29 NOVEMBRE 2019: SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA! …Ci riguarda!

Pubblichiamo la lettera inviata da parte della RETE NAZIONALE NOGESI (No alla geotermia elettrica) al MOVIMENTO FRIDAYS FOR FUTURE in occasione della sciopero globale per il clima del 29 novembre 2019

 

 

Carissimi di Fridays For Future- Italia,

Abbiamo letto con molta attenzione il vostro Report finale della 2a Assemblea Nazionale di Fridays for Future Italia che si è svolta a Napoli il 5 e 6 ottobre 2019 tratto dal Granello di Sabbia n. 41 di Settembre – Ottobre 2019. “La società che vogliamo “.

Ci troviamo molto d’accordo, in particolare quando dite che “Vogliamo la decarbonizzazione totale entro il 2025 passando alla produzione energetica totalmente rinnovabile e organizzata democraticamente con le realtà territoriali” e quando dite che “Ci dichiariamo contrari a ogni grande opera inutile e dannosa, intesa come infrastruttura, industria e progetto che devasta ambientalmente, economicamente e politicamente i territori senza coinvolgere gli abitanti nella propria autodeterminazione.”

La Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) raggruppa dal 2013 a livello nazionale i comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste contrari alla politica seguita dai vari governi sulla geotermia.

Come è noto, secondo l’ISPRA nel 2019 sono cresciute ancora le emissioni di gas serra (del 4,4%), mentre diminuisce il PIL dello 0,1 % e ciò è dovuto a un maggior uso di combustibili per la produzione di energia e, allo stesso tempo, di un decremento delle rinnovabili. Un disaccoppiamento “al contrario” rispetto ai principi che ispirano lo sviluppo sostenibile; quello stesso che il premier Giuseppe Conte – come ha detto nel suo discorso sulla fiducia del nuovo governo – vorrebbe facesse parte della nostra Costituzione.

Usare quindi la geotermia come fonte di produzione elettrica aumenta le emissioni di gas serra, per lo meno utilizzando le note tecnologie “Flash” e “Binarie”, cioè le tecnologie più vantaggiose per le aziende.

Infatti:
-La geotermia non è una fonte rinnovabile. Perché gli impianti geotermici perdono la loro capacità produttiva del 7-8% nei primi due anni e del 70% in 10 anni; man mano che i pozzi si esauriscono è necessario fare altri pozzi, sempre a profondità maggiori. In Toscana per le 34 centrali geotermiche sono stati scavati oltre 1000 pozzi, i primi a 200 metri di profondità e poi man mano fino a 5000 metri. La geotermia non è rinnovabile, perché nel tempo quanto consumato non si ripristina.
-La geotermia non è ecosostenibile e nuoce alla salute. Perché gli impianti utilizzanti la “tecnologia flash” (Amiata) emettono CO2, metano, mercurio, arsenico, boro, acido solfidrico, tallio, sostanze climalteranti che incidono sulla salute pubblica (malattie cardiovascolari, neurologiche, respiratorie, malformazioni, tumori). In Amiata il tasso di incidenza per i tumori nei maschi è il 13% in più rispetto alle zone limitrofe. Molti impianti hanno bisogno di filtri (AMIS) per il mercurio ed l’acido solfidrico (puzzo di uova marce), ma i filtri non risolvono il problema dell’inquinamento tanto che l’inquinamento da mercurio-provocato in Amiata dalle centrali geotermiche, via fiumi Paglia e Tevere, sta ormai invadendo il Centro Italia. Per non parlare del consumo delle falde acquifere, della subsidenza, delle scosse di terremoti indotti. Le aree dove impera la geotermia sono le aree più povere della popolazione (aree di crisi). Ed i binari salutati come il “toccasana” (in 10 anni non è stato autorizzato alcuno!) come Castel Giorgio e Poggio Montone (Piancastagnaio)non riescono a rimettere nelle formazioni di provenienza i gas incondensabili perché nel Centro Italia tali gas sono dell’ordine del 10% e non come nel resto di Europa dell’1%, oltre al fatto che tali impianti sono rumorosi, soggetti a terremoti, ecc.

Perché si vogliono fare? Perché vengono dati alle imprese grossi incentivi nonostante che la geotermia elettrica non è una fonte rinnovabile, né ecosostenibile. Finché intorno alla geotermia ruoteranno enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori.

Per cui crediamo necessaria una seria e profonda riflessione sull’energia geotermica in Italia e se non sia il caso di indirizzare gli incentivi al settore delle pompe di calore (come recita la Risoluzione Parlamentare del 2015, finora inapplicata, “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano”) ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione” (come gli scambiatori di pozzo (DBHE) e i generatori termoelettrici (TEG), come stanno facendo paesi all’avanguardia della tecnica come gli USA ed il Giappone, e annullare gli incentivi alle centrali geotermoelettriche ad alta e media entalpia. Più in generale siamo per le sviluppo del fotovoltaico (ma non sui terreni agricoli) e del mini-eolico (perché il grande eolico impatta sul paesaggio).

In ultimo sarebbe auspicabile lavorare per l’introduzione di una legislazione al passo con gli impegni di Parigi nella previsione che negli anni prossimi il settore della finanza dovrà affiancare i settori produttivi negli impegni a ridurre le emissioni. L’accordo di Parigi chiede di “rendere i flussi finanziari consistenti con il percorso di riduzione dei gas serra ed uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici”. La trasparenza e la tracciabilità degli investimenti diventano prerequisiti necessari per il coinvolgimento del settore finanziario. Il primo passo è l’adozione di una legislazione per la trasparenza nella comunicazione dei dati degli investitori pubblici e privati in merito agli investimenti nei settori maggiormente esposti alle responsabilità di cambiamenti climatici.

Rete nazionale NoGESI

Amiata. Lettera dei cittadini di Saragiolo contro l’impianto geotermico di Poggio Montone

Riceviamo e pubblichiamo

 

Egregi Sig.ri/re,

Vorremmo iniziare questa lettera presentandoci. Siamo un gruppo di cittadini di Saragiolo che vivono nella zona interessata dalla costruzione della centrale geotermica di Sorgenia denominata Poggio Montone . Più precisamente, siamo un gruppo di persone preoccupate per il proprio territorio, il proprio futuro e soprattutto per quello dei propri figli. Cittadini amareggiati dalla scarsa presenza e interesse di politici che si ricordano solo in tempi pre- elettorali di fare promesse, ma che mai si presentano a vedere chi e dove le loro scelte prendono forma …. a volte una bruttissima forma. Vi chiederete perché. La risposta è semplicissima, la centrale di Sorgenia per il contesto ambientale in cui è prevista è una evidente violenza naturalistica e un disastro ambientale preannunciato.

A livello mondiale si parla di salvaguardia, di quanto non ancora compromesso e, politicamente ci si dice disponibili a invertire la devastante tendenza all’abuso cieco di ogni risorsa. Per questo motivo vi chiediamo di uscire da dietro alle vostre scrivanie e venire a verificare come e dove certi progetti dovrebbero realizzarsi, modificando irreversibilmente angoli bellissimi e preziosi del territorio, inibendone senza soluzione lo sviluppo turistico a tema ambientale. Solo per la zona della centrale è previsto infatti l’abbattimento di 5 ettari di bosco di cerro (espropriandola ai proprietari che ne fanno regolarmente uso per la produzione di legna da riscaldamento) per sostituirlo con una colata di cemento!! Sorgenia racconta una storia tranquillizzante di rispetto ambientale e di basso impatto … a noi, documenti tecnici alla mano, questo appare come un vero raggiro e una inutile violenza al territorio e ai suoi abitanti.

Il biotopo che esiste in questo comprensorio è ricco, vario, unico e, a suo modo diverso da quello reperibile in altri distretti a minore e maggiore altitudine della nostra bellissima montagna. Secondo le stagioni si possono osservare intere distese di orchidee, margherite e gladioli selvatici, ginepri, diverse varietà di funghi e molte specie di erbe montane.

Questa area è inoltre immediatamente confinate con la RISERVA NATURALE DEL PIGELLETO nella quale sono censite piante rare e protette oltre ad una ricca fauna tra cui anche piccoli animali come la “Salamandra tergiditata” ormai rarissima. Il delicato equilibrio verrà sicuramente alterato e turbato dagli importanti interventi sul territorio in fase di costruzione oltre che dalla innegabile influenza legata all’inquinamento acustico, termico e luminoso che si produrrà con la centrale in funzione.
Per quanto riguarda inoltre l’approvvigionamento idrico che verrà prelevato dal torrente Senna, sappiamo bene che la portata del suddetto è strettamente legata alla stagionalità e il 20% del valore di portata che avete richiesto non sarà sufficiente a preservare l’habitat di numerose piccole specie di pesci, insetti e anfibi ed anche gamberi di fiume (grazie alla ossigenazione e pulizia delle acque) specie ormai in estinzione. Tale utilizzo d’acqua andrà sicuramente a compromettere un equilibrio già fortemente incrinato dalla variazione climatica che ha ridotto fortemente la quantità e la regolarità delle precipitazioni. A questo sicuramente si aggiungerà la modifica dell’habitat circostante per rendere la zona adatta ai prelievi, con la costruzione di pompe e possibili invasi per assicurarsi il rifornimento continuo dell’acqua da questo piccolo e prezioso torrente che garantisce anche l’irrigazione di orti nel sottostante abitato delle Capannacce. Abbiamo anche visto che non sono esclusi rischi di contaminazione della falda con il fluido geotermico e l’inibitore di incrostazioni che verranno usati per le perforazioni. Sorgenia assicura che sono sotto le soglie di tossicità ma, chi da anni ha avuto occasione di vederne gli effetti su questo territorio già sufficientemente sfruttato da questi insediamenti, sa che non è assolutamente così.

Già dal 2017 numerosi Comuni della Toscana hanno dato vita ad un progetto denominato “Vettamare” e identificando percorsi e sentieri hanno disegnato itinerari naturalistici per collegare l’Amiata al Tirreno così da promuovere un turismo escursionistico ( a piedi, bici o cavallo ) di collegamento tra costa ed entroterra.
Proprio in riferimento a questo tipo di turismo, la centrale di Sorgenia, verrà a chiudere ogni passaggio proprio nella vallata in cui si snoda l’unica possibilità di accesso fuori da insediamenti industriali o geotermici già esistenti. In tal modo il cono dell’Amiata verrà tagliato definitivamente fuori da questo importante sviluppo di turismo in espansione, come è già successo per il ramo della Francigena che saliva storicamente fino ad Abbadia e che non vede ad oggi nessun significativo utilizzo.

