La pandemia Covid-19 impone un ripensamento sul modello di sviluppo, anche sulla geotermia

I fatti hanno la testa dura, le opinioni sono un venticello… Cambiare radicalmente il modello di sviluppo è necessario per la sopravvivenza.

 

 

Nulla sarà come prima, la “normalità” che abbiamo vissuto finora è probabilmente una delle cause dei problemi, dal riscaldamento globale, ai disastri climatici, al saccheggio delle risorse naturali e, finanche, alle epidemie.
Senza un radicale cambiamento di atteggiamento sull’ambiente, sui modelli di vita e di consumo la catastrofe sarà inevitabile. Da anni denunciamo che il modello di sfruttamento del calore della terra attraverso le centrali geotermoelettriche è una follia perché contribuisce con le sue emissioni al riscaldamento globale, all’inquinamento, ai danni alla salute, alla devastazione dei territori ed è, per assurdo, finanziato con soldi pubblici (prelevati dalle bollette pagate dai cittadini) perché ritenuto invece “ecologico”.

Abbiamo, nel corso del tempo, denunciato i guasti provocati dalla geotermia inquinante e speculativa utilizzando dati e studi prodotti da enti pubblici, tecnici e scienziati con opinioni anche diverse sulle misure da adottare. Vogliamo però ribadire che un conto sono i dati, altra cosa sono la lettura e le conclusioni che se ne traggono.

Un esempio valga per tutti: lo Studio epidemiologico 2010 sulle popolazioni delle aree geotermiche commissionato dall’Ars Toscana nel quale si registra un eccesso di mortalità statisticamente significativo nei maschi del +13%, con eccessi statisticamente significativi dell’ordine del 30% per tumori, in tre paesi: Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e  Arcidosso; ebbene, le conclusioni dello stesso studio erano che “In estrema sintesi… gli indizi e le prove raccolti evidenziano un quadro epidemiologico nell’area geotermica rassicurante…” e, a ruota, l’allora assessore regionale Bramerini dichiarava lo studio “…poderoso e importante perché uno dei primi completi che valutano la situazione sanitaria nelle aree geotermiche, evidenzia dati di salute rassicuranti…”.

Tutt’altra lettura ne abbiamo dato noi, come comitati, ma anche Medicina Democratica, l’ISDE ed altri epidemiologi, ritenendo che nelle aree geotermiche, in particolare in Amiata, ci fosse un eccesso di patologie e di decessi correlati anche all’attività delle centrali.

Questo significa, appunto, che le opinioni a volte fanno a pugni con i dati e che per avere un quadro complessivo bisogna analizzare tutti i dati, comprese le opinioni, ma poi bisogna sceglierne la lettura in base agli interessi che si vogliono tutelare: il profitto delle aziende e gli interessi politici oppure la salute, l’ambiente e una economia sostenibile. Noi, da sempre, abbiamo scelto la seconda!

Lo stesso è accaduto in merito alle possibili correlazioni tra l’incidenza del Covid-19 e l’inquinamento -in particolare PM10-, rilevato da un documento del Sima e Università di Bari e Bologna; abbiamo scritto che se tale correlazione è possibile allora sarebbe doveroso interrogarsi sul fatto che le emissioni geotermiche toscane sono il 39% di tutte le emissioni d’Italia di ammoniaca, che è universalmente riconosciuto come un precursore del particolato secondario inorganico PM10 e PM2,5, e che quindi, anche solo in via precauzionale, andrebbero cessate tutte le attività delle centrali.

I difensori della geotermia ci hanno immediatamente contestato, con opinioni diverse ma che davano per certo che l’aria delle aree geotermiche è tra le migliori della Toscana (anche se in queste aree non ci risulta siano presenti centraline di rilevamento del particolato), scoprendo poi che anche il Copernicus Climate Change Service (C3S), che lavora per l’Unione Europea, sta monitorando l’inquinamento e sta “…esaminando altri effetti che l’inquinamento potrebbe avere su Covid-19”. Non abbiamo i mezzi tecnici per affermare o sconfessare la tesi di una possibile correlazione, ma nel dubbio riteniamo debba sempre valere il principio di precauzione.

Siamo peraltro preoccupati da coloro che invece credono di poter utilizzare l’epidemia Covid-19 e la crisi economica che, di certo, ne seguirà, come argomento per sostenere che le elemosine che arrivano ai territori dagli incentivi alle centrali (questi sì cospicui…) ora più che mai sono necessari per sopravvivere all’emergenza.

Ci permettiamo di riprendere la tesi già espressa e ribadendo che invece questa emergenza deve per forza farci ripensare ad un modello di sviluppo (e di società) più attento all’ambiente e alla salute, in grado di valorizzare solo quell’economia sostenibile e legata alle eccellenze dei territori ed impiegando tutte le risorse per tale scopo e non per perpetrare speculazione, inquinamento e danni alla salute.
Papa Francesco proprio ieri diceva nel commemorare la domenica delle Palme, riferendosi all’epidemia da COVID-19: “i veri eroi non sono quelli che hanno successo, fama, soldi ma quelli che danno sé stessi per aiutare gli altri”.

Siamo ad un bivio, tocca a noi scegliere la direzione. 

Rete Nazionale NoGESI, SOS Geotermia