11 e 12 febbraio 2021. Progetto Le Cascinelle: contraddittorio necessario, ma insufficiente -report-

L’11 e 12 febbraio si è svolto il contraddittorio, promosso dalla Regione Toscana, tra la soc.Sorgenia, proponente il progetto, e comitati, amministratori, tecnici e scienziati contrari alla realizzazione della centrale “Le Cascinelle” Val di Paglia, di cui riportiamo, sotto, il resoconto.
Pur nell’insufficiente limite di 15 minuti a intervento, argomentate e puntuali sono state le osservazioni presentate alle quali Sorgenia non ha fornito credibili rassicurazioni, pur vantando nella propria delegazione consulenti in prestito da istituzioni pubbliche come il Dott.De Natale dell’INGV e la Prof.Imbroglini dell’Università La Sapienza di Roma; consulenze, ci auguriamo, legittime e senza conflitto di interessi, ma che consideriamo comunque inopportune, a sostegno di una società privata contro un intero territorio.
Riteniamo comunque insufficiente tale contraddittorio, ma solo un primo passo affinchè prima di un pronunciamento sul progetto di centrale siano presi in considerazione ed approfonditi tutti i temi sollevati in questa sede. Non vorremmo che questo incontro sia stato solo una formalità, la foglia di fico, utile alla Regione Toscana per procedere, il prossimo 26 Febbraio in Conferenza dei Servizi, al via libera sulla compatibilità ambientale del progetto.
CHIEDIAMO LA SOSPENSIENE DELLA PROCEDURA E L’AVVIO DI UN VERO E APPROFONDITO CONFRONTO TECNICO SCIENTIFICO.

Resoconto del Contraddittorio:

Si è svolto nei giorni 11 e 12 Febbraio 2021, in videoconferenza, il contraddittorio indetto dalla Regione Toscana sul nuovo progetto presentato dalla Soc. Sorgenia Le Cascinelle a r.l. ed al quale hanno partecipato, da un lato, coloro che hanno presentato osservazioni e dall’altro numerosi tecnici e consulenti del Proponente.

Pur con la ristrettezza dei tempi messi a disposizione dei partecipanti e lasciando sempre al Proponente l’ultima parola, il confronto ha consentito di evidenziare tutte le criticità della progetto proposto che ha già attenuto nuovamente un parere negativo da parte della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Archeologici di Siena, giustificando il nervosismo manifestato dalla curatrice del Progetto di paesaggio, la Prof.Cristina Imbroglini che, pur facendo parte di una istituzione pubblica come l’Università La Sapienza di Roma, si è alacremente impegnata in un’iniziativa di carattere totalmente privatistico ed in contrasto con le aspettative, mai indagate dal proponente, di un vasto territorio in cui si pretende di installare una centrale geotermica tutta da sperimentare.

Il Dott.Mario Apicella, a nome del Biodistretto del Monte Amiata, che raccoglie un’ampia schiera di operatori economici e di produttori impegnati nella valorizzazione delle attività agricole bio e dei prodotti tipici del territorio, ha messo in evidenza la contrapposizione sostanziale tra il progetto ed il buon andamento della pubblica amministrazione, che deve sempre valutare con imparzialità i vari interessi senza sconcvolgere le già precarie condizioni ambientali di un Territorio notoriamente vocato al turismo ecologico, all’agricoltura biologica ed alla pastorizia. Evidenziando da parte del proponente una notevole non curanza della stessa normativa da osservare, come rilevato in numerosi elaborati esaminati, chiedendo ironicamente: chi paga in caso di disastro ambientale, terremoti indotti e danni all’economia locale?

Anna Bonsignori, Sindaco di Radicofani per tre legislature, ha parlato a nome dell’Associazione Pyramid affrontando il tema del paesaggio e del rispetto delle normative vigenti in materia; è stato un intervento indubbiamente favorito dal parere della Soprintendenza più volte richiamato, anche per mettere in evidenza l’assurdità di alcune scelte progettuali come quella delle “piante ibride”, che dovrebbero nascere appollaiate su vasche d’acciaio a 6 m. di altezza per schermare le torri di raffreddamento della centrale, o le piste ciclabili sui percorsi interrati delle tubazioni, come se il territorio circostante non mettesse già a disposizione itinerari di maggiore interesse e sicurezza. Ha rilevato inoltre che ben 5 pozzi deviati, 4 di reiniezione e uno di produzione, si inoltrano nel territorio del Comune di Radicofani, nella zona di protezione del Sito Unesco Val d’Orcia, in mancanza di richieste o concessioni di autorizzazione.

Giampiero Giglioni, del Circolo Legambiente “Terra e Pace” di San Quirico d’Orcia, ha messo in evidenza le carenze progettuali in merito al fluido che si vuole utilizzare, tenuto conto che si fa uso di indagini risalenti al 1960 e nessuno è in grado di assicurare la permanenza delle caratteristiche chimico-fisiche ipotizzate, sostenendo inoltre la possibilità di impatti significativi conseguenti allo smaltimento dell’enorme quantità di calore attraverso le torri refrigeranti.

Nicoletta Innocenti, dell’Associazione Opera Val d’Orcia, ha parlato del rischio archeologico presente nell’area di insediamento della centrale, riconosciuto “alto” anche dal Proponente, e delle conseguenze in campo turistico della possibile distruzione di questo patrimonio che andrebbe invece valorizzato con la realizzazione di un parco dedicato.

Cinzia Mammolotti, della Lista Abbadia Futura, è intervenuta sui contrasti del progetto con il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) e con le cosiddette “invarianti strutturali” che caratterizzano sia l’Amiata che la Val D’Orcia e sulle quali lo sfruttamento geotermico agisce in maniera pesante producendo effetti tali da rendere evidente la sua incompatibilità, in particolare con le falde idrica e termale.

Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Napoli, parlando a titolo personale, ha innanzitutto premesso di ritenere il contraddittorio inadeguato a trattare materie scientifiche e che, pur riconoscendo la liceità dell’espressione di un parere da parte della Regione Toscana, sia necessario l’intervento del Dipartimento della Protezione Civile, dati i potenziali rischi sismici di natura ultra-regionale.

Mastrolorenzo ha messo in evidenza i rischi degli impianti binari in relazione alla sismicità della zona, a causa dell’impossibilità di pervenire ad una adeguata conoscenza del sottosuolo, come già rilevato per due progetti nell’area flegrea e sull’isola di Ischia, bocciati in sede di VIA, e per l’impianto nelle vicinanze di Strasburgo, in Francia, chiuso a seguito dell’induzione di terremoti di magnitudo di 3,5 gradi Richter; le attività di prelievo e reiniezione possono infatti comportare terremoti indotti o innescati, con la massima magnitudo potenziale dell’area, che è prossima al 6 grado Richter (corrispondente ad effetti del decimo grado Mercalli).

In risposta alle osservazioni di Mastrolorenzo, il Dott. Giuseppe De Natale, consulente Sorgenia, esprimeva solo vaghe rassicurazioni sulla sicurezza dell’impianto, senza affrontare le gravi criticità denunciate; affermava che i progetti analoghi nei Campi Flegrei non erano stati rigettati dal Ministero e Regione per i gravi rischi connessi, ma ritirati dai proponenti. Affermava inoltre che, le citate centrali presso Strasburgo fossero di tipo EGS.

Mastrolorenzo evidenziava però come tali affermazioni, cosi come altre fatte da De Natale, non corrispondessero al vero e comunicava la presentazione, alla Regione Toscana, di documenti ufficiali comprovanti la falsità di dette affermazioni, che ha poi inviato per l’inserimento nella pratica. Anche in questo caso ci si chiede se sia corretto che il dipendente De Natale dell’INGV (centro di competenza della Protezione Civile per il rischio sismico), sia al tempo stesso anche consulente di una società privata su questioni che rientrano nelle competenze dell’istituto e dello stesso Dipartimento di Protezione Civile.

Edoardo Meloni, di Radicofani, ha centrato il suo intervento sulla problematica dei gas incondensabili contenuti nel fluido geotermico utilizzato nell’impianto, giungendo a mettere in grande imbarazzo i tecnici di Sorgenia e costringendoli ad ammettere che questo sarebbe il primo impianto che riesce a reiniettare tutti i fluidi estratti, quando la totalità delle centrali binarie esistenti nel mondo presentano emissioni in atmosfera anche nel caso di fluidi con contenuti di incondensabili molto minori di quelli amiatini.

Benedetta Origo ha parlato in rappresentanza di un nutrito gruppo di operatori economici della Val d’Orcia, in merito agli effetti devastanti del progetto sull’assetto turistico e sociale nonché sull’immagine del comprensorio, divenuto negli ultimi anni, con l’impegno costante e la lungimiranza di addetti ed amministratori, un “brand” riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale.

La giornata si è conclusa con l’intervento di Ignazio Porcelloni, in rappresentanza di numerosi agricoltori ed aziende che operano in Val di Paglia, nelle immediate vicinanze dell’impianto; è stata messa in evidenza la primaria importanza del mondo produttivo esistente, sul quale potrebbero ricadere solo effetti negativi dall’attivazione della centrale, in particolare legati alla modifica del clima acustico. Porcelloni ha anche insistito su vari aspetti di carattere legale connessi alle procedure di approvazione, che non assicurano la partecipazione democratica né offrono garanzie su un esame obiettivo delle problematiche evidenziate ed a tale scopo ha preannunciato l’invio di una formale diffida alla Regione Toscana.

La mattinata di Venerdì 12 ha avuto inizio con gli intervenuti di vari rappresentanti della Rete NoGESI (No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante), a partire da Beatrice Pammolli che ha affrontato i vari motivi di contrasto del progetto con la normativa regionale; con la procedura di approvazione delle Aree Non Idonee all’installazione degli impianti geotermici anche in riferimento all’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri della legge che ne dichiarava l’immediata esecutività e l’applicazione anche ai procedimenti in corso; con la recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato l’impianto binario di Torre Alfina.

Andrea Borgia ha ancora una volta evidenziato le interferenze della geotermia con le falde acquifere del Monte Amiata, dimostrate dagli andamenti delle quote rilevate dai piezometri presenti in vari punti del vulcano, chiedendo le ragioni per cui tali evidenze non sono prese in adeguata considerazione negli studi del Proponente, ma nemmeno nei pareri rilasciati dagli uffici regionali che, pur facendo qualche sporadico cenno alla drammaticità della situazione, evitano di proporre le drastiche decisioni di cui ci sarebbe bisogno.

Fabio Landi ha illustrato in maniera puntuale lo stato di salute delle popolazioni amiatine risultante sia dalle indagini epidemiologiche concluse, sia da quelle avviate ed ancora in corso, attestanti la presenza di patologie correlabili anche alle emissioni delle centrali geotermiche, con la premessa che anche il pieno rispetto dei limiti di emissione di ciascuna sostanza può non essere sufficiente ad assicurare la salubrità dell’ambiente.

Infine Velio Arezzini ha messo in luce l’intento speculativo sotteso all’intervento proposto da Sorgenia, la cui sostenibilità economica è legata soltanto alla concessione degli incentivi statali di cui godono questi impianti, estremamente costosi e poco efficienti; ha chiesto inoltre di sapere a quale titolo la Società ha sponsorizzato il progetto del polo scolastico di Abbadia, per una somma di 250.000 euro, e quali ricadute si aspetta da questa elargizione, non ricevendo peraltro alcuna risposta.

Da ultimo è intervenuta Costanza Pratesi, in rappresentanza del Fondo Ambiente Italiano (FAI), che con un’esposizione calma e cristallina, ha riportato Sorgenia a riflettere sulla seconda bocciatura del progetto operata dalla Soprintendenza, a dimostrazione dell’assoluta incompatibilità di un intervento che, seppur migliorato dal punto di vista architettonico, rimane del tutto avulso dal contesto ambientale ed in stridente contrasto con le norme dello Stato e dello stesso Piano di Indirizzo Territoriale approvato sia dallo Stato che dalla Regione.

A questo proposito non possiamo che rimarcare il fatto che costantemente gli Uffici regionali che si interessano di paesaggio esprimano pareri favorevoli, lasciando alle sole Soprintendenze l’onere della verifica di coerenza con le disposizioni del PIT che nella maggior parte dei casi si risolve in senso negativo. Forse dobbiamo supporre che ciò derivi da una scarsa conoscenza del territorio oppure dall’adesione acritica ad indirizzi politici che prevedono in Amiata la formazione di un secondo polo geotermico, non rendendosi conto che questo territorio ha ben altre vocazioni e caratteristiche rispetto all’area storica e l’imposizione di un cosiddetto “paesaggio della geotermia” rappresenta un completo stravolgimento del contesto ambientale, mentre per il proponente dovrebbe addirittura attirare nuove forme di inimmaginabile turismo.

Per il prossimo 26 Febbraio è convocata la Conferenza dei Servizi interna alla Regione per esprimersi sulla compatibilità ambientale del progetto: alla luce di quanto emerso nel contraddittorio, la Rete NoGESI chiede che venga disposto un rinvio di tale scadenza per dar luogo ad un confronto tecnico scientifico con la partecipazione dei Servizi regionali preposti, allo scopo di chiarire non in quindici insufficienti minuti le problematiche esposte a cui è necessario dare esaustive risposte prima di pronunciarsi su un progetto controverso e contradditorio.

Rete nazionale NoGESI


Contro il progetto Le Cascinelle della soc.Sorgenia, da anni si battono cittadini, comitati e amministratori locali; riportiamo alcuni interventi su questo sito:

> Convegno del Comune di Abbadia SS per promuovere il progetto di centrale geotermica in val di Paglia. NOI CI SIAMO!
> Abbadia SS e Sorgenia. Beneficenza o compravendita del consenso?
Abbadia S.S. 18 luglio 2020, in piazza contro la centrale Sorgenia in Val di Paglia
> Abbadia S.S. 7 dicembre 2019. ASSEMBLEA PUBBLICA contro il progetto Le Cascinelle e non solo
> San Quirico d’Orcia, 14 dicembre 2019. CONVEGNO SUL PROGETTO GEOTERMICO LE CASCINELLE
> PROGETTO CENTRALE GEOTERMICA “LE CASCINELLE” SORGENIA: I TERRITORI AMIATA E VAL D’ORCIA CHIEDONO L’INCHIESTA PUBBLICA!


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