Il traffico pesante che sempre accompagna la costruzione di centrali andrà inoltre a peggiorare gravemente le condizioni assolutamente precarie della strada provinciale che attraversa l’abitato di Saragiolo già strutturalmente inadeguata al tipo e al numero di mezzi oggi in circolazione. Verrà inoltre sottratta all’attuale uso di passeggiata, la strada sterrata che partendo dal paese e seguendo il crinale porta all’area interessata all’installazione.

Noi non crediamo alla grossa bugia che viene narrata per giustificare l’iniziativa sulla realizzazione di nuovi posti di lavoro. Per diretta ammissione di tecnici di Sorgenia, intervenuti in assemblee pubbliche, la centrale sarà quasi totalmente automatizzata e quindi necessiterà solo di qualche tecnico e forse di un guardiano. Per contro saranno penalizzate tutte le attività direttamente o indirettamente legate al turismo ambientale così da ridurre anziché incrementare l’occupazione.

Ci sono persone che hanno investito soldi e fatica per costruire qualcosa creando attività per se stessi e per le persone del territorio senza calcolare il possibile indotto su altre attività e proprio a queste si toglie ogni possibilità di sviluppo e certificazione di qualità. Vorremmo inserire la testimonianza della proprietaria di un agriturismo situato nella zona di Santa Fiora e come avrete modo di capire dalle sue parole la costruzione di una centrale potrebbe vanificare tutti i progetti che si sono proposti per il futuro: “La nostra struttura agrituristica è nata con immensi sacrifici della nostra famiglia per offrire alla comunità un punto di riferimento nel settore turistico. La costruzione di un impianto a così breve distanza, ci penalizzerebbe e potrebbe mettere a repentaglio ogni sacrificio fatto, inoltre crediamo nel turismo come risorsa fondamentale per il territorio, come leva di rinascita e di salvaguardia dell’ambiente nel quale ci troviamo. Per questo siamo convinti che una nuova centrale, in prossimità di ambienti a vocazione turistica sia una contraddizione in termini “.

Per voi la dicitura “vincolo paesaggistico” vale solo per le ristrutturazioni di abitazioni che molte volte comportano l’attesa di mesi e mesi per avere le autorizzazioni e a volte anche rifiuti solo per cambiare una persiana o un tegolino? Per noi vincolo paesaggistico vuol dire non distruggere e deturpare un paesaggio naturale che rappresenta questo territorio e una speranza di futuro.

Avete davvero creduto alla barzelletta sulla riqualificazione dell’ecosistema? In un articolo di un quotidiano Sorgenia afferma che c’è una massiccia presenza di specie aliene, per noi l’unica razza aliena che in questo momento disturba il territorio è come sempre l’uomo che non rispetta!! Avete inoltre creduto al possibile ripristino ambientale in caso questa centrale “sperimentale “ per loro stessa ammissione non dovesse dare le risposte attese dal punto di vista dei risultati energetici, già discutibili nelle più rosee previsioni produttive? Nella stessa zona peraltro, circa 50 anni fa furono realizzati da Enel almeno 3 punti di perforazione a scopo di valutazione e subito abbandonati per insufficiente potenza rilevata ….

Abbiamo solo elencato alcuni dei punti per noi importanti, ma assai più numerose e dettagliate sono le nostre ragioni e motivazioni per osteggiare questa inutile e dannosa opera.

Ribadiamo quindi con forza il nostro invito a venire in questo angolo importantissimo per la regione Toscana perchè l’ossigeno e l’acqua qui prodotti servono a tutti. Venite a fare una bella passeggiata per vedere di persona il luogo dove il prossimo “ecomostro” verrà costruito.

Acquapendente, 9 novembre 2019. 6° Meeting della Rete nazionale NoGESI

6° Meeting Rete Nazionale NoGESI
Acquapendente, Sabato 9 Novembre 2019

presso la Biblioteca Comunale, Via Cantorrivo 13, accanto Cinema Olympia
dalle ore 10:00 alle 13:30 (al termine, pranzo al Ristorante “Poder Riccio”) (*)

Scarica la locandina

 

ORDINE DEL GIORNO

● Velio Arezzini: portavoce Rete Nazionale NOGESI: la battaglia per riconoscere la fonte geotermica come nemica del “green new deal”;
● Vittorio Fagioli: Analisi storica della attività della Rete Nazionale NOGESI dalla fondazione: aspetti positivi e nuove necessità;
● Dibattito generale;
● Decisioni operative. 

“Per l’importanza degli argomenti da decidere si raccomanda
la massima partecipazione delle situazioni di lotta”

Ingresso con offerta libera e consapevole

(*) E’ necessario prenotarsi; il prezzo è di 18,00 euro a persona. Si pregano gli interessati a prenotare alla mail: vittorio.fagioli@gmail.com o al telefono 0763/217309 entro mercoledì 6.11.2019.

Firenze, 31 ottobre 2019. Conferenza stampa Italia Nostra, Forum Ambientalista, Rete Nazionale NoGESI

 

Conferenza Stampa a Firenze di giovedì 31 ottobre alle 11,30 presso la Sala Montanelli del Consiglio Regionale toscano- Via Cavour, 4 dal titolo:

 

 

 

“Il Ministero dell’Ambiente non può ignorare i dati sulle emissioni climalteranti delle centrali geotermiche in Toscana che sono simili o peggiori delle centrali a combustibili fossili”

Partecipano:

Mariarita Signorini e Michele Scola, Italia Nostra nazionale e Sez. Maremma
Ciro Pesacane e Roberto Barocci, Forum Ambientalista nazionale e toscano
Velio Arezzini, portavoce nazionale NOGESI

Sono stati invitati tutti i Gruppi politici del Consiglio della Regione Toscana.

SCARICA LA NOTA DI APPROFONDIMENTO

Italia Nostra, Forum Ambientalista, Rete Nazionale NOGESI

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31 ottobre 2019. Servizio TGR Toscana

CGIL Toscana/Ansa del 31/10/19

Controradio, 31/10/19

Il Giunco.net, 31/10/19

Nove da Firenze/Dire, 31/10/19

GoNews, 31/10/19

Il Cittadino online, 1/11/19

Il Tirreno, 1/11/19 (scarica il pdf)Il Tirreno online, 2/11/19

A seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, che potete leggere anche su Il Giunco.net, Controradio, Nove da Firenze (riportate sopra), Mariarita Signorini, Presidente nazionale di Italia Nostra, Ciro Pesacane, Presidente nazionale del Forum Ambientalista e Velio Arezzini, portavoce nazionale di NOgesi, il 4 novembre, rilasciano il seguente comunicato stampa:

Replica alle dichiarazioni dell’Assessore Fratoni sulla Geotermia

In Conferenza stampa in Regione a Firenze il 31 ottobre scorso abbiamo illustrato e consegnato alla Stampa i dati più recenti delle emissioni di CO2 prodotte dalle centrali geotermiche toscane, in particolare i dati pubblicati nel 2019 dalla prestigiosa rivista “Journal of Cleaner Production” a firma di M. L. Parisi, N. Ferrara, L. Torsello, R. Basosi, i quali certificano che in Toscana le emissioni annue di CO2 dalle centrali in esercizio sono pari a 2,685 milioni di tonnellate se rapportati alla produzione effettiva annua di 5.560 Gwh.
Poiché a parità di energia elettrica prodotta tali emissioni sono superiori a quelle emesse dalle centrali elettriche a combustibili fossili, riteniamo un grave errore dare contributi pubblici a simili attività climalteranti, ritenendo più corretto e coerente con gli obiettivi del Trattato di Parigi, col programma di governo dichiarato in Parlamento e con la solidarietà espressa da tutti i partiti ai giovani di Fridays For Future, che hanno manifestato nelle mille piazze d’Europa, dare tali contributi a produzioni energetiche realmente sostenibili.
Ma l’Assessore regionale Fratoni la pensa diversamente e ha subito voluto smentire la nostra tesi e conseguente proposta, con un comunicato stampa dove sostiene che: “La Regione ha normato l’utilizzo della risorsa secondo parametri ambientali puntuali e stringenti dicendo che la Co2 emessa deve essere sequestrata e reimpiegata per fini industriali…”.
Con tale dichiarazione sembrerebbe che la nostra proposta fosse campata in aria e fuori luogo.
In realtà nell’art. 2, comma 1 della Legge Regionale N. 2/2019 è scritto: “Il rilascio delle autorizzazioni per nuovi impianti nell’ambito delle concessioni esistenti e il rilascio delle nuove concessioni per media o alta entalpia è subordinato….compatibilmente con la tipologia di impianto:…(alle) iniziative volte all’utilizzazione, in una percentuale pari ad almeno il 10 per cento, dell’anidride carbonica (CO2) emessa dall’impianto”.
Quindi, se la compatibilità con l’impianto lo consentirà, ma non si capisce come e chi stabilirà tale compatibilità, si dovrà catturare il 10% della CO2 emessa. Pertanto qualora tutte le centrali oggi in esercizio in Toscana (non solo quelle di nuova autorizzazione), fossero subito ristrutturate e adeguate alle nuove disposizioni della Regione Toscana, cosa assai improbabile a breve termine, si avrebbe, anziché una emissione di 2,685 milioni di tonnellate/anno di CO2, un’emissione di 2,417 milioni di tonnellate/anno, ma queste precisazioni l’Assessore Fratoni non le dice, anzi pare proprio che vengono volutamente omesse.
Restiamo pertanto della nostra opinione e segnaliamo ai cittadini e ai lettori dei media il fatto che dalla Giunta Regionale Toscana viene data una informazione parziale e fuorviante in merito ad un problema di grande rilevanza sociale: le scelte della Regione Toscana in fatto di contributi pubblici ad attività fortemente climalteranti e rovinose per la propria popolazione.

