Castel Giorgio ribadisce al Governo la propria ferma opposizione ad un impianto geotermico denso di rischi, e fa presente che non sono nemmeno disponibili gli incentivi statali per la sua costruzione.
La cittadinanza di una vasta zona del distretto orvietano e del distretto vulcanico vulsino è in trepida attesa delle determinazioni del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente in relazione alla possibile autorizzazione all’ impianto geotermico di Castel Giorgio. Impianto fortemente avversato dai sindaci e dalle popolazioni di una vasta zona in quanto ad elevato rischio sismico e di avvelenamento delle falde acquifere idropotabili e del Lago di Bolsena.
Si apprende che il Comune di Castel Giorgio ha inviato una lettera ai due ministeri nella quale esplicita la propria ferma intenzione di ricorrere contro ogni e qualsiasi provvedimento con il quale si dia ulteriore corso alla realizzazione dell’impianto.
Già quattro ricorsi sono stati presentati fino ad ora rispetto al via libera al progetto da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la cui decisione è stata conseguita attraverso una fuorviante valutazione del rischio da parte di una commissione di Valutazione di Impatto Ambientale infarcita di conflitti di interesse, ormai scaduta e non ancora rinnovata, nonostante gli annunci. I ricorsi sono stati presentati dai Comuni di Castel Giorgio, Acquapendente, Allerona, Bolsena, Grotte di Castro, Montefiascone, Castel Viscardo e Orvieto, dalle regioni Umbria e Lazio e da Italia Nostra congiuntamente ad alcuni privati.
Il Comune di Castel Giorgio nella stessa fa presente un fatto fino ad ora non noto al pubblico: la società proponente ITW & LKW Geotermia non ha a disposizione gli incentivi pubblici per la realizzazione dell’impianto, in quanto è stata ammessa a beneficiare solo di un incentivo esiguo, pari a 0,1 MW, rispetto a 5 MW richiesti per il progetto di Castel Giorgio e per il progetto gemello di Torre Alfina (secondo sentenza del TAR Lazio emessa il 30.12.2019).
Ci si domanda come si possa ora procedere ad autorizzare un impianto ad una società che non ha fondi statali e che non risulta avere proprio fondi a sufficienza. E che peraltro non risulta avere alcuna esperienza di montaggio di impianti di nessun tipo. Il che, vista la delicatezza ed i rischi di tali impianti, avrebbe dovuto fin dall’inizio bloccare qualsiasi procedura autorizzativa.
Coordinamento Orvietano, Tuscia e lago di Bolsena
(aderente alla Rete Nazionale NOGESI)