politico del M5S
On. Nicola Zingaretti, Segretario del PD
Gentili Ministri,
facciamo seguito alla lettera inviata al Governo in data 29.07.20 e, più recentemente, in data 24.08.20 sui sussidi ambientalmente dannosi (SAD), in cui si ribadiscono i contenuti avversi alla concessione di incentivi alla geotermia elettrica.
Tale forma di produzione energetica dà luogo, nella quasi totalità degli impianti geotermoelettrici della Toscana (l’unica regione ad avere oggi impianti geotermici) alla massiccia emissione di sostanze nocive e climalteranti (attraverso la tecnologia “flash”), mentre i nuovi impianti binari non forniscono alcuna garanzia in merito alla possibilità di reiniettare i gas incondensabili contenuti nei fluidi nelle formazioni di provenienza e possono provocare terremoti (anche di forte intensità) e depauperamento ed inquinamento delle falde acquifere.
Non è più ammissibile incentivare e conseguentemente realizzare centrali che inquinano, sono pericolose ed allo stesso tempo inefficienti e costose.
La Regione Toscana, pur favorevole al geotermico, ha recentemente negato l’intesa sul progetto pilota “Montenero” ed ha espresso parere negativo sulla procedura di V.I.A. del progetto pilota “Monte Labbro”, impianti in prima fila contestati dai sindaci.
La stessa legge della Regione Toscana n.73 del 24.07.2020 sulle ANI (aree non idonee alla geotermia)(*), dopo un’ampia mobilitazione contraria della scrivente Rete Nazionale NOGESI, è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri nella ultima seduta del 10 settembre 2020, perché in contrasto con la Costituzione.
Del resto nella Regione Lazio (che ha proposto in sede giudiziaria ricorsi contro gli impianti geotermici “pilota” di Castel Giorgio e Torre Alfina) si sta discutendo in questi giorni il PER (Piano Energetico Regionale). Emergono elementi di contrarietà nei confronti di impianti a media e ad alta entalpia e indicazioni a considerare anche, tra gli altri, la tipologia di impianto, la vocazione economica del territorio, il fattore di rischio sismico. Nei procedimenti autorizzatori si dovrà tenere conto non solo dei vincoli paesaggistici, ambientali, urbanistici, boschivi, agricoli e/o produttivi, ma anche dell’espressione della volontà dei Comuni del territorio.
Più recentemente la stessa Unione Europea, che è stata investita dalla problematica da parte della Rete Nazionale NOGESI, ci ha trasmesso uno studio commissionato dalla Commissione Europea intitolato ‘Geothermal plants’ and applications’ emissions: overview and analysis’ (“Emissioni delle applicazioni e degli impianti geotermici: quadro generale e analisi”). Uno dei risultati dello studio è, in linea con la recente DIRETTIVA (UE) 2018/2001 (“considerato” n. 46), che le emissioni provenienti dalle centrali geotermiche dipendono fortemente dalle condizioni geologiche locali e possono essere importanti e dannose. Nelle attività di promozione delle fonti energetiche rinnovabili la Commissione tiene conto anche dei risultati e delle raccomandazioni di questo studio.
Questo studio discute in maniera approfondita anche la scelta dell’Italia di non includere nel suo inventario di Gas a Effetto Serra le emissioni di CO2 dalle sue centrali geotermiche, perché queste emissioni (dirette e misurabili) verrebbero compensate da una riduzione delle emissioni naturali dal suolo nelle vicinanze delle centrali.
Nelle nostre comunicazioni e pubblicazioni, abbiamo sempre sostenuto che questa scelta si basa su una pura ipotesi priva di dati e argomenti scientifici.
Le conclusioni dello studio europeo (p. 186) confermano il nostro punto di vista : “”For all these reasons we concluded that in the absence of additional scientifically based data the effect of geothermal plant operation on CO2 emissions through natural pathways should not be taken into account in the present study.” (“Tutto considerato abbiamo concluso che, in assenza di dati scientifici supplementari, per quanto riguarda questo studio l’effetto dell’esercizio di centrali geotermiche sulle emissioni di CO2 attraverso vie naturali non dovrebbe essere preso in considerazione”).
Lo studio rimarca che questa conclusione corrisponde alla posizione presa da Fridriksson et al. (2016). In questa pubblicazione, Fridriksson propone di assumere ex-ante, per centrali geotermiche con serbatoi carbonatici, un fattore di emissione di CO2 di 750 g/kWh.
Alla luce di tutto questo è del tutto evidente che impianti come le centrali geotermoelettriche a ciclo aperto della Toscana sono da escludere dall’incentivazione dei decreti FER.
Come detto, con maggiori dettagli, nella lettera già citata (allegato geo.2636) queste centrali sono, inoltre, da considerare come “sussidi ambientalmente dannosi”. Secondo gli ultimi dati scientifici, sono da considerare tali anche sussidi a centrali geotermiche a ciclo chiuso (“binari”) progettati nei campi geotermici laziali, umbri e toscani (e quindi sono da escludere dall’incentivazione dei decreti FER), perché comportano gravi rischi per l’ambiente:
– il rischio di indurre e innescare terremoti anche distruttivi,
– il rischio di depauperare e inquinare le falde acquifere superficiali.
Sono soprattutto tre le recenti pubblicazioni ed eventi che confermano l’esistenza reale di questi rischi:
– Lo studio “Valutazioni sulla pericolosità vulcanica e sismica inducibile dallo sfruttamento dell’energia geotermica nei siti di Bagnoli, Scarfoglio (Campi Flegrei) e Serrara Fontana (Isola d’Ischia) (da pag.40)”, Relazione di approfondimento a cura del GRUPPO DI LAVORO INGV “PERFORAZIONI GEOTERMICHE” dell’INGV, che ha effettivamente impedito la realizzazione dei progetti geotermici di Scarfoglio e Serrara Fontana,
– il terremoto di Pohang nel 2017 e le sue analisi scientifiche che concludono che questo terremoto distruttivo di magnitudo 5,4 era stato innescato da attività connesse a un progetto geotermico, e
– la recente pubblicazione di R. Schiavone, G. De Natale, A. Borgia, C. Troise, R. Moretti, R. Somma: “Seismogenic potential of withdrawal-reinjection cycles: Numerical modelling and implication on induced seismicity”. Geothermics 85 (2020), p. 101770), che evidenzia i rischi non quantificabili connessi a progetti geotermici con iniezione di grandi quantità di fluidi in contesti geologici complessi, dov’è assente la comunicazione tra serbatoio di produzione e serbatoio di reiniezione, e dove l’iniezione avviene in zone di faglia (come è il caso per esempio per gli impianti pilota progettati a Castel Giorgio (Umbria) e Torre Alfina (Lazio).
Come ha avuto modo recentemente di dichiarare il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, durante la conferenza stampa al Senato per la presentazione del decreto sulle comunità energetiche, il DM Fer 2 sarà pronto “penso entro settembre” al termine della concertazione con gli altri ministri coinvolti (Ambiente e Politiche agricole).
Per questo rinnoviamo la richiesta che il D.M. FER 2 di prossima approvazione non preveda “l’incentivazione” delle centrali geotermoelettriche flash ed a ciclo binario, chiedendo comunque di essere ricevuti dal MISE come delegazione della Rete Nazionale NOGESI dei territori della Toscana, Lazio e Umbria in una data utile rispetto all’emissione del decreto, per portare la nostra esperienza e la documentazione (comunque già inviata nelle copiose lettere al Governo) che attesta le criticità ambientali ed i rischi al territorio, al suo ecosistema, alle acque idropotabili, alla salute dei cittadini residenti nei Comuni limitrofi alle centrali (la riunione prevista dal MISE il 12 marzo 2020 è stata annullata per via della pandemia in corso).
Rete Nazionale NOGESI
(*) Legge della Regione Toscana n.73 del 24.07.2020 sulle ANI:
CAPO II – Disposizioni in materia di geotermia
Art. 2 – Applicazione della disciplina delle aree non idonee
1. L’individuazione delle aree non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana effettuata mediante la deliberazione del Consiglio regionale 7 luglio 2020, n. 41 (Modifica del Piano ambientale ed energetico regionale (PAER) ai fini della definizione delle aree non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana. Adozione ai sensi dell’articolo 19 della l.r. 65/2014) è immediatamente efficace e si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.