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MaremmaNews.it, 4/11/19

Toscana Chianti Ambiente, 4/11/19

Grotte di Castro, 7 novembre 2019. Incontro: Geotermia, un rischio per il nostro territorio

Presso la Sala Consiliare Comunale in Piazza Marconi, 6, alle ore 18 del 7 novembre 2019, il Sindaco del Comune di Grotte di Castro invita i cittadini all’incontro pubblico

 

 

GEOTERMIA
UN RISCHIO PER IL NOSTRO TERRITORIO

Intervengono:

George Wallner – Associazione Bleu
Giuseppe Mastrolorenzo – INGV
Velio Arezzini – Portavoce NoGesi
Fausto Carotenuto – Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!

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Progetto centrale geotermica Sorgenia a Saragiolo, monte Amiata. NoGESI risponde a Sorgenia

Centrale Poggio Montone e Foresta del Pigelleto. Clicca per ingrandire

A seguito dell’iniziativa “Camminiamo per conoscere!” del 6 ottobre scorso promossa dal Comitato Difesa del Territorio Cittadini di Saragiolo e da SOS Goetermia Amiata (aderente a Rete Nazionale NoGesi), la società Sorgenia Geothermal, che vorrebbe realizzare la centrale geotermica Poggio Montone, adiacente alla Riserva Naturale del Pigelleto e all’abitato di Saragiolo, tenta di rispondere alle contestazioni di cittadini e comitati (riportiamo sotto l’articolo pubblicato sul Corriere di Siena).

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Sos Geotermia risponde col seguente comunicato stampa:

I veri dati di Sorgenia ricavati dai documenti progettuali della società

Ci sarebbe mancato che fosse destinata a sparire la Riserva Naturale del Pigelleto, con il progetto presentato da Sorgenia Geothermal per la costruzione della Centrale di Saragiolo, per completare il quadro della devastazione ambientale collegata a questo intervento!
Invece no, bontà loro, la Riserva rimarrà intatta, almeno dal punto di vista paesaggistico, mentre pesanti interrogativi rimangono sulle conseguenze che i lavori per la costruzione e successivamente per il funzionamento dell’impianto avranno sulla flora e sulla fauna di un’area immediatamente contigua alla Riserva Naturale.
Chi ha partecipato alla passeggiata “Camminiamo per conoscere” di Domenica 6 Ottobre ha avuto modo di rendersi pienamente conto dell’assurdità della richiesta di Sorgenia Geothermal, avallata in pieno dalla Regione Toscana, di realizzare una centrale all’interno di quel contesto ambientale, caratterizzato da un fitto bosco di conifere e querce, probabilmente di pregio naturalistico non eccelso ma del tutto comparabile con quelli circostanti, come afferma la stessa Società nei suoi documenti progettuali, tanto da arrivare a sostenere che gli animali che attualmente lo popolano potranno benissimo trovare rifugio in aree adiacenti!
Certo è che (dati Sorgenia) far sparire tre ettari di bosco, fra la centrale e la piazzola di estrazione, oltre ad un altro ettaro e mezzo fra la cabina di trasformazione e l’altra piazzola di riserva PM5 (equivalenti a 9 campi da calcio da m. 50×100), con sbancamenti di oltre sette metri e riporti di cinque, sostituito da una pavimentazione in calcestruzzo su cui, fra l’altro, troverà posto la batteria delle torri refrigeranti costituite da 56 elementi per una superficie totale di 4.600 mq. (poco meno, questa soltanto, di un campo da calcio), che sprigioneranno una pressione sonora (rumore) di 106,8 dB(A) per 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, costringerà qualsiasi forma vivente in grado di muoversi a trovare rifugio in altri luoghi, magari maledicendo chi ha provocato tale sconquasso.
Per fare cosa, poi? 5 miseri MW di energia elettrica, spostando da una parte all’altra del sottosuolo, alla profondità di circa 1.300 m., fino a 750 tonnellate all’ora di fluido geotermico (pari a quello che mobilita ENEL per le sue cinque centrali con una potenza complessiva di 120 MW), ipotizzando, senza averne alcuna prova diretta, che questo spostamento possa dar luogo ad un circuito virtuoso in grado di non produrre danni né dal punto di vista della subsidenza nelle zone di prelievo né della sismicità indotta in quelle di reiniezione: chi può dire che sarà davvero così?
Il fatto è che il progetto di Sorgenia Geothermal è già stato ammesso a ricevere incentivi dallo Stato: una volta avviato l’impianto, che al massimo avrà un costo di 70 milioni di euro, la Società riceverà 8 milioni di euro per 25 anni, e quindi, complessivamente, 200 milioni, mentre attraverso la vendita dell’energia prodotta riscuoterebbe in totale, ai prezzi attuali, meno di 70 milioni: di fronte a queste cifre si capisce anche perché essa si dichiari disponibile ad impegnarsi in attività di sostegno allo sviluppo socio-economico dei territori interessati!
Ma questo è anche il motivo per cui i Comitati sostengono l’assoluta necessità di eliminare gli incentivi pubblici alla geotermia elettrica, speculativa ed inquinante, causa principale del disastro territoriale a cui stiamo assistendo.
Saragiolo, 17/10/2019

SOS Geotermia/Rete Nazionale NoGesi


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Il Cittadino online

Castel Giorgio, 12 ottobre 2019. Manifestazione contro la geotermia

LA GEOTERMIA NON E’ LA NOSTRA V.I.A.

Manifestazione a Castel Giorgio il 12 ottobre 2019, ore 16, Piazza del Municipio

Scarica la locandina

Testo del volantino distribuito alla manifestazione

LA GEOTERMIA NON E’ PULITA, NON E’ RINNOVABILE
ESSA VA ESCLUSA DAL “GREEN NEW DEAL” DEL NUOVO GOVERNO

La Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) raggruppa a livello nazionale i molti comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste contrari alla politica seguita dai vari governi sulla geotermia.
Come è noto, secondo l’ISPRA nel 2019 sono cresciute ancora le emissioni di gas serra (del 4,4%), mentre diminuisce il PIL dello 0,1 % e ciò è dovuto a un maggior uso di combustibili per la produzione di energia e, allo stesso tempo, di un decremento delle rinnovabili. Un disaccoppiamento “al contrario” rispetto ai principi che ispirano lo sviluppo sostenibile; quello stesso che il premier Giuseppe Conte – come ha detto nel suo discorso sulla fiducia del nuovo governo – vorrebbe facesse parte della nostra Costituzione.
Usare quindi la geotermia come fonte di produzione elettrica aumenta le emissioni di gas serra, per lo meno utilizzando le note tecnologie “Flash” e “Binarie”, cioè la tecnologia nota ad oggi.
Infatti:
-La geotermia non è una fonte rinnovabile. Perché gli impianti geotermici perdono la loro capacità produttiva del 7-8% nei primi due anni e del 70% in 10 anni; man mano che i pozzi si esauriscono è necessario fare altri pozzi, sempre a profondità maggiori. In Toscana per le 34 centrali geotermiche sono stati scavati oltre 1000 pozzi, i primi a 200 metri di profondità e poi man mano fino a 5000 metri. La geotermia non è rinnovabile, perché nel tempo quanto consumato non si ripristina.
-La geotermia non è ecosostenibile e nuoce alla salute. Perché gli impianti utilizzanti la “tecnologia flash” (Amiata) emettono CO2, metano, mercurio, arsenico, boro, acido solfidrico, tallio, sostanze climalteranti che incidono sulla salute pubblica (malattie cardiovascolari, neurologiche, respiratorie, malformazioni, tumori). In Amiata il tasso di incidenza per i tumori nei maschi è il 13% in più rispetto alle zone limitrofe. Molti impianti hanno bisogno di filtri (AMIS) per il mercurio ed l’acido solfidrico (puzzo di uova marce), ma i filtri non risolvono il problema dell’inquinamento tanto che l’inquinamento da mercurio-provocato in Amiata dalle centrali geotermiche, via fiumi Paglia e Tevere, sta ormai invadendo il Centro Italia. Per non parlare del consumo delle falde acquifere, della subsidenza, delle scosse di terremoti indotti. Le aree dove impera la geotermia sono le aree più povere della popolazione (aree di crisi). Ed i binari salutati come il “toccasana” (in 10 anni non è stato autorizzato alcuno!) come Castel Giorgio e Poggio Montone (Piancastagnaio)non riescono a rimettere nelle formazioni di provenienza i gas incondensabili perché nel Centro Italia tali gas sono dell’ordine del 10% e non come nel resto di Europa dell’1%, oltre al fatto che tali impianti sono rumorosi, soggetti a terremoti, ecc.
Perché si vogliono fare? Perché vengono dati alle imprese grossi incentivi nonostante che la geotermia elettrica non è una fonte rinnovabile, né ecosostenibile. Finché intorno alla geotermia ruoteranno enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori.
Per cui crediamo necessaria una seria e profonda riflessione sull’energia geotermica in Italia e se non sia il caso di indirizzare gli incentivi al settore delle pompe di calore (come recita la Risoluzione Parlamentare del 2015, finora inapplicata, “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano”) ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione”.

Si stanno preparando ricorsi al TAR contro la decisione della Presidenza del Consiglio. A tale scopo è stato lanciato dalle associazioni un crowdfunding (finanziamento collettivo) al seguente IBAN: IT46 C088 5172 9100 0000 0215 289, intestato a: Associazione Bolsena Lago d’Europa, presso la Banca Terre Etrusche e di Maremma – Credito cooperativo, filiale di Bolsena- con la causale: PER SOSTEGNO RICORSI GIUDIZIARI CONTRO LA CENTRALE GEOTERMICA DI CASTEL GIORGIO. Chiunque vorrà donare soldi farà un atto di difesa del nostro territorio: grazie!

COMUNICATO STAMPA del 14.10.2019
COMUNITA’ RURALE DIFFUSA

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA
RETE NAZIONALE NOGESI

Ampia e vivace partecipazione di pubblico sabato pomeriggio a Castel Giorgio per la manifestazione contro l’impianto geotermico

Bene organizzato dalla Comunità Rurale Diffusa (CRD), con la bella partecipazione del complesso musicale La Panatella, l’evento ha confermato le vive preoccupazioni della cittadinanza per l’impianto recentemente sbloccato dalla Presidenza del Consiglio.
A conferma delle forti preoccupazioni per il fondato rischio che l’impianto possa innescare terremoti, che possa inquinare seriamente le acque delle falde potabili ed il Lago di Bolsena e generare problemi di emissioni velenose, è intervenuto il dr. Giuseppe Mastrolorenzo, geologo, autorevole esperto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV. Il quale ha confermato con dati scientifici che i rischi per Castel Giorgio sono reali, concreti e sono molto simili a quelli di due impianti identici che si volevano realizzare ad Ischia e nei Campi Flegrei, il cui iter è stato proprio per questo bloccato dalle autorità competenti. Contrariamente a quanto avvenuto per Castel Giorgio.
Velio Arezzini e Pino Merisio, rappresentanti di comitati dell’Amiata, hanno evidenziato come la geotermia abbia rappresentato nelle loro zone un enorme danno ambientale, alla salute ed alle economie locali. Creando un fortissimo inquinamento, malattie ed aree di profonda depressione economica. E come l’impianto di Castel Giorgio, se realizzato, sia solo il primo di decine e decine di altri impianti già previsti in tutta la zona il cui risultato sarà di produrre effetti devastanti sugli equilibri naturali, sulla salute e sulle economie dell’Alfina e del Lago di Bolsena. Trasformandola in una impoverita area industriale, inquinata, depauperata per favorire la speculazione di pochi a danno di moltissimi.
Fausto Carotenuto, portavoce del Comitato per la Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio ha parlato della incredibile serie di conflitti di interesse, irregolarità e sotterfugi – passati scandalosamente sotto silenzio dalle classi politiche governative di tutti i partiti degli ultimi 7 anni – che stanno portando all’autorizzazione dell’impianto. E che sono alla base di una serie di ricorsi al TAR in fase di preparazione da parte di numerosi sindaci e della cittadinanza, nel tentativo di bloccare la realizzazione.
Altre manifestazioni contro questo impianto si sono svolte in diverse località come Allerona, Castel Viscardo, Capodimonte, Marta e il prossimo martedì 15 a Montefiascone. Con il sostegno della popolazione e dei sindaci.
Fausto Carotenuto, portavoce del Comitato di Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio, proprietario dell’agriturismo e centro yoga La Locanda della quercia Calante, di Castel Giorgio, insieme a Vittorio Fagioli da 7 anni al lavoro, con altri validi amici, per impedire la realizzazione di questo impianto pericoloso, dr. Giuseppe Mastrolorenzo, autorevole esperto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha già in passato in varie occasioni evidenziato scientificamente i rischi del tipo di impianto che si vuole costruire a Castel Giorgio Ed è qui per portare la sua testimonianza.
Velo Arezzini, portavoce della rete NOGESI (No alla Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante), che riunisce vari comitati nazionali, compreso quello di Castel Giorgio, in lotta contro questa forma dannosa, non ecologica e non rinnovabile di produzione di energia elettrica. Porterà la testimonianza diretta delle drammatiche e devastanti conseguenze dello sfruttamento geotermico nella zona dell’Amiata.

CONTRIBUTO DELLA CRD (COMUNITA’ RURALE DIFFUSA)

Abbiamo organizzato questo incontro per dare un nostro contributo alla lotta contro la geotermia che da diversi anni si porta avanti su questo territorio.
Siamo contadine e contadini. Siamo persone che hanno deciso di vivere in queste terre e di queste terre, di crescere qui i nostri figli e le nostre figlie per questo adesso ci sentiamo chiamati in causa, perché vivere in un luogo che vogliono far diventare un territorio sacrificabile, per uno sviluppo che non riguarda la salute, il LAVORO ed il benessere di tutti, ma solamente il profitto di pochi, bene questo non è il futuro che ci aspettiamo, questo non è il futuro che vogliamo!
Pensiamo questo non per andare contro il progresso, ma perché Produrre energia al giorno d’oggi non può essere una condanna, ma deve essere una scelta sostenibile e democratica che rispetti il volere delle persone perché abbiamo il dovere di valorizzare e difendere le risorse e la bellezza del nostro territorio.
Esiste un modo pulito di produrre energia senza I veleni e le contaminazioni che ci vogliono far credere siano inevitabili.
Noi speriamo di contribuire con il nostro modo di coltivare la terra alla valorizzazione di questo territorio, vogliamo avere la possibilità di produrre un cibo genuino e lontano da quei processi che tramite coltivazioni inquinanti, sfruttamento della terra e degli animali producono alimenti come in una catena di montaggio
Ecco noi tutti non vogliamo perdere il nostro altopiano perché non è solo una, la minaccia all’orizzonte, ad esempio questi ettari sacrificati alla monocoltura dei noccioleti cambieranno i nostri paesaggi per sempre, ci porteranno a non riconoscere più il nostro territorio e la storia che ci racconta attraverso I tratti che ce lo rendono familiare.
In questo momento, tante altre persone vivono realtà e tossicità che non hanno scelto o sulle quali non erano del tutto informate, ad esempio la Tuscia classificata come sito di interesse comunitario è stretta in una morsa tra la centrale di Civitavecchia, seconda in Italia per produzione di CO2 e dalle fabbriche e gli inceneritori di Terni.
Oppure l’Amiata da anni schiava della geotermia, investita da contaminazioni delle acque e dell’aria con pesanti ricadute sulla salute e soprattutto vittima di una violenza terribile al territorio.
In questi posti si è vista una progressiva trasformazione, con un turismo distrutto, senza più servizi, come banche e uffici postali e in alcuni casi senza neanche un alimentari rimasto nel paese.
Allo stesso tempo la comunità non ha rinunciato alla difesa del proprio territorio ed è riuscita ad evitare l’apertura della nuova centrale di Poggio Montone.
Per questo ringraziamo chi prima di noi, qui e altrove, ha alimentato e portato avanti questa battaglia, crediamo che questo prezioso lavoro abbia bisogno di costante energia e partecipazione collettiva.
Il contributo di ognuno è importante, ciascuno, con le proprie forze e capacità può fare qualcosa che dimostri quanto teniamo alla nostra salute e a questa terra, perché se rimaniamo in silenzio a guardare nessuno difenderà il nostro territorio per noi.
Speriamo che questa manifestazione sia solo una delle dimostrazioni.
Crediamo che l’amore per questo territorio dia a tutti noi la giusta energia e determinazione per rispondere assieme e con forza a questa imposizione.

L'immagine può contenere: una o più persone, folla, cielo, albero e spazio all'aperto

Saragiolo, Amiata, 6 ottobre 2019. Continua la protesta con “Camminiamo per conoscere!”

Scarica il volantino cliccando qui

Un’altra centrale geotermica minaccia la nostra vita quotidiana, minaccia di distruggere un territorio incontaminato in prossimità della Riserva Naturale del Pigelleto. La natura è il cuore pulsante della vita e per questo motivo vi invitiamo a fare una
Passeggiata di Protesta Ecologica
Vi invitiamo a vedere con i vostri occhi dove realizzeranno la centrale, dove con tonnellate di cemento soffocheranno radici, dove la voce leggera del bosco verrà sostituita da rumore assordante.
Lottiamo per mantenere la nostra montagna di un bel colore verde, non lasciamo che diventi grigia come un giorno di pioggia!

Domenica 6 Ottobre 2019
“Camminiamo per conoscere!”

Concentramento ore 14,30 a Saragiolo, area Miramonti (parcheggio autovetture, zona Stadio – Sala polivalente).
Ore 15 partenza della Passeggiata di protesta Ecologica, lungo il percorso strada vicinale “Casa Pallino”, per circa 3,7 km. Flash Mob.
Ore 16,30 circa arrivo nell’area dove è previsto l’impianto delle nuova centrale di Sorgenia srl. Interventi degli attivisti, racconti di cittadini di Saragiolo, musica, “merenda al sacco” (in proprio).
Ore 18 circa, termine della iniziativa.

No alla nuova centrale geotermoelettrica al Saragiolo e al Polo Geotermico che la Regione Toscana vuole imporre al nostro territorio con numerose altre centrali.

Difendiamo e valorizziamo la nostra Terra, le sue risorse naturali e ambientali!

Partecipiamo tutti alla passeggiata ecologica di domenica 6 Ottobre!

Comitato Difesa del Territorio Cittadini di Saragiolo
SOS Goetermia Amiata (aderente a Rete Nazionale NoGesi)

Venerdì 27 Settembre 2019. Terzo Sciopero Globale per il Clima del Movimento “Fridays for Future”: WE DON’T HAVE TIME

Scarica il volantino impaginato

 

Il cambiamento delle sorti del Pianeta parte anche dai piccoli territori che lottano per difendere le loro peculiarità. L’AMIATA è un ecosistema fondamentale da salvaguardare per il suo “Mantello Verde”, le acque, l’aria, il paesaggio, la grande biodiversità di flora e di fauna.
Stiamo invece assistendo alla continua distruzione di tale habitat, con le centrali geotermoelettriche esistenti e le numerose altre previste, il taglio consistente del bosco, il depauperamento del grande bacino idrico, l’inquinamento dell’ambiente con l’emissione di sostanze tossiche e gas altamente climalteranti, oltre a una mega-discarica prevista in località Poggio alla Billa, in un’area idrogeologicamente fragile, di elevato pregio archeologico e culturale.

Dai dati ARPAT si può ricavare che nel 2018 le centrali geotermoelettriche toscane hanno emesso oltre 2.500.000 tonnellate di CO2 (Anidride Carbonica); oltre 39.000 tonnellate di CH4 (Metano); oltre 6.900 tonnellate di NH3 (Ammoniaca); oltre 7.500 tonnellate di H2S (Acido solfidrico); oltre 2 tonnellate di Hg (mercurio); oltre 200 kg. di As (arsenico). Non producono energia rinnovabile e non devono quindi usufruire dei “sussidi ed incentivi” dallo Stato.
I tagli del bosco, previsti dal piano silvo-pastorale dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Val d’Orcia per l’anno 2019 (Patrimonio pubblico dell’Ente e Demanio Regionale di Castiglione d’Orcia e Montalcino), ammontano a 154,25 ettari, l’equivalente di oltre 300 campi di calcio! A questi vanno aggiunti i tagli dei privati e quelli dell’intero versante grossetano.

Studenti, giovani, cittadini!
Salviamo il Pianeta, salviamo l’Amiata,
partendo dalla difesa di ogni singolo metro di terra!
Non facciamoci rubare il Futuro!!!
Sit-in a Abbadia San Salvatore in viale Roma (vicino Monumento ai caduti)
venerdì 27 settembre 2019, dalle ore 16

SOS Geotermia aderente a Rete NoGesi e Comitati Ambientalisti Amiata