Ringalluzziti dal raduno pro centrali Enel di Larderello, ci vogliono portare in tribunale per “procurato allarme”. Peccato che gli stessi dati pubblici, gli scienziati e la magistratura si esprimano diversamente. Se questo è il confronto che vogliono lo faremo anche nei tribunali, ma (come fanno i comitati) che paghino le cause con i loro soldi e non con le casse pubbliche.
Il sindaco di Castelnuovo Valdicecina, Alberto Ferrini, afferma che sta lavorando con gli altri sindaci per avviare iniziative legali “forti” al fine di impedirci di “strumentalizzare il tema della salute pubblica” e invoca il reato di Procurato Allarme, scritto con lettere maiuscole per accentuare il suo pensiero, reato introdotto nel 1930 dal Codice Rocco, a cui tutti i democratici sono particolarmente legati. Lui parla di una “inesistente questione sanitaria” e chiude sollecitando gli altri sindaci: “dobbiamo intraprendere azioni legali anche insieme”, facendo intendere con i soldi della collettività.
Questi signori così disponibili alla libera espressione delle idee e al confronto civile di opinioni anche molto differenti, debbono sapere diversi fatti, che di seguito elenchiamo, per evitare di spendere inconsapevolmente e inutilmente soldi pubblici al solo fine di intimorire i loro avversari, perché potrebbero rispondere delle loro azioni personalmente davanti alla Corte dei Conti.
Questi i dieci fatti, che ci fanno sostenere che siamo in buona compagnia:
1-il CNR di Pisa, nel 2010, comparando i dati sanitari standardizzati, ha registrato un eccesso di mortalità negli uomini del +13% tra i residenti dei Comuni geotermici, sia nei confronti dei comuni limitrofi, sia nei confronti di quelli regionali, supposti pari a quelli attesi, collegandolo alle concentrazioni crescenti di diversi inquinanti emessi anche dalle centrali geotermiche e misurati nei vari comuni, come dimostra in modo chiarissimo l’Allegato 6 al suddetto Studio dal titolo significativo “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali
e dati sanitari” . Tali eccessi in diversi comuni raggiungono per i tumori negli uomini il + 30%. A pag.162 dello Studio, nel paragrafo 6.2, dal titolo significativo: “Considerazioni sui risultati delle analisi della Mortalità” si legge che: “Negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia al riferimento generale”. ARS e ARPAT non hanno saputo fino ad oggi individuare le cause di tali eccessi e non hanno saputo spiegare come mai il precedente Studio (1) dell’Istituto Superiore della Sanità dimostra che tali eccessi negli anni ‘80 in Amiata non esistevano. I molti studi di carattere sanitario, commissionati dalla Regione allo scopo di tranquillizzare, non hanno trovato ad oggi nessuna relazione. Dall’ultimo aggiornamento dello Studio InVetta emerge che il 64% delle persone sottoposte alle analisi risulta avere almeno un metallo pesante superiore ai valori di riferimento SIVR. Ciò nonostante, in questi anni sono stati in molti, dal presidente Rossi a diversi Sindaci ad attribuire tali eccessi di mortalità agli stili di vita, all’alimentazione, all’alcol, al tabacco, a Venere…, ma, sia l’ARS, che l’ha dimostrato analiticamente, sia tutti i residenti sanno che gli stili di vita dagli anni ‘80 agli anni 2000 non si sono affatto modificati e non sono particolari; è solo aumentata la potenza installata delle centrali geotermiche.
(1) G.A. Zapponi in “Geotermia e risorse naturali”, 1996, ed. LARAS, Comune di Piancastagnaio.
2- l’ENEL Green Power ha già tentato di far condannare dal Tribunale di Grosseto in ambito civile un attivista di SOS Geotermia, accusato dalla stessa ENEL G.P. di aver scritto che le emissioni geotermiche in Amiata erano costituite da sostanze inquinanti, pericolose per la salute pubblica. Il Tribunale ha scagionato il nostro compagno e ha condannato l’ENEL Green Power a pagare tutte le spese processuali;
3- la Procura della Repubblica di Grosseto ha aperto un fascicolo di indagini, iscrivendo l’Amministratore Delegato di ENEL Green Power, ing.Montemaggi, quale persona informata delle indagini a suo carico, per l’ipotesi di reato di emissioni fuori norma delle centrali di Bagnore di Santa Fiora. Il procedimento è in corso davanti al GIP;
4- il Prof.Riccardo Basosi, nominato dal Ministro della Ricerca quale rappresentante italiano nel Comitato di Horizon 2020, Programma della ricerca europea per le tecnologie energetiche, ha scritto in QualEnergia, giugno 2015: “Dal punto di vista del potenziale di acidificazione (ACP), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone di pari potenza elettrica. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas”. E’ a tutti noto che le centrali a carbone sono le centrali più inquinanti e pericolose per la salute pubblica;
5- La Risoluzione 8-00103, votata all’unanimità il 15 aprile 2015 dalle Commissioni parlamentari VIII – Industria e Attività produttive (presidente On.Epifani) e X “Ambiente” (presidente On.Realacci), chiede al Governo esattamente quello che questi sindaci stanno contestando, cioè di “assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale”, giustificando questo suo indirizzo, solo oggi in via di elaborazione al MISE, poiché ripetutamente sollecita che: “si tenga conto in particolare delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità”. Quelle due Commissioni avevano ascoltato in precedenti audizioni diversi scienziati;
6- il Parlamento Europeo ha segnalato la necessità di limitare i contributi pubblici alle tecnologie geotermiche più inquinanti;
7- la maggioranza dei Comuni geotermici e Comuni confinanti, consultati dalla Regione Toscana al fine di definire quali siano le Aree Non Idonee alla geotermia del loro territorio, hanno deliberato che il 100% del proprio territorio NON è idoneo a sopportare impianti geotermici a media e alta entalpia. Tali Comuni alla data del 15.4.2018, sono ben 28 su 44, tra cui diversi Comuni definiti Geotermici. Sono tutti allarmisti?
8- la Regione Toscana, avendo ricevuto dal Parlamento italiano la delega a stabilire i limiti di emissione per le centrali geotermoelettriche, ha ritenuto di fissare tali limiti con la Delibera di Giunta Regionale n. 344/2010, ma nel riportare i limiti di emissione premette che “…tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi utilizzati”. Ciò significa che il non superamento dei valori di emissione non garantisce affatto la tutela sanitaria;
9- nella stessa Delibera GR Toscana n. 344/2010 è scritto: “I livelli di emissione di ammoniaca sono estremamente significativi e rappresentano per importanza, dopo l’agricoltura, la seconda sorgente regionale di emissione per questo inquinante”. A pagina 33, paragrafo 3, si legge relativamente alla ammoniaca: “La riduzione delle emissioni di questo inquinante è importante soprattutto perché, tra l’altro, l’ammoniaca partecipa alla formazione della componente inorganica del PM10 secondario sotto forma di solfati e nitrati di ammonio”. A Pagina 37 si fa notare: “come queste emissioni siano concentrate essenzialmente nell’area dell’Amiata, dove l’emissione specifica di NH3 per centrale è di circa 620 tonnellate [all’anno, n.d.r.] contro le 100 tonnellate nell’area tradizionale Val di Cornia, le 120 tonnellate nell’area Travale-Chiusdino e le 160 dell’area tradizionale Larderello. I dati mostrano chiaramente come le Centrali nell’area Amiata presentino emissioni specifiche di ammoniaca decisamente superiori a quelle di tutte le altre zone geotermiche. L’attuale tecnologia degli impianti geotermoelettrici non consente di ridurre in maniera significativa le emissioni di ammoniaca. Lo stesso AMIS ha un effetto parziale al momento non quantificabile rispetto all’emissione complessiva”.
A pag. 58: si delineano scenari riguardanti, tra le altre, le emissioni di mercurio e si afferma come “l’area amiatina rappresenta di gran lunga la maggior fonte di emissione di questo inquinante”;
10- nel parere con prescrizioni all’esercizio della centrale di Bagnore 4, a firma del dr. Spagnesi, dirigente della USL, si legge “…Si precisa che per i valori totali degli elementi chimici tossici si deve perseguire l’obiettivo di minimizzare la loro presenza sia in termini di concentrazione che di carico di massa. Gli attuali limiti di legge (Dlgs 152/2006 allegato 5 Tabella n.1) previsti per le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) nel suolo, sottosuolo e acque sotterranee per la destinazione d’uso di verde pubblico, privato e residenziale non devono essere considerati un limite auspicabile. Ciò che dobbiamo perseguire è la minimizzazione della contaminazione ambientale”.
Rattrista e fa indignare vedere come amministratori eletti per tutelare gli interessi e la salute dei cittadini, i loro territori e l’ambiente, assumano posizioni antiscientifiche, antieconomiche e anche contro il buon senso, senza rendersi conto che la geotermia industriale, inquinante e speculativa, che porta alla monocoltura, è ormai alla fine; è solo questione di tempo. Prolungarne la vita solo grazie agli incentivi pagati sulle bollette serve solo a prolungarne l’agonia e fare ulteriori e gravi danni alla salute e ai territori.
SOS Geotermia, aderente alla Rete NoGESI
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