Dopo l’annuncio che (forse) la geotermia verrà esclusa dagli incentivi per le rinnovabili, in un solo mese i lavoratori di questo settore sono TRIPLICATI (!!!) passando da 1700 a 5000.
Il 2 novembre un articolo di Greenreport (sponsorizzato da Cosvig, che gestisce gli incentivi toscani…) dice che la geotermia toscana “occupa circa 1.700 addetti tra diretti e indotto”, riprendendo gli stessi numeri forniti da un dossier del Corriere della Sera (Corriere Fiorentino) del 18 settembre 2017 che indicava, appunto, “occupati tra 650 e 700, oltre a un indotto indiretto di circa mille posti di lavoro”. Questo dato è di fonte Enel (oste, com’è il vino?) come dichiararono i consiglieri PD Pieroni e Nardini che il 22 marzo 2016 visitarono le centrali con la Commissione regionale Ambiente e dichiararono: “i dati illustratici questa mattina dai dirigenti di Enel… …700 dipendenti diretti e più di 1000 nell’indotto”.
Poteva mancare il sindacato geotermico? La Cisl, per fare la brava arriva a “circa 1.800 persone, tra occupazione diretta e indotto” (ToscanaOggi.it fonte agenzia Dire).
La Cgil rilancia e parla di “oltre 2.100 occupati tra interni ed esterni” (Il Tirreno)
Il 9 novembre La Nazione dice che i lavoratori sono 2.150, “650 nelle centrali di Enel Green Power e 1.500 nell’indotto”.
Il 9 novembre un comunicato di Toscana notizie (organo della Regione) dice che “gli occupati diretti sono 650 e quelli dell’indotto circa 2000”, e siamo a 2.650. Ma non basta, poco sotto, aggiungendo …l’indotto dell’indotto dell’indotto…. si raggiungono le “oltre 4000 le persone coinvolte, così suddivise: addetti occupati direttamente 650, addetti dei fornitori 2.000, altri addetti attivati dai fornitori dei fornitori 780, addetti attivati dai lavoratori per i consumi 890”.
Anche Greenreport, che di solito è la grancassa della geotermia industriale toscana, vedendosi superato a destra, sempre il 9 novembre, per bocca del sindaco di Pomarance, Martignoni, arriva a “circa 800 occupati diretti e 1.200-1.500
nell’indotto”, quindi sui 2.000/2.300 totali.
Ma La Nazione non ci sta e il 25 novembre, riprendendo dichiarazioni del presidente Rossi, afferma che i lavoratori sono 650 enel + 4350 indiretti, quindi 5.000 !!!
E’ chiaro e scoperto il giochino del ricatto occupazionale che viene messo in atto ogni qualvolta si chiede a qualche padrone di rispettare le leggi (ultimo caso l’ILVA). La cosa che salta agli occhi sulla geotermia toscana è la cialtronaggine di quanti, per paura di veder scomparire gli incentivi (pagati dai soliti cittadini in bolletta), non esitano a fare a gara a chi la spara più grossa!
E ancora non siamo a Natale, chissà cos’altro s’inventeranno…
Ormai le persone sono stanche e arrabbiate con un sistema di sfruttamento selvaggio dei territori, che devasta salute e ambiente e, paradossalmente, NON PRODUCE OCCUPAZIONE IN PROPORZIONE AGLI INCENTIVI ELARGITI! se solo si investissero i 600 milioni di incentivi (anno 2016) in posti di lavoro, calcolando il costo di 50 mila euro per lavoratore, si creerebbero 12.000 posti di lavoro, altro che chiacchiere.
La cosa certa è che gli occupati delle centrali toscane arrivano a circa 600 addetti che sono pari a quelli occupati nel turismo nel solo comune di Casole d’Elsa, dove un sindaco più attento agli interessi e alla salute della sua comunità, ha preso atto che, a seguito di un referendum sulla realizzazione di un impianto in cui il NO ha raggiunto il 93,4 %, la geotermia nel suo comune “non s’ha da fare”.
Ribadiamo quindi che l’eliminazione degli incentivi alla geotermia industriale speculativa e non rinnovabile è sacrosanta; ci auguriamo che su questo il Governo resista alle pressioni dell’Enel, di Rossi e dei loro supporter e non faccia marcia indietro.
Proponiamo che quanto tolto alla geotermia sia investito nei territori cd. geotermici per convertire l’occupazione nello sviluppo di fonti realmente rinnovabili, a cominciare dai piccoli impianti fotovoltaici e pompe di calore, in grado di realizzare una vera autosufficienza energetica ed una economia locale di supporto.
Sos Geotermia, Comitato Salvaguardia Ambiente M.Amiata,
Rete NoGESI, Medicina Democratica
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