Il pericoloso progetto geotermico di Castel Giorgio è stato ieri 31 luglio 2019 approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri.
AGGIORNAMENTO 5/8/19: LE REAZIONI
(in fondo alla notizia)
DELIBERAZIONI AMMINISTRATIVE
“Il Consiglio dei ministri, ai sensi dell’articolo 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, udito l’assessore Antonio Bartolini in rappresentanza della Regione Umbria, ha deliberato di superare la mancata intesa della Regione e, conseguentemente, di consentire la prosecuzione del procedimento di realizzazione dell’impianto pilota denominato “Castel Giorgio” per ricerca di risorse geotermiche sito nel Comune di Castel Giorgio (TR), proposto da ITW LKW Geotermia Italia S.p.a.”
Abbiamo lottato fino all’ultimo secondo perché questo non avvenisse, attraverso pressioni politiche di ogni genere, comunicati, ricorsi, il coinvolgimento positivo di tutti i comuni di una vasta area, di quasi tutte le forze politiche, sia a livello locale che regionale che nazionale. Fino al parlamento europeo. E siamo comunque riusciti a ritardare di anni l’avvio del progetto locale.
Ma nonostante questo sforzo a tutto campo durato oltre sette anni non abbiamo potuto evitare la nefasta decisione del 31 luglio, che favorisce una potente lobby di affari con puri interessi speculativi.
Una decisione indifferente alla salute dei cittadini ed alla salubrità dell’aria, delle acque e del territorio di un’area così bella e importante come l’Alfina. Indifferente a questo meraviglioso paesaggio, indifferente alla sua vocazione economica agricola, artigianale e turistica. Indifferente ai seri rischi di terremoti e di inquinamento. Indifferente ad una cittadinanza del tutto contraria.
Abbiamo ricevuto continue minacce, intimidazioni e pressioni di tutti i tipi. Oltre 2800 i documenti da noi scritti per ottenere giustizia e considerazione in questi anni, inviati a ministeri, giudici, forze politiche istituzioni locali, regionali, nazionali ed internazionali. Decine e decine di riunioni e di incontri in Parlamento, al Senato, alla regione Umbria e Lazio, nelle istituzioni provinciali e comunali, migliaia di email, lettere, accessi agli atti, telefonate…
Positivo il coinvolgimento attivo di una quarantina di sindaci, con un particolare ruolo di difesa dei cittadini e del territorio da parte del sindaco di Castel Giorgio e di tutte le sue forze politiche, che con noi hanno lottato in ogni modo.
Ma abbiamo tuttavia sempre riscontrato che, oltre un certo livello istituzionale, quando si arrivava ai governi, sia nazionale che regionali di Umbria e di Lazio, le promesse di tutte le forze politiche ed anche gli sforzi genuini in nostro favore di tanti sindaci, consiglieri regionali, deputati, senatori e deputati nazionali ed europei venivano infine costantemente ostacolati, raggirati, imbrogliati…
Sempre, quale che fosse il governo in carica, quale che fosse la maggioranza al governo. In una ragnatela di manipolazioni fatte apposta per spegnere e respingere gli interessi sacrosanti delle popolazioni e favorire la lobby speculativa che promuoveva l’impianto.
Il progetto è stato sostenuto e promosso dai governi precedenti, ed è stato infine approvato proprio dal cosiddetto “governo del cambiamento”. Dopo che consiglieri regionali, deputati e senatori 5 Stelle e Lega si erano battuti con noi con forza e determinazione, una volta arrivati al governo i loro ministri incredibilmente hanno comunque approvato il progetto.
Nonostante avessimo fornito – noi e le amministrazioni comunali fino all’ultimo giorno – valanghe di prove documentali delle illegalità, dei conflitti di interesse, degli imbrogli compiuti per far passare come innocuo e positivo un impianto pieno di comprovati di rischi per tutti.
Una vera vergogna.
Da chi sono stati traditi i cittadini e i territori della Tuscia?
Da decine di funzionari ministeriali, regionali, burocrati infedeli all’interesse dello Stato e dei cittadini e chiaramente impropriamente catturati nella rete di interessi della lobby speculativa.
Da una Giunta Regionale e da presidenti della Regione Umbria – soprattutto gli ultimi due, Marini ed ora Paparelli che, nonostante il Consiglio regionale si fosse espresso contro l’impianto e a favore dei territori, sono riusciti a dare alla Presidenza del Consiglio un no all’impianto talmente debole e tiepido, da non essere preso in considerazione. Nonostante li avessimo in tutti i modi avvertiti.
E poi ministri e sottosegretari di questo governo e di quelli precedenti che non hanno mai dato ascolto agli autorevoli studi tecnici sfavorevoli all’impianto ed alle prove di illecito, di conflitto di interesse, di falso da noi e dalle amministrazioni locali fornite negli anni, fino all’ultimo giorno.
Non importava a che maggioranza politica appartenessero. Al momento di decidere si sono sempre comportati tutti in modo marchiano favorevole alla lobby di affari che guadagnerà una cifra spropositata di soldi pubblici da un piccolo ma pericoloso impianto. Ed hanno infine sempre agito in senso sfavorevole ai cittadini e al territorio, alla loro salute ai loro interessi, ai loro desideri, alle loro fondate paure. A loro non è importato nulla del serio rischio di terremoti, di inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, di avvelenamento del lago di Bolsena.
Il Ministero dello Sviluppo Economico con i suoi vari ministri e sottosegretari, ha negli anni in ogni modo favorito la lobby, compiendo atti illegittimi, passando sotto silenzio tutti i problemi, e rimanendo incredibilmente favorevole al progetto anche con questo ministro Di Maio.
Il Ministero dell’Ambiente ha anch’esso in ogni modo sempre favorito la lobby, difendendo ancora una volta non l’ambiente, ma i devastatori dell’ambiente. Anche questo Ministro Costa, come i precedenti, nonostante le prove a lui ed ai suoi dirigenti fornite fino all’ultimo giorno degli illeciti compiuti nelle sue strutture su questo progetto e dei serissimi pericoli ambientali, non ha mosso un dito per evitare questa disastrosa decisione.
E la Presidenza del Consiglio si è mossa favorendo in modo marchiano non i cittadini e gli interessi reali del Paese, ma questa famigerata lobby di speculatori. Il tutto con sofisticati ed insostenibili sofismi burocratici.
Una vera vergogna.
Ma non è finita: NOI CERTAMENTE NON CI ARRENDIAMO, e giocheremo tutte le nostre carte fino all’ultimo.
La via dei ricorsi giudiziari si apre oggi come l’unica strada da percorrere. E riteniamo di avere validissime carte in mano per dimostrare ai giudici, da quelli nazionali fino a quelli europei, che quello che viene messo a rischio da questo impianto è enorme e che sono stati compiuti numerosi ed evidenti atti illeciti per favorirne ad ogni costo la realizzazione. Contro gli interessi dei cittadini e dei territori.
Chiediamo a questo punto ai cittadini ed alle amministrazioni comunali dell’Alfina, del lago di Bolsena e della Tuscia in generale di ribellarsi moralmente a questa politica sporca, che al dunque si mostra sempre comunque favorevole all’interesse speculativo di pochi, e di sostenere la nostra comune battaglia.
Abbiamo bisogno di mobilitazione, di impegno e di fondi per sostenere una battaglia legale che si annuncia lunga e difficile. Ma abbiamo buone armi e buone carte da giocare.
Organizzeremo incontri ed iniziative per alimentare quanto necessario a questa battaglia chiedendo l’aiuto dei cittadini e di tutte le amministrazioni del territori.
CON IL VOSTRO SOSTEGNO CE LA FAREMO!
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA
Aderente alla Rete Nazionale NoGESI
AGGIORNAMENTO 5/8/19: LE REAZIONI
Umbria24, 1/8/19:
Altopiano Alfina
Impianto geotermico a Castel Giorgio, ok dal governo senza l’intesa con la Regione
Superata così l’impasse sul progetto pilota contestato: botta e risposta tra M5s, Lega, Paparelli e Bartolini
di Chia.Fa.
«Il Consiglio dei ministri ha deliberato di superare la mancata intesa della Regione Umbria e di consentire la prosecuzione del procedimento di realizzazione dell’impianto pilota “Castel Giorgio” per ricerca di risorse geotermiche». Questa la decisione presa dal governo gialloverde nella serata del 31 luglio dopo aver ascoltato l’assessore Antonio Bartolini che ha ribadito la posizione già definita da Palazzo Donini alla vigilia del summit. Sull’impianto geotermico di Castel Giorgio non sarà quindi riaperta la Valutazione di impatto ambientale, come pure era stato paventato nel corso del 2018 nell’ambito degli incontri per la concertazione amministrativa.
Ok del governo senza intesa con Regione Con delibera 929 del 30 luglio, infatti, la giunta regionale ha acceso un nuovo disco rosso sull’impianto pilota ritenendo, a seguito degli «approfondimenti con l’Avvocatura regionale e con gli uffici competenti» richiesti nelle scorse settimane, «di non poter esprimere in ogni caso (negativo o positivo che sia) intesa formale sull’impianto, trattandosi di atto di rilevanza politica non opportuno da parte di una giunta che opera esclusivamente in regime di ordinaria amministrazione». Nonostante l’opposizione dei territori del Ternano e del Viterbese coinvolti e la mancata intesa con la Regione Umbria, dove in autunno si tornerà al voto per eleggere governatore e assemblea legislativa, il Consiglio dei ministri ha comunque deciso di andare avanti con l’impianto geotermico “Castel Giorgio”, proposto a inizio 2014 dalla Itw Lkw Geotermia Italia spa per l’immissione di 5 MWe nel sistema elettrico, le cui opere ricadono interamente nel piccolo comune della provincia di Terni. «Abbiamo ribadito la nostra posizione, ossia che la giunta regionale – ha detto Bartolini dopo l’incontro col governo di mercoledì – è in fase di ordinaria amministrazione e che su un atto che implica un’intesa non potevamo esprimerci, citando a supporto anche la sentenza del Tar. Il governo ha preso atto e da parte nostra abbiamo suggerito un rinvio».
Orvietano e Tuscia in agitazione Invece è arrivata la decisione del Consiglio dei ministri che era nell’aria dato che, nei giorni scorsi, Mariarita Signorini e Lucio Riccetti, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Italia Nostra, avevano segnalato l’imminente decisione del governo, tornando a ricordare, oltre alle «preoccupazioni per l’impatto ambientale dell’impianto industriale», anche che «le popolazioni e le amministrazioni locali di una vasta zona dell’Orvietano e della Tuscia viterbese hanno più volte manifestato negli anni la loro opposizione con numerosi atti ufficiali, con la formazione di comitati, e con la predisposizione di numerosi studi e pareri tecnici di alto profilo contrari al progetto». Il governo ha comunque superato l’impasse della mancata intesa con la Regione su un impianto contestato da comitati, associazioni e Comuni, oltreché finito al centro di ricorsi e decisioni del Tar, compresa quella con cui i giudici dell’Umbria lo scorso anno hanno annullato due delibere di Palazzo Donini, una del 2015 e una del 2016, con cui l’ente aveva deciso di «non rilasciare l’intesa richiesta sull’impianto geotermico di Castel Giorgio per motivi di ordine politico, in quanto pur essendo positivo l’esito della Via, i Comuni del territorio si oppongono fortemente all’intervento». Lo stesso autorizzato mercoledì dal governo.
M5s: «Contrari ma rischiavamo risarcimenti» Sulla vicenda sono intervenuti i deputati del M5s, Federica Daga e Gabriele Lorenzoni secondo cui, «pena la contestazione di omissione di atti di ufficio, il Consiglio dei ministri non poteva far altro che registrare il parere favorevole delle parti chiamate a pronunciarsi sull’opera in sede di conferenza dei servizi e il parere decisivo (e discutibile) della Commissione per la Valutazione ambientale (Via). In caso contrario, la società proponente – dicono i due deputati – avrebbe potuto pretendere il diritto a un cospicuo risarcimento a carico dello Stato e, in solido, dei ministri stessi». Bordate all’indirizzo sia della Regione Umbria che della Regione Lazio, con la prima accusata da Daga e Lorenzoni, di avere «delle delibere di giunta annullate da una sentenza del Tar, che le ha dichiarate irragionevoli e contraddittorie: la giunta umbra ha sempre assunto una posizione ambigua, dichiarando inizialmente che non era contraria al progetto, per poi ripensarci e non rilasciare l’intesa». Malgrado la decisione del Consiglio dei ministri, «il M5s era ed è contrario alla realizzazione dell’impianto geotermico in questione e non ha mai fatto mancare il sostegno ai comitati e ai cittadini del territorio in questa battaglia», né lo faranno mancare dato che «alle amministrazioni offriamo ora tutto il sostegno – dicono – per impugnare la decisione della Commissione per la Valutazione d’impatto Ambientale. La via legale ora rappresenta l’unica opzione percorribile e noi la percorreremo accanto alle comunità interessate, mentre i consiglieri regionali di maggioranza e la giunta di Umbria e Lazio fingono di stare dalla parte dei cittadini piangendo lacrime di coccodrillo e scaricando su altri le loro inequivocabili responsabilità».
Lega: «Continueremo a batterci per tutelare la Piana» Sulla stessa lunghezza d’onda i parlamentari umbri della Lega, che «prendono atto con rammarico» del via libera e dicono che «continueranno a battersi per la tutela del delicatissimo ambiente dell’Alfina, tenuto conto anche della forte preoccupazione che desta il mancato accoglimento da parte del Tar del ricorso delle associazioni ambientaliste contro la decisione di ampliamento della discarica Le Crete. Crediamo che il futuro di un territorio come quello di Orvieto e del suo comprensorio, debba essere quello della tutela e valorizzazione dell’ambiente, dei prodotti enogastronomici e del turismo, caratteristiche che sono, a nostro giudizio, incompatibili con impianti e strutture che potenzialmente potrebbero mettere a rischio ambiente e tutela del paesaggio. L’unico rammarico che rimane – proseguono il segretario regionale Caparvi, Briziarelli, Saltamartini, Tesei, Marchetti e Pillon – è che la Regione non abbia mai preso una posizione contraria, chiara e netta, alla realizzazione dell’impianto e nella seduta del Consiglio dei Ministri l’assessore Bartolini si sia trincerato dietro all’impossibilità di esprimere un parere positivo o negativo poiché la Regione Umbria è in ordinaria amministrazione. Sarebbe bastato manifestare prima la propria posizione».
Regione: «Governo poteva rinviare» Alle accuse hanno replicato venerdì mattina il presidente della Regione Fabio Paparelli e lo stesso Bartolini, sostenendo che «la posizione della Regione Umbria nel non dare l’intesa alla realizzazione dell’impianto di Castel Giorgio è sempre stata chiara, come testimoniano gli atti assunti nel tempo dalla giunta regionale», poi tornare a parlare «dell’ipotesi di riaprire una nuova procedura di Via statale, a causa del terremoto, con il ministro Di Maio che si era riservato di produrre ulteriore documentazione tecnica a supporto della decisione di intraprendere un nuovo procedimento di Via ed il Consiglio dei ministri aveva deliberato il rinvio della decisione previa acquisizione dei pareri tecnici ministeriali. Fino alla convocazione al Consiglio dei Ministri di mercoledì 31 luglio – proseguono – la Regione non ha più ricevuto alcuna comunicazione». Secondo Paparelli e Bartolini «il governo avrebbe dovuto accogliere la nostra richiesta di rinvio», citando due sentenze della Corte Costituzionale in base alle quali «nei casi in cui sia prescritta una intesa ‘in senso forte’ tra Stato e Regioni il mancato raggiungimento dell’accordo non legittima, di per sé, l’assunzione unilaterale di un provvedimento». Anche in questo senso gli amministratori regionali dicono che «alla luce di quanto accaduto la Regione Umbria, così come in passato sarà al fianco dei territori e delle comunità locali, anche valutando insieme ai Comuni, ad Italia Nostra ed alle associazioni ambientaliste possibili azioni nelle sedi competenti».
Ansa, 1/8/19:
Geotermia,’no impianto a Castel Giorgio’
Dopo ok Consiglio ministri, sindaco abbandona conferenza stampa
CASTEL GIORGIO (TERNI), 1 AGO – “Oggi doveva essere un giorno di festa per la nostra piccola comunità, invece ieri il Consiglio dei ministri, in maniera improvvisa, ha approvato la realizzazione dell’impianto di geotermia sul nostro territorio, oggetto di rifiuto da parte dell’amministrazione.
Per questo sono costretto a lasciarvi in senso di protesta contro il Governo”: con queste parole il sindaco di Castel Giorgio, Andrea Garbini, ha abbandonato la conferenza stampa di presentazione della rete di connessione ultraveloce, che si è svolta questa mattina nel comune dell’orvietano, alla quale erano presenti anche alcuni rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico.
Garbini ha sottolineato che “tutti i Comuni del territorio erano contrari in quanto l’impianto sull’Altipiano dell’Alfina potrebbe avere effetti drammatici di sismicità e sulle acque del lago di Bolsena. Ostacoleremo il più possibile questa decisione – ha continuato – sono convinto che nelle sedi giudiziarie avremo ragione e vinceremo questa battaglia”.
da Tusciaweb:
Ambiente – Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena, pronto alle barricate alla notizia del via libera del governo all’impianto di Castel Giorgio – Il primo cittadino si scaglia contro Lega e M5s: “Scandaloso che non abbiano minimamente difeso il territorio”
“Contro l’impianto geotermico bloccheremo Cassia e autostrada”
Viterbo – (g.f.) – “Bloccheremo Cassia e autostrada contro l’impianto geotermico”. Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena, è pronto alle barricate.
Ha appena ricevuto notizia che il consiglio dei ministri ha dato il via libera alla realizzazione nel vicino comune di Castel Giorgio. L’ufficialità ancora non c’è, ma la fonte è più che buona.
E il primo cittadino si scaglia contro Lega e Movimento 5 stelle. Per avere detto sì.
“Ci giunge notizia che il consiglio dei ministri pare che abbia approvato l’impianto di geotermia a Castel Giorgio – spiega Dottarelli – così sembrerebbe.
Scandaloso come Lega e Movimento 5 stelle, che in questo territorio abbiano ottenuto il 40% dei voti, poi il territorio non lo abbiano minimamente difeso da questo atto scellerato”.
Il primo cittadino attacca le due forze di governo. “Il consiglio dei ministri è composto da queste formazioni. A questo atto noi ci opporremo in tutte le sedi, per le vie legali. Confidiamo di riuscire a bloccarlo”.
Altrimenti: “Se dovesse andare a regime – sostiene Dottarelli – l’impatto sarebbe devastante per il nostro ambiente, il lago e l’economia. Inconcepibile come Lega e M5s abbiano ottenuto il consenso dei cittadini e poi non difendono il nostro territorio”.
Dottarelli non intende stare con le mani in mano. “Stiamo preparando azioni eclatanti – prosegue il sindaco di Bolsena – il blocco della Cassia e del casello autostradale a Orvieto. Convocheremo i comitati e i cittadini per informarli di quanto sta avvenendo”.
La battaglia continua. “Sono anni che il comune di Bolsena, con quello di Castel Giorgio, che è il primo interessato e altri limitrofi, ci stiamo battendo per impedire la realizzazione dell’impianto, ma l’interesse economico pare prevalere.
Anche per colpa di politici non attenti alle dinamiche dell’economia e dell’ambiente.
Il silenzio assordante dei due partiti di governo si commenta da solo. Poi venissero in questi territori a chiedere i voti…”.
La Fune, 5/8/19:
Garbini e Dottarelli: “Faremo di tutto per fermare l’impianto geotermico,
non molliamo di un centimetro”
CASTEL GIORGIO – “Studieremo tutte le forme possibili di raccordo con cittadini e associazioni del territorio per divulgare tutte le criticità di un impianto verso il quale faremo tutto quanto in nostro possesso per fermare l’inizio dei lavori”.
CASTEL GIORGIO – “Iniziamo a studiare il ricorso al Tar. Non molliamo un centimetro”. Così i sindaci Andrea Garbini (Castel Giorgio) e Paolo Dottarelli (Bolsena) sulla questione dell’impianto geotermico.
“Siamo venuti a conoscenza tramite i social network che alcuni personaggi che ricoprono non si sa quale incarico della società che ha avuto l’ok dal Governo italiano per la realizzazione dell’impianto di geotermia nel Comune di Castel Giorgio, invitano i contrari al geotermico e gli indecisi a un confronto presso una trattoria nel comune di Castel Giorgio lunedì 5 agosto (oggi) – raccontano i due sindaci -.
Per quanto ci riguarda la giornata di lunedì la spenderemo per studiare bene il ricorso che presenteremo al Tar nei tempi dovuti. Studieremo tutte le forme possibili di raccordo con cittadini e associazioni del territorio per divulgare tutte le criticità di un impianto verso il quale faremo tutto quanto in nostro possesso per fermare l’inizio dei lavori.
Non abbiamo bisogno di ascoltare nulla di più di ciò che abbiamo letto dalle carte progettuali e non crediamo che questi incontri portino chiarezza alla cittadinanza. Annunciamo invece che sarà nostra preoccupazione organizzare incontri sul tema in ogni comune interessato dall’impianto”.
Il sindaco di Castel Giorgio, Andrea Garbini – Il sindaco di Bolsena, Paolo Dottarelli
da Tusciaweb:
Ambiente – Il sindaco di Acquapendente Ghinassi interviene
sull’approvazione dell’impianto geotermico a Castel Giorgio
“Il governo ha mostrato il più totale disprezzo per la democrazia”
Acquapendente – Riceviamo e pubblichiamo – Ieri 31 luglio 2019, nonostante la contrarietà dei territori, le preoccupazioni espresse dalla regione Lazio e il grave conflitto di interessi evidenziato dalla lettera del sindaco di Castel Giorgio, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al progetto “sperimentale” della ditta Itw&Lkw per la realizzazione di una centrale geotermica.
La direzione regionale Politiche ambientali della regione Lazio non ha escluso che la realizzazione di questo impianto possa creare problemi di inquinamento, con una particolare preoccupazione per le acque del lago di Bolsena.
Altre preoccupazioni sono relative all’inquinamento dell’aria ed alla sicurezza sismica del territorio circostante.
Non ci sembra neanche normale che chi presiede la commissione Via, che ha valutato il progetto, sia stato contemporaneamente consulente della ditta proponente.
Ma al di là delle questioni tecniche, c’è una considerazione politica da fare: il fatto che tutti i sindaci del territorio e che un vasto movimento di cittadini si opponga da anni a questo tipo di iniziative, per il governo non ha contato nulla.
Si tratta a nostro avviso di un atto grave, che può recare gravi ed irreparabili danni ad un territorio ormai decisamente orientato allo sviluppo turistico. Quello che si definisce “governo del popolo” ha mostrato la sua vera faccia, nel più totale disprezzo della democrazia.
In particolare risulta incomprensibile che il Movimento 5 stelle, che in altre sedi ha sostenuto la protesta dei territori, oggi prenda in sede di governo una posizione esattamente opposta. Ci sembra una evidente dimostrazione, oltre che di incoerenza, di debolezza politica.
Come a questo punto risultano ridicoli i tentativi di qualche esponente leghista della nostra provincia che, con il solito populismo da quattro soldi, ha fatto finta di essere contrario alla realizzazione dell’impianto, promettendo telefonate risolutive.
Tuttavia, siccome la lotta continua, non vogliamo evidenziare più di tanto le differenze politiche, perché abbiamo bisogno di tutti.
La contrapposizione è sempre stata, e rimane, tra una popolazione che vive in un territorio e che vuole decidere sulla qualità del suo sviluppo e sulla sua salvaguardia, ed una Spa, non particolarmente qualificata per esperienza ed attratta dagli incentivi per le rinnovabili, che persegue i suoi profitti, lasciando qualche briciola, su luoghi la cui integrità rischia di compromettere.
Da oggi sul fronte avverso è schierato anche il governo Conte. Ci avevano raccontato un altro “cambiamento” ed il risultato è questo.
Noi continueremo a fare ciò che facciamo da anni, in una battaglia che faremo a tutti i livelli, insieme a tutti coloro che ci vorranno stare. Annunciamo perciò la nostra disponibilità a sostenere in sede giuridica un ricorso rispetto alla decisione presa. Ci sembra il minimo, per ora.
Angelo Ghinassi – Sindaco di Acquapendente
da Tusciaweb:
Viterbo – Anche il presidente Pietro Nocchi interviene
sull’autorizzazione all’impianto di Castel Giorgio
“Geotermico, la provincia ribadisce il suo no”
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – L’amministrazione provinciale di Viterbo ribadisce il parere contrario alla realizzazione dei programmi di ricerca di risorse geotermiche nel territorio del comune di Castel Giorgio e il successivo sviluppo di insediamenti per lo sfruttamento ai fini energetici della risorsa.
Un parere negativo che era stato già espresso dalla provincia di Viterbo con due delibere del 2017 e del 2018 e che ribadiamo fermamente anche oggi, fornendo il nostro completo supporto all’appello e alle parole dal sindaco di Bolsena Paolo Dottarelli, così come a tutti i sindaci dei comuni coinvolti, perché una simile opera potrebbe mettere a rischio la qualità dell’ambiente sull’intera area, la salute pubblica, e lo sviluppo sostenibile del territorio viterbese.
Abbiamo già avviato le consultazioni con i sindaci di Bolsena e Castel Giorgio per trovare un percorso comune, già condiviso nei principi, che consenta di impedire la realizzazione dell’impianto.
La gestione ambientale è uno dei tre macro-settori di competenza dell’ente provincia e faremo tutto il possibile affinché la tutela del territorio sia messa al primo posto. Non possiamo permettere che un’opera come questa metta a rischio l’equilibrio ambientale dell’Alta Tuscia, specie nell’area del lago di Bolsena.
Riteniamo infatti che lo sviluppo di impianti geotermici non sia coerente con il contesto paesaggistico, agricolo e naturalistico del territorio e risulti palesemente in contrasto con le linee programmatiche di sviluppo indicate anche nel Piano territoriale provinciale generale vigente che individua nell’agricoltura tradizionale e di qualità, nel turismo naturalistico culturale ed enogastronomico e nella salvaguardia del proprio paesaggio, gli elementi cardine per lo sviluppo socio economico del territorio della provincia di Viterbo.
Come “casa dei comuni” vogliamo che tutti i sindaci si sentano coinvolti, nessuno escluso, in quella che sarà una vera battaglia a tutela e preservazione del nostro territorio e dell’interesse dei cittadini.
Pietro Nocchi – Presidente provincia di Viterbo
Tusciaweb:
Ambiente – Il presidente di Aics Viterbo Chiricozzi promette battaglia
contro l’approvazione del geotermico a Castel Giorgio
“Il governo ha disatteso le volontà delle popolazioni”
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Il Consiglio dei ministri nella riunione del 31 luglio 2019 ha dato il via libera al rilascio di autorizzazioni per la produzione di energia geotermica a Torre Alfina e quindi in tutto il viterbese.
Ciò nonostante la lettera a noi inviata il 21 maggio 2019 dalla Commissione europea, che ci comunicava di aver svolto raccomandazioni al governo perché venisse effettuato un esame attento delle osservazioni da noi formulate sia a Bruxelles che con moltissima documentazione, in particolare rispetto l’impatto sul territorio.
Il governo si è assunto con questa sua decisione una grave responsabilità che graverà sul futuro del nostro territorio e sulle generazioni future.
Le prese di posizione dei comuni del viterbese, della regione Lazio e della regione Umbria contrarie non sono servite a nulla. La volontà delle popolazioni che vorrebbero lo sviluppo del turismo e il rispetto dell’ambiente sono state completamente disattese dal governo nazionale.
Nulla da fare. Le popolazioni sostenute dai comuni e dalle associazioni ambientaliste non vengono considerate e con autoritarismo il Consiglio dei ministri ha deciso calpestandole.
L’Aics ambiente e il comitato provinciale Aics di Viterbo non si daranno per vinti, così come crediamo continueranno a fare le altre associazioni, i comuni e le regioni. Metteremo in atto le iniziative possibili per contrastare democraticamente tale decisione.
Raimondo Chiricozzi – Aics Viterbo
OrvietoSì, 4/8/19:
Basta allo sfruttamento del territorio Orvietano. No al progetto geotermico a Castelgiorgio
PORANO – La scelta del governo di approvare il progetto della realizzazione dell’impianto geotermico di Castelgiorgio risulta inaccettabile ed incomprensibile .
Una scelta che mette in serio pericolo un territorio a forte vocazione turistica ed ambientale.
La decisione del governo rappresenta l’ennesimo schiaffo ad un territorio già ai margini delle politiche regionali e rappresenta la continuità politica che, a prescindere dagli schieramenti, utilizza e si ricorda del nostro territorio solo ed esclusivamente nel momento della richiesta dei voti elettorali.
Un territorio ad esclusivo uso di interessi privati, basta ricordare la questione dei rifiuti, delle tariffe idriche e delle politiche energetiche.
Siamo determinati a difendere il nostro territorio e l’interesse pubblico dei cittadini.
Per questo sosteniamo la necessità e l’urgenza di intraprendere, insieme a tutti i comuni dell’ orvietano e dei territori limitrofi, atti unitari che ogni consiglio comunale dovrebbe adottare in modo da esprimere ufficialmente un parere contro la decisione del consiglio dei ministri.
Auspichiamo, inoltre, la necessità di intraprendere tutte quelle azioni legali utili a difendere la sicurezza di un territorio, la salute dei cittadini e i loro interessi.
Settimia Breccia, Barbara Marinelli – Lista Civica per Porano dalla nostra prospettiva
da Tusciaweb:
Geotermia – I deputati del movimento cinque stelle dopo la decisione del consiglio dei ministri
Daga e Lorenzoni (M5S):
“Decisione scaturita dalle irresponsabilità delle regione Lazio e Umbria”
Roma – Riceviamo e pubblichiamo – In merito all’impianto pilota di sperimentazione per la ricerca di risorse geotermiche di Castel Giorgio, a cui sindaci dell’area e comitati si sono opposti fin dal 2015, così come esponenti del movimento cinque stelle a tutti i livelli istituzionali, bisogna fare chiarezza.
Leggiamo di pretestuosi e tardivi comunicati stampa di consiglieri regionali e parlamentari di altre forze politiche che scaricano sul governo le responsabilità della decisione finale dell’approvazione del progetto, ma tale approvazione rappresenta soltanto una decisione amministrativa dovuta a seguito della condotta irresponsabile delle Regioni Lazio e Umbria, dalle quali non è mai arrivato un chiaro e inequivocabile parere negativo nella sede prescritta dalla legge dove le amministrazioni possono esprimere l’assenso o il dissenso dal rilascio di titoli abilitativi, cioè la conferenza dei servizi, ma sono solo giunte ritrattazioni ufficiose e irrituali che mai hanno messo realmente in discussione la possibilità di realizzare l’impianto.
La Regione Lazio ha infatti espresso parere favorevole in Conferenza dei servizi, contrariamente a quanto si sostiene, e poi si è limitata a una nota dirigenziale di dissenso tardiva. La Regione Umbria, preposta a rilasciare l’intesa, nel merito ha delle delibere di giunta annullate da una sentenza del Tar in quanto dichiarate irragionevoli e contraddittorie. La giunta umbra ha sempre assunto una posizione ambigua, dichiarando inizialmente che non era contraria al progetto, per poi ripensarci e non rilasciare l’intesa.
In questo desolante scenario, la pronuncia del Tar scaturita dal ricorso della società proponente ha richiesto l’intervento del Dica, il dipartimento per il coordinamento amministrativo, al fine di ottenere dal consiglio dei ministri, in veste di mediatore, la deliberazione conclusiva sulla realizzazione dell’impianto. La presidenza del consiglio dei ministri si è trovata quindi davanti al fatto compiuto, in una posizione di arbitro amministrativo senza alcun potere di indirizzo politico. Così il governo ha dovuto limitarsi a rimuovere la condizione di stallo basandosi sugli atti ufficiali e non certo su ritrattazioni tardive e non sufficientemente motivate da parte delle regioni Umbria e Lazio che, ricordiamo, non hanno impugnato nessun atto né messo in discussione nelle sedi opportune e in termini di legge la fattibilità dell’opera.
Dopo aver rinviato per un anno la decisione in cerca di appigli tecnici per bloccare il progetto il consiglio dei ministri non poteva far altro, pena la contestazione di omissione di atti di ufficio, che registrare il parere favorevole delle parti chiamate a pronunciarsi sull’opera in sede di conferenza dei servizi e il parere decisivo (e per noi discutibile) della commissione per la valutazione ambientale (Via). In caso contrario, la società proponente avrebbe potuto pretendere il diritto ad un cospicuo risarcimento a carico dello stato e, in solido, dei ministri stessi.
Il Movimento cinque stelle era ed è tuttora contrario alla realizzazione dell’impianto geotermico in questione e non ha mai fatto mancare il sostegno ai comitati e ai cittadini del territorio in questa battaglia, arrivando anche al parlamento europeo con le interrogazioni di Dario Tamburrano e le risposte insoddisfacenti della commissione, e nel parlamento italiano con le interrogazioni di Federica Daga.
A settembre dello scorso anno abbiamo inoltre invitato e ascoltato le ragioni dei sindaci del territorio al ministero dello Sviluppo economico, amministrazioni alle quali offriamo ora tutto il sostegno per impugnare la decisione della commissione per la valutazione d’impatto ambientale. La via legale infatti rappresenta ora l’unica opzione percorribile e noi la percorreremo accanto alle comunità interessate, mentre i consiglieri regionali di maggioranza e la giunta di Umbria e Lazio piangono lacrime di coccodrillo e scaricano sul governo le loro inequivocabili responsabilità.
Federica Daga, Gabriele Lorenzoni – Deputati Movimento cinque stelle
da Tusciaweb 1/8/19:
Ambiente – Dopo l’approvazione del geotermico a Castel Giorgio,
il vicesindaco Andrea Di Sorte si scaglia contro Lega e M5s
“Gli esponenti dei partiti di governo non sono più ben accetti a Bolsena”
Bolsena – Riceviamo e pubblichiamo – Le dichiarazioni dei parlamentari del Movimento 5 stelle sull’approvazione di ieri in Consiglio dei ministri dell’impianto di geotermia nel comune di Castel Giorgio sono veramente raccapriccianti.
Intendono discolpare il loro governo da una scelta che hanno assunto con razionalità. E lo fanno omettendo almeno tre passaggi chiave.
Il primo: i sindaci dei territori sono stati sempre contrari all’impianto. Lo sono stati in sede ministeriale durante le conferenze dei servizi, in sede comunale con diversi ordini del giorno. Il territorio, tramite le associazioni, si è sempre dichiarato preoccupato e contrario alla geotermia su Castel Giorgio.
Il secondo: le due regioni interessate sono state timide, è innegabile e gliene facciamo una colpa. Ma hanno pur sempre dato un parere negativo, che al di là di come la si possa pensare rimane negativo. Il fatto che la nota del Consiglio dei ministri reciti “Il Consiglio dei ministri ha deciso di superare la mancata intesa della regione (Umbria ndc)” ne è la prova lampante. Prendersela con chi ha detto ufficialmente “no” e giustificare chi ha detto “si” è quantomeno bizzarro.
Il terzo: il Movimento 5 stelle ci ha fatto credere per anni che loro erano quelli casti e puri, mentre noi eravamo gente opportunista e inadeguata. Oggi i loro ministri (Di Maio e Costa) hanno fatto approvare un impianto che poggia su una valutazione di impatto ambientale del Mise che sembrerebbe essere viziata da un’incompatibilità del presidente della commissione stessa che al tempo dell’emissione del parere era consulente dell’azienda proponente. In altri tempi il M5S avrebbe occupato le aule dei due rami del Parlamento per una questione del genere…
Ma prediamo atto di questo cambiamento e di ciò che abbiamo visto ieri. È chiaro che da oggi a Bolsena non sono ben accetti personaggi che ricoprono incarichi nei partiti di Governo, soprattutto quelli che fino a ieri dicevano di essere dalla nostra parte e poi hanno smesso di rispondere al telefono.
Questa battaglia ce la giocheremo da soli, con le associazioni, i cittadini e quei parlamentari e consiglieri regionali che in questi mesi ci sono sempre stati vicino.
Andrea Di Sorte – Vicesindaco delegato all’Ambiente comune di Bolsena
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