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Clamoroso sul rilascio della VIA su Bagnore 4: Vergogna!

20160409_firenze focus geotermia 37 zitaDalle rivelazioni di Zita, ex dirigente VIA regione Toscana, Rossi e la sua giunta non possono più negare che non sapevano dei gravi danni sanitari.

Il 9 aprile scorso, a Firenze, nel corso del Convegno della Rete nazionale NoGesi, l’arch.Zita, ex dirigente della Regione Toscana, che ha seguito la procedura di VIA per la centrale di Bagnore 4 a Santa Fiora, dal 2005 fino a luglio 2012, quale responsabile del Settore Valutazioni di Impatto Ambientale, ha fatto affermazioni di estrema gravità che, se confermate, ci consentono di denunciare che la Giunta Rossi è consapevolmente corresponsabile dell’eccesso di mortalità che stiamo registrando in Amiata da parecchi anni.

Sappiamo che lo studio Epidemiologico, commissionato nel corso della procedura di VIA all’Agenzia Regionale della Sanità (ARS) sulle condizioni di salute della popolazione residente nei comuni sede di impianti geotermici, aveva certificato nel 2010 in Amiata un eccesso di mortalità negli uomini, sia rispetto ai comuni limitrofi che rispetto al resto della Toscana del + 13%. In sintesi brutale in Amiata era in corso una decimazione.
Inoltre tale studio, nel suo Allegato 6, aveva individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti misurati e presenti in aria, acqua e terreno, prodotti anche dalle centrali geotermiche.
Essendo riconosciuta come vera la relazione, nei comuni geotermici, tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico, ecc.  ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni di arsenico, mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata (pag.16-18 dello Studio ARS), risulta quindi statisticamente vera anche la conclusione – per la legge transitiva della logica, valida da Aristotele in poi in tutto il mondo sano ed onesto – che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata era dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche.

Ed infatti ieri l’arch.Zita ha confermato che nel 2012 ricevette un parere negativo dall’ARS in sede di VIA alla realizzazione del progetto che portava a triplicare la potenza da installare a Bagnore. Con tale parere il responsabile del procedimento non avrebbe potuto chiudere positivamente la procedura di VIA e l’arch. Zita riferì all’allora Assessore all’Ambiente Bramerini il parere negativo di carattere sanitario.
Se l’art.3 della Costituzione Italiana fosse stato rispettato anche dalla Giunta Rossi, il nuovo impianto non sarebbe stato autorizzato e si sarebbero dovuti chiudere anche quelli già in esercizio in Amiata.

Sempre secondo le dichiarazioni rilasciate ieri, dopo quindici giorni l’arch.Zita ricevette un secondo parere dall’Agenzia Regionale di Sanità con il quale il parere negativo diventava parere positivo, con una motivazione incredibile e del tutto illogica: cioè che nel frattempo era pervenuta all’Ars una nota chiarificatrice del Settore Energia della Regione Toscana. Poichè nulla variava in merito alle emissioni in atmosfera di inquinanti dannosi alla salute, non si giustifica in nessun modo la rivalutazione di un quadro sanitario già compromesso dalle centrali esistenti e che avrebbe subito ulteriori aggravi con la costruzione del nuovo impianto.

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Di seguito la trascrizione dell’intervento dell’arch.Zita a Firenze, 9 aprile 2016, qui il video:

“Qualcuno chiede il mio parere su tutta questa faccenda (poco prima l’arch. Zita aveva introdotto il tema della VIA su Bagnore 4 n.d.s.). Io non esprimo pareri personali. Per me hanno sempre parlato le carte ufficiali che ho firmato e che hanno firmato gli altri funzionari della Regione e di tutti gli organismi tecnici che partecipano nelle procedure. Tutti atti pubblici, atti che potete trovare e che qualcuno conosce perfettamente. In quella occasione era un unica centrale da 40 MW, che poi con un giochino delle tre carte si decise di spacchettare in due centrali da 20 come se due centrali da 20 fossero meglio di una da 40 in termini emissivi e quant’altro poteva sembrare meno impattante, ma queste sono cose marginali.
La questione rilevante è che io pretesi, ovviamente, che per quella centrale la Regione chiedesse un parere all’ARS, all’Agenzia Regionale per la Sanità. Non era una cosa usuale, non era mai stato fatto, ma suggerii, ovviamente in un rapporto dialettico all’Assessore Bramerini (era quotidiano il rapporto che io avevo con l’Assessore Bramerini), che date le problematiche che riguardavano la salute pubblica e dato che era la più grande centrale che si intendeva costruire, non in Nevada, dove il primo cristiano era a 150 Km, ma in un’area fortemente antropizzata, in una regione, che ha una storia, una cultura e che geograficamente è la più conosciuta al mondo, noi non potevamo sottendere la necessità di approfondire…(l’arch. Zita viene interrotto dalla presidenza che interloquisce con lui n.d.s.) … il più grosso bacino idrico, le questioni idrogeologiche…Però guardate, sono rispetto alle questioni sanitarie… io mi permetto di dire marginali rispetto alle questioni sanitarie…
Benissimo.
Io chiesi un parere all’ARS. L’ARS, e qui faccio per la prima volta una dichiarazione pubblica e consentitemi per questo… anche, no? Il fatto che mi assumo una responsabilità notevole , ma non ho mai mancato di assumerle e vedremo quali saranno le conseguenze di quello che dico. Ok? Io ho chiesto un parere all’ARS. L’ARS mi mandò un parere ufficiale. Era un parere negativo. Io chiamai immediatamente l’Assessore Bramerini, che convenne con me che, con quel parere dell’ARS, Bagnore 4 non si poteva chiudere (applausi in sala n.d.s.)…No, vi prego, vi prego. Vi prego! Non fate commenti perché la questione è significativa e rilevante.
La Bramerini parlò evidentemente in Giunta di questa faccenda. L’ARS, quindici giorni dopo il parere negativo, uscì con un successivo nuovo parere positivo sulla base, evidentemente così come è scritto nei pareri (io vi invito a leggere pareri ufficiali), sulla base di ulteriori, nuove e all’ARS non conosciute indicazioni, che gli provenivano dal Settore Energia. Io commentai all’Assessore Bramerini, in merito al fatto che era per me totalmente inconcepibile che un Direttore Generale dell’Agenzia Regionale della Sanità avesse emanato un parere negativo, dichiarando nel successivo parere positivo, che lo aveva fatto (il primo parere) nell’inconsapevolezza del valore del progetto, cosa che invece aveva assunto, in termine di consapevolezza, soltanto nell’emanazione del secondo parere, sulla base delle indicazioni che lui non aveva avuto prima e che aveva avuto successivamente dal Settore Energia della Regione Toscana.
Le conseguenze di tutto ciò sono state: la delega tolta all’Assessore Bramerini sulla Valutazione di Impatto Ambientale e il mio allontanamento come responsabile del Settore VIA e trasferimento al Settore Paesaggio”.

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La Nazione del 12 aprile 2016:

20160412_nazione zita

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Risposta del direttore dell’Ars Toscana, Cipriani, il 12 aprile 2016:

A seguito delle affermazioni di Zita, interviene il Direttore di ARS: “Abbiamo precisato, non cambiato parere”

Le affermazioni riportate dall’architetto Fabio Zita sulla stampa sul parere di ARS per la Valutazione di Impatto Ambientale della centrale geotermica di Bagnore 4, non sono corrette. Ancor meno quelle pronunciate in un intervento al Convegno “Geotermia: focus Toscana” visibile su Youtube il 9 aprile 2016.
Sostanzialmente Zita afferma che ARS ha cambiato versione dei fatti nell’arco di 15 giorni per qualche “ordine” dalla Giunta facendo credere in questo modo ad un’Agenzia piegata alla volontà di altri. Affermazioni e insinuazioni false e gravi.
ARS ha prodotto una nota aggiuntiva alla sua relazione in cui conferma e non cambia il contenuto del primo documento.
Ma cercherò di chiarire i fatti, che Zita conosce bene avendoli vissuti con noi.
Nel febbraio 2012, seguendo una procedura non usuale, l’allora responsabile del settore VIA della Regione Toscana Fabio Zita, chiede ad ARS un contributo sui documenti acquisiti dal suo ufficio, compresi quelli provenienti dalle associazioni di cittadini, per una “una valutazione della documentazione” da parte di ARS sulla sostenibilità degli impatti del progetto di Bagnore.
Dunque, non una VIS-Valutazione di impatto sanitario, ma una sorta di parere tecnico aggiuntivo, non previsto nella procedura canonica della VIA. Vista l’imponenza e complessità della documentazione, in assenza di una regia ben organizzata, dedichiamo maggiore attenzione agli aspetti epidemiologici delle affermazioni ENEL e delle note provenienti dai cittadini.
Nonostante i complessi e non sempre ben formulati documenti di ENEL, l’intero primo capoverso della seconda sezione del documento redatto da ARS, fa riferimento alle molte mappe di diffusione e alla ricaduta di inquinanti delle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, che interessavano zone completamente non abitate. Dove, dunque, l’esposizione umana non esiste. E questo si dice molto chiaramente.
Per scrupolo ARS cita anche una sola mappa tra tutte quelle presentate – la Mappa 02.c – che nello scenario di non funzionamento dei filtri di abbattimento del mercurio e dell’acido solfidrico (AMIS), segnalerebbe una possibile esposizione della popolazione a bassi livelli di acido solfidrico. Correttamente, ARS afferma che a quella data non c’è letteratura sufficiente per sapere se queste basse esposizioni protratte nel tempo possano avere effetti sulla salute. Segue una completa revisione della letteratura epidemiologica in merito. Dati incerti, in attesa di quelli ben più precisi che il prof.   Michael  Bates  dell’Università della California, stava elaborando nell’area geotermica di Rotorua nello suo studio in corso in Nuova Zelanda.
Il 31 maggio 2012 inviamo a Zita il documento che tra le altre affermazioni, dice che le mappe di ENEL non evidenziano popolazione esposta ad acido solfidrico a dosi medie o alte.
E questo non è un parere negativo.
La nota dice anche che poco sappiamo sull’esposizione della popolazione generale a dosi basse di acido solfidrico riportate da una sola mappa. Che è l’onesta e aggiornata affermazione del nostro stato di conoscenza epidemiologica a quella data.
Il documento, quindi, nel suo complesso non esprime un parere negativo sulla VIA.
Pochi giorni dopo riceviamo una telefonata di Zita che esprime la sua difficoltà ad utilizzare il nostro documento per la VIA. Si dichiara preoccupato da quelle note di ARS sull’esposizione a basse dosi. Lo rassicuro che, a nostro parere, il documento è tutt’altro che negativo. Anzi. E’ solamente scritto con lo stile medico scientifico di chi è abituato a esprimere valutazioni e dubbi sulla base delle evidenze di letteratura.
Nei giorni successivi rivalutiamo con il settore Energia della Regione Toscana, ARPAT ed esperti di mappe dell’ENEL la questione della possibile esposizione ad acido solfidrico a basse dosi in caso di non funzionamento degli AMIS espresse dalla Mappa 02.c.
Dalle verifiche emerge che la Mappa 02.c in realtà fa riferimento ad uno scenario emissivo di scarsissima probabilità, frequenza e durata. Non si configura, perciò, come possibile scenario di un’esposizione “protratta nel tempo”.
Per questo ARS ha ritenuto opportuno inviare a Zita in data 18 giugno la nota integrativa che chiariva questo passaggio.
A nostro parere, comunque, il primo documento di ARS era già sufficientemente chiaro e come tale poteva essere già utilizzato nel giudizio sulla VIA. Certamente, il venire meno dell’unico elemento segnalato come problematico rafforzava la valutazione sulla mancanza di popolazione esposