LA GEOTERMIA NON E’ LA NOSTRA V.I.A.
Manifestazione a Castel Giorgio il 12 ottobre 2019, ore 16, Piazza del Municipio
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Testo del volantino distribuito alla manifestazione
LA GEOTERMIA NON E’ PULITA, NON E’ RINNOVABILE
ESSA VA ESCLUSA DAL “GREEN NEW DEAL” DEL NUOVO GOVERNO
La Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) raggruppa a livello nazionale i molti comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste contrari alla politica seguita dai vari governi sulla geotermia.
Come è noto, secondo l’ISPRA nel 2019 sono cresciute ancora le emissioni di gas serra (del 4,4%), mentre diminuisce il PIL dello 0,1 % e ciò è dovuto a un maggior uso di combustibili per la produzione di energia e, allo stesso tempo, di un decremento delle rinnovabili. Un disaccoppiamento “al contrario” rispetto ai principi che ispirano lo sviluppo sostenibile; quello stesso che il premier Giuseppe Conte – come ha detto nel suo discorso sulla fiducia del nuovo governo – vorrebbe facesse parte della nostra Costituzione.
Usare quindi la geotermia come fonte di produzione elettrica aumenta le emissioni di gas serra, per lo meno utilizzando le note tecnologie “Flash” e “Binarie”, cioè la tecnologia nota ad oggi.
Infatti:
-La geotermia non è una fonte rinnovabile. Perché gli impianti geotermici perdono la loro capacità produttiva del 7-8% nei primi due anni e del 70% in 10 anni; man mano che i pozzi si esauriscono è necessario fare altri pozzi, sempre a profondità maggiori. In Toscana per le 34 centrali geotermiche sono stati scavati oltre 1000 pozzi, i primi a 200 metri di profondità e poi man mano fino a 5000 metri. La geotermia non è rinnovabile, perché nel tempo quanto consumato non si ripristina.
-La geotermia non è ecosostenibile e nuoce alla salute. Perché gli impianti utilizzanti la “tecnologia flash” (Amiata) emettono CO2, metano, mercurio, arsenico, boro, acido solfidrico, tallio, sostanze climalteranti che incidono sulla salute pubblica (malattie cardiovascolari, neurologiche, respiratorie, malformazioni, tumori). In Amiata il tasso di incidenza per i tumori nei maschi è il 13% in più rispetto alle zone limitrofe. Molti impianti hanno bisogno di filtri (AMIS) per il mercurio ed l’acido solfidrico (puzzo di uova marce), ma i filtri non risolvono il problema dell’inquinamento tanto che l’inquinamento da mercurio-provocato in Amiata dalle centrali geotermiche, via fiumi Paglia e Tevere, sta ormai invadendo il Centro Italia. Per non parlare del consumo delle falde acquifere, della subsidenza, delle scosse di terremoti indotti. Le aree dove impera la geotermia sono le aree più povere della popolazione (aree di crisi). Ed i binari salutati come il “toccasana” (in 10 anni non è stato autorizzato alcuno!) come Castel Giorgio e Poggio Montone (Piancastagnaio)non riescono a rimettere nelle formazioni di provenienza i gas incondensabili perché nel Centro Italia tali gas sono dell’ordine del 10% e non come nel resto di Europa dell’1%, oltre al fatto che tali impianti sono rumorosi, soggetti a terremoti, ecc.
Perché si vogliono fare? Perché vengono dati alle imprese grossi incentivi nonostante che la geotermia elettrica non è una fonte rinnovabile, né ecosostenibile. Finché intorno alla geotermia ruoteranno enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori.
Per cui crediamo necessaria una seria e profonda riflessione sull’energia geotermica in Italia e se non sia il caso di indirizzare gli incentivi al settore delle pompe di calore (come recita la Risoluzione Parlamentare del 2015, finora inapplicata, “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano”) ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione”.
Si stanno preparando ricorsi al TAR contro la decisione della Presidenza del Consiglio. A tale scopo è stato lanciato dalle associazioni un crowdfunding (finanziamento collettivo) al seguente IBAN: IT46 C088 5172 9100 0000 0215 289, intestato a: Associazione Bolsena Lago d’Europa, presso la Banca Terre Etrusche e di Maremma – Credito cooperativo, filiale di Bolsena- con la causale: PER SOSTEGNO RICORSI GIUDIZIARI CONTRO LA CENTRALE GEOTERMICA DI CASTEL GIORGIO. Chiunque vorrà donare soldi farà un atto di difesa del nostro territorio: grazie!
COMUNICATO STAMPA del 14.10.2019
COMUNITA’ RURALE DIFFUSA
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA
RETE NAZIONALE NOGESI
Ampia e vivace partecipazione di pubblico sabato pomeriggio a Castel Giorgio per la manifestazione contro l’impianto geotermico
Bene organizzato dalla Comunità Rurale Diffusa (CRD), con la bella partecipazione del complesso musicale La Panatella, l’evento ha confermato le vive preoccupazioni della cittadinanza per l’impianto recentemente sbloccato dalla Presidenza del Consiglio.
A conferma delle forti preoccupazioni per il fondato rischio che l’impianto possa innescare terremoti, che possa inquinare seriamente le acque delle falde potabili ed il Lago di Bolsena e generare problemi di emissioni velenose, è intervenuto il dr. Giuseppe Mastrolorenzo, geologo, autorevole esperto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV. Il quale ha confermato con dati scientifici che i rischi per Castel Giorgio sono reali, concreti e sono molto simili a quelli di due impianti identici che si volevano realizzare ad Ischia e nei Campi Flegrei, il cui iter è stato proprio per questo bloccato dalle autorità competenti. Contrariamente a quanto avvenuto per Castel Giorgio.
Velio Arezzini e Pino Merisio, rappresentanti di comitati dell’Amiata, hanno evidenziato come la geotermia abbia rappresentato nelle loro zone un enorme danno ambientale, alla salute ed alle economie locali. Creando un fortissimo inquinamento, malattie ed aree di profonda depressione economica. E come l’impianto di Castel Giorgio, se realizzato, sia solo il primo di decine e decine di altri impianti già previsti in tutta la zona il cui risultato sarà di produrre effetti devastanti sugli equilibri naturali, sulla salute e sulle economie dell’Alfina e del Lago di Bolsena. Trasformandola in una impoverita area industriale, inquinata, depauperata per favorire la speculazione di pochi a danno di moltissimi.
Fausto Carotenuto, portavoce del Comitato per la Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio ha parlato della incredibile serie di conflitti di interesse, irregolarità e sotterfugi – passati scandalosamente sotto silenzio dalle classi politiche governative di tutti i partiti degli ultimi 7 anni – che stanno portando all’autorizzazione dell’impianto. E che sono alla base di una serie di ricorsi al TAR in fase di preparazione da parte di numerosi sindaci e della cittadinanza, nel tentativo di bloccare la realizzazione.
Altre manifestazioni contro questo impianto si sono svolte in diverse località come Allerona, Castel Viscardo, Capodimonte, Marta e il prossimo martedì 15 a Montefiascone. Con il sostegno della popolazione e dei sindaci.
Fausto Carotenuto, portavoce del Comitato di Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio, proprietario dell’agriturismo e centro yoga La Locanda della quercia Calante, di Castel Giorgio, insieme a Vittorio Fagioli da 7 anni al lavoro, con altri validi amici, per impedire la realizzazione di questo impianto pericoloso, dr. Giuseppe Mastrolorenzo, autorevole esperto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha già in passato in varie occasioni evidenziato scientificamente i rischi del tipo di impianto che si vuole costruire a Castel Giorgio Ed è qui per portare la sua testimonianza.
Velo Arezzini, portavoce della rete NOGESI (No alla Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante), che riunisce vari comitati nazionali, compreso quello di Castel Giorgio, in lotta contro questa forma dannosa, non ecologica e non rinnovabile di produzione di energia elettrica. Porterà la testimonianza diretta delle drammatiche e devastanti conseguenze dello sfruttamento geotermico nella zona dell’Amiata.
CONTRIBUTO DELLA CRD (COMUNITA’ RURALE DIFFUSA)
Abbiamo organizzato questo incontro per dare un nostro contributo alla lotta contro la geotermia che da diversi anni si porta avanti su questo territorio.
Siamo contadine e contadini. Siamo persone che hanno deciso di vivere in queste terre e di queste terre, di crescere qui i nostri figli e le nostre figlie per questo adesso ci sentiamo chiamati in causa, perché vivere in un luogo che vogliono far diventare un territorio sacrificabile, per uno sviluppo che non riguarda la salute, il LAVORO ed il benessere di tutti, ma solamente il profitto di pochi, bene questo non è il futuro che ci aspettiamo, questo non è il futuro che vogliamo!
Pensiamo questo non per andare contro il progresso, ma perché Produrre energia al giorno d’oggi non può essere una condanna, ma deve essere una scelta sostenibile e democratica che rispetti il volere delle persone perché abbiamo il dovere di valorizzare e difendere le risorse e la bellezza del nostro territorio.
Esiste un modo pulito di produrre energia senza I veleni e le contaminazioni che ci vogliono far credere siano inevitabili.
Noi speriamo di contribuire con il nostro modo di coltivare la terra alla valorizzazione di questo territorio, vogliamo avere la possibilità di produrre un cibo genuino e lontano da quei processi che tramite coltivazioni inquinanti, sfruttamento della terra e degli animali producono alimenti come in una catena di montaggio
Ecco noi tutti non vogliamo perdere il nostro altopiano perché non è solo una, la minaccia all’orizzonte, ad esempio questi ettari sacrificati alla monocoltura dei noccioleti cambieranno i nostri paesaggi per sempre, ci porteranno a non riconoscere più il nostro territorio e la storia che ci racconta attraverso I tratti che ce lo rendono familiare.
In questo momento, tante altre persone vivono realtà e tossicità che non hanno scelto o sulle quali non erano del tutto informate, ad esempio la Tuscia classificata come sito di interesse comunitario è stretta in una morsa tra la centrale di Civitavecchia, seconda in Italia per produzione di CO2 e dalle fabbriche e gli inceneritori di Terni.
Oppure l’Amiata da anni schiava della geotermia, investita da contaminazioni delle acque e dell’aria con pesanti ricadute sulla salute e soprattutto vittima di una violenza terribile al territorio.
In questi posti si è vista una progressiva trasformazione, con un turismo distrutto, senza più servizi, come banche e uffici postali e in alcuni casi senza neanche un alimentari rimasto nel paese.
Allo stesso tempo la comunità non ha rinunciato alla difesa del proprio territorio ed è riuscita ad evitare l’apertura della nuova centrale di Poggio Montone.
Per questo ringraziamo chi prima di noi, qui e altrove, ha alimentato e portato avanti questa battaglia, crediamo che questo prezioso lavoro abbia bisogno di costante energia e partecipazione collettiva.
Il contributo di ognuno è importante, ciascuno, con le proprie forze e capacità può fare qualcosa che dimostri quanto teniamo alla nostra salute e a questa terra, perché se rimaniamo in silenzio a guardare nessuno difenderà il nostro territorio per noi.
Speriamo che questa manifestazione sia solo una delle dimostrazioni.
Crediamo che l’amore per questo territorio dia a tutti noi la giusta energia e determinazione per rispondere assieme e con forza a questa imposizione.