Il Coordinamento toscano di Medicina Democratica, in vista della scadenza del 1 dicembre prossimo per la presentazione alla regione Toscana delle dichiarazioni da parte dei Comuni in merito alle ANI, Aree non idonee alla geotermia, invita tutte le amministrazioni toscane a pronunciarsi per scongiurare il rischio di vedersi appioppare una bella centrale per aver taciuto.
Riportiamo la lettera inviata a tutti i comuni toscani:
Oggetto: Delibera regionale 516 Del 15.5.2017 Linee guida per l’identificazione delle aree non idonee (ANI) all’attività geotermoelettrica in Toscana: tutti i comuni dichiarino il proprio territorio non idoneo alla geotermia
Si premette che questa associazione onlus è fortemente preoccupata per l’estendersi in atto della richiesta di concessioni geotermiche, specialmente in Toscana, ma non solo, dopo la “liberalizzazione” del settore decretata con decreto legislativo n. 22 dell’11 febbraio 2010. Se anche una parte delle concessioni richieste fosse assentita, si assisterebbe ad un peggioramento drastico della qualità delle falde idriche, perforate ed inquinate, e della qualità dell’aria ambiente. D’altra parte si ritiene che potenzialmente tutta la Toscana abbia risorse geotermiche a media entalpia, da ciò si desume che tutti i comuni , anche quelli qui indicati come in 3° fascia (tutti i comuni toscani), non confinanti con quelli tradizionalmente geotermici, siano interessati ad esternare alla Regione la loro non disponibilità a ospitare impianti geotermici.
La Regione Toscana, ai sensi della Delibera in oggetto, sta raccogliendo i pronunciamenti dei Comuni toscani circa il loro interessamento o meno ad accogliere centrali e/o perforazioni geotermiche.
La delibera 516 in oggetto (scarica qui il testo e qui l’allegato A) recita : “Ai fini della definizione delle ANI (Aree non idonee alla geotermia) interessano la alta e la media entalpia, in presenza delle quali si può ipotizzare uno sfruttamento del fluido geotermico per la produzione di energia elettrica.”
Ed ancora: “Comuni delle restanti parti del territorio toscano, storicamente non interessati dall’attività geotermoelettrica, si presume saranno per lo più caratterizzati dalla presenza di aree non idonee riscontrabili nella vincolistica esistente e nelle colture di pregio di cui alle aree D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G. ecc. Ad ogni modo anch’essi potranno avanzare proposte volte a contenere le aree non idonee a parti specifiche del proprio territorio.
Nei successivi 60 giorni (nei mesi di ottobre e novembre 2017, ndr) la Regione Toscana verificherà la coerenza delle proposte delle Amministrazioni Comunali, anche avvalendosi di una commissione tecnica rappresentativa delle competenze in materia ambientale, paesaggistica ed economica, e procederà con l’approvazione delle ANI e con il successivo adeguamento del PAER.”
Ciò premesso, da una nostra ricerca effettuata in rete, solo circa 50 comuni su 240 toscani, risulta abbiano risposto alla Regione, mentre il grosso non ha risposto né negativamente né positivamente, esponendosi con questo silenzio alle attenzioni delle numerose ditte interessate allo sfruttamento geotermico.
Si fa presente che il Comune di Castagneto Carducci (fascia 2°) e quello di Montecatini Val di Cecina (fascia 1°) hanno già esternato alla Regione Toscana la loro indisponibilità ad ospitare impianti geotermici, rispettivamente con delibera 188 del 29.9.2017 e delibera n. 85 del 27.9.2017. Mentre non risulta nessuna risposta da comuni nella fascia 3°.
Il Comune di Montecatini Val di Cecina è coinvolto in ben due progetti geotermici, quello cosidetto “Guardistallo” e quello cosidetto “Cortolla”.
In particolare il progetto “Guardistallo” coinvolge per i pozzi geotermici il territorio del Comune di Montecatini val di Cecina, ma la concessione territoriale comprende anche altri 6 comuni (Cecina, Riparbella, Bibbona, Casale, Montescudaio, Guardistallo) dove potenzialmente potrebbe essere costruita la centrale elettrica da 5 Megawatt da parte della ditta Geothermics di Bolzano, che nel frattempo ha chiesto una concessione geotermica anche per il Comune di Milano e comuni limitrofi.
Da queste righe si può capire che nessun comune può sentirsi al sicuro dall’invadenza della geotermia, liberalizzata come scritto sopra con decreto legislativo n. 22 dell’11 febbraio 2010.
Si invitano perciò tutti i comuni in indirizzo, a partire da quelli in fascia 1° e 2°, ma anche quelli in fascia 3° a scrivere alla Regione Toscana al più presto – comunque non oltre il 1.12.17 – , dichiarando la propria indisponibilità ad accogliere impianti geotermici, con le motivazioni che ogni comune riterrà di esporre, tra cui quella della difesa della risorsa idrica, già duramente compromessa in buona parte della Toscana.
Si resta a disposizione per ogni chiarimento, distinti saluti.
17/11/2017
Per Medicina democratica Coordinamento toscano Maurizio Marchi
maurizio.marchi1948@gmail.com
1° fascia, comuni geotermici:
Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Castelnuovo Val di Cecina, Chiusdino, Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Piancastagnaio, Pomarance, Radicofani, Radicondoli, Roccalbegna, San Casciano dei Bagni, Santa Fiora e Massa Marittima.
2° fascia comuni confinanti con quelli geotermici:
Cinigiano, Campagnatico, Scansano, Semproniano, Castell’Azzara, Cetona, Sarteano, Seggiano, Roccastrada, Monticiano, Sovicille, Casole d’Elsa, Volterra, Lajatico, Riparbella, Guardistallo,Bibbona, Castagneto Carducci, Sassetta, Suvereto, Follonica, Scarlino, Gavorrano Castiglione d’Orcia, Pienza e Montalcino.”
3° fascia: tutti gli altri comuni della Toscana
Leggilo su: