Un convegno il 12 ottobre 2019, dalle ore 9, ad Orvieto-Palazzo dei Sette/Sala del Governatore
Cosa c’è dentro un vasetto di miele? Una storia complessa, un legame stretto e profondo tra le api ed il pianeta Terra. Oltre ai prodotti che usiamo e consumiamo, miele, pappa reale, polline, cera, propoli, le api svolgono il fondamentale compito dell’impollinazione. Senza l’impollinazione si perderebbe biodiversità. Senza le api verrebbero a mancare piante, erbe, fiori, cibo per l’alimentazione di molti animali e di noi esseri umani. Dovremmo rinunciare a fragole, albicocche, ciliegie, mele, pere, pesche, kiwi, castagne, susine, meloni, angurie, zucche, zucchine, carote, agli, cipolle, cavoli, cetrioli, cacao, girasoli, soia, grano saraceno. Ed ancora non si conosce l’impatto che si potrebbe avere sulla produzione di carne con la diminuzione in agricoltura delle foraggere, erba medica e trifoglio.
Ma c’è un grido mondiale: “Le api stanno morendo”.
In Europa abbiamo avuto perdite fino al 53% (fonte: Greenpeace).
Negli Stati Uniti si sta registrando la maggiore perdita di api nella storia, dal 50% al 90% (fonte: Dan Rather Report).
A New York le api scarseggiano, ci sono i droni ad impollinare. Anche in Cina nelle piantagioni dello Sichuan le instancabili operaie del cielo sono state annichilite dai pesticidi e, come in un racconto surreale e grottesco, a porre il polline sui fiori degli alberi da frutto sono gli uomini.
In Toscana il 2019 è stato definito “l’anno nero dell’apicoltura”. La produzione di miele è ai minimi storici: colpa di clima, pesticidi e siccità. Sono a rischio anche i raccolti.
Le cause? Molteplici. Malattie, parassiti, mancanza di habitat, cambiamenti climatici. Le stiamo uccidendo con l’inquinamento globale, col massiccio utilizzo in agricoltura di pesticidi, insetticidi, fungicidi ed antiparassitari chimici.
Il disastro!!! Una problematica nazionale, denunciata in una lettera dell’Unione Nazionale Associazione Apicoltori Italiani (UNAAPI), in cui viene chiesta l’attivazione dello stato di calamità per l’apicoltura.
La sensibilizzazione arrivata fino ad oggi non basta, occorre fare di più ed in fretta.
Ad oggi siamo solo obbligati ad eseguire azioni per tutelare le api. Tutti dobbiamo farlo, amministratori, cittadini, agricoltori, apicoltori. E se ancora non siamo a conoscenza della gravità del problema apriamo gli occhi e diamoci da fare.
Il Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e lago di Bolsena porterà ad Orvieto un convegno per far conoscere da vicino l’infausto ruolo dei pesticidi sulla moria delle api e sulla salute dell’uomo che si terrà il 12 ottobre 2019 presso il Palazzo dei Sette- Sala del Governatore dalle ore 9.
Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena
Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Rita Favero, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto; Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’Eco sviluppo del territorio, Castel Giorgio; Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, C. Giorgio; Annalisa Rohrwacher, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, C. Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, C. Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione Lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve; Vittorio Fagioli, Rete Nazionale NOGESI.
COMUNICATO STAMPA DEL 17.10.2019
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA
Il 12 ottobre 2019 si è svolto ad Orvieto il Convegno “API, SALUTE, PESTICIDI” al Palazzo dei Sette – Sala del Governatore (Orvieto), organizzato dal Coordinamento delle associazioni Orvietano, Tuscia e lago di Bolsena, con il patrocinio del Comune di Orvieto. Un evento sentito e molto partecipato. Alta l’affluenza in sala.
Si è dato inizio con i saluti del sindaco di Orvieto, Roberta Tardani che ha esposto l’importanza che si deve dare all’ambiente. Ha introdotto i lavori Annalisa Bambini del Coordinamento Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena.
Il tema trattato nel convegno fa emergere la pericolosità dei pesticidi ed i livelli di rischio che abbiamo raggiunto.
Il primo intervento è stato quello della dottoressa Laura Bortolotti del CREA – Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente di Bologna che ha illustrato parte delle 2.000 specie di apoidei presenti in Europa e 1.000 in Italia inclusa l’apis mellifera. Ha evidenziato la mancanza di siti di nidificazione e fonti nettarifere. Emerge pertanto l’importanza, in agricoltura, di favorire la nidificazione con lavorazioni dei terreni non molto profonde, creare tra i campi delle strisce fiorite, creare dei bio-hotel per insetti, lasciare parti di giardini incolti e tronchi di legno morti.
A seguire il dottor Paolo Fontana della Fondazione Edmund Mach e presidente di World Biodiversity Association, che ha sostenuto che anche le api da miele sono una componente chiave degli ecosistemi, visitano i fiori per i 12 mesi dell’anno, effettuano voli fino a 10 km visitando quindi miliardi e miliardi di fiori. Oltre alle piante prodotte dall’uomo con l’agricoltura, serve la flora autoctona. Quella dell’apis mellifera è una società complessa e durevole, quindi ha più difficoltà ad adattarsi all’ambiente. “Fare l’ape mellifera è difficile”. Per l’agricoltura non si può mettere in dubbio l’importanza dell’apicoltura. La monocoltura interrompe l’equilibrio. L’agricoltura distrugge la biodiversità, insieme alla cementificazione, all’industrializzazione. “L’agricoltura basata sui pesticidi è già morta”. Il problema della varroa esiste, ma ormai da decenni, l’aggravante è che con i pesticidi e con l’inquinamento le api sono “bolse” e muoiono.
Il dottor Claudio Porrini dell’Università di Bologna, ha parlato di api, biodiversità e pesticidi. L’impollinazione è un servizio importante per la vita. Tra le piante ci sono 350.000 specie spontanee e solo 150-200 coltivate dall’uomo. Per la biodiversità tutte le specie dovrebbero essere in equilibrio. Se viene a mancare un piccolo “granello”, nell’ecosistema non funziona l’equilibrio. Con le monocolture si ha un paesaggio semplificato, si deve passare invece ad un paesaggio elaborato con la scienza che lo sta studiando, l’agro-ecologia. Noi siamo dove viviamo. Se i pesticidi vengono irrorati con gli atomizzatori, solo dallo 0,1 al 1 % del prodotto finisce sull’insetto da eliminare, il resto si disperde nell’acqua, nel suolo, nella terra, quindi lo ritroviamo ovunque, anche e soprattutto nel cibo.
Il dottor Giovanni Formato dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, ha spiegato come i prodotti degli alveari, miele, propoli, pappa reale, polline, cera, api stesse, ci danno informazioni sulle contaminazioni ambientali. L’apis mellifera viene utilizzata come animale sentinella per la rilevazione dell’inquinamento agro-ambientale. Il pericolo chimico nei prodotti dell’alveare può evidenziarsi nel miele che può essere contaminato dagli antibiotici, nella cera, nel polline e nella propoli che possono essere contaminati da pesticidi.
La dottoressa Antonella Litta dell’Associazione medici per l’ambiente-ISDE di Viterbo, ha portato a conoscenza dei rischi legati all’inquinamento soprattutto sui bambini che sono molto più sensibili degli adulti; infatti i rischi sono tanto maggiori quanto più precoce è l’esposizione del soggetto. L’embrione, il feto, il neonato, il lattante lo sono ancora di più. I limiti di legge dei valori ammissibili dei pesticidi sono calcolati su adulti di 70 kg e non su soggetti di peso inferiore e sui bambini. Tra i principali rischi per adulti e bambini, dovuto all’esposizione di pesticidi: Parkinson, deterioramento cognitivo, salute riproduttiva, malformazioni, tumori infantili, danno al neuro- sviluppo, autismo. In più gli studi evidenziano la correlazione tra SLA ed esposizione professionale a pesticidi. Già nel febbraio del 2016 si parlava di 600.000 malati di Alzheimer in Italia.
Marco Valentini di Bioapi – Centro culturale di apicoltura naturale e biologica, ha reso edotta l’assemblea del fatto che l’Italia è uno dei paesi all’avanguardia nel campo dell’agricoltura biologica (e in apicoltura lo siamo maggiormente) sia per la produzione che per la conoscenza tecnica.
L’agricoltura biologica si basa su 4 principi: benessere-ecologia-equità-precauzione.
Negli ultimi 20 anni il movimento del biologico sta vivendo un eccezionale sviluppo, sempre più consapevolezza e richiesta da parte del consumatore. Valentini ha esposto anche come si devono comportare l’agricoltore bio e l’apicoltore bio.
Infine, nella sala, è stata istituita una tavola rotonda composta da eccellenze del territorio quali:
Reinhard Rohrwacher, apicoltore storico dell’apicoltura biologica in Italia (Castel Giorgio);
Leonardo Manfredini, uno dei più grandi apicoltori d’Europa con i suoi 10.000 alveari (Castel Viscardo), entrambi hanno evidenziato quanto sia diventato complicato il mestiere dell’apicoltore con l’avvento dell’agroindustria e l’uso smodato dei pesticidi; il dottor Mirko Pacioni del Museo Naturalistico di Lubriano che ha riportato i dati delle persone che si sono avvicinate alla Scuola dell’Etruria per i corsi di apicoltura sostenibile; Maria Assunta Pioli l’ideatrice della mostra fotografica “Dai fiori al miele. Api, noi e il futuro del mondo” che sarà aperta ad Orvieto fino al 27 ottobre 2019. Maria Assunta ha iniziato a fotografare le api perché le vedeva sempre meno volare sui fiori.
In conclusione c’è stata la sintesi del convegno che è stata affidata al dottor Raffaele Cirone, Presidente della FAI – Federazione Apicoltori Italiani che definisce il convegno come un momento storico e che deve essere un punto di partenza per cambiare rotta. Cirone riferisce che gli amministratori, partendo dal comune e la regione devono controllare e sanzionare dove non viene rispettata la normativa. Ogni anno muoiono 250.000 alveari. La moria delle api causata dall’uso dei pesticidi è un reato ambientale, pertanto un reato penale.
Per sentire la trasmissione di Radio Onda Rossa di Roma in merito al convegno sulle api che si è tenuto ad Orvieto il link è:
https://www.ondarossa.info/redazionali/2019/10/che-sta-succedendo-alle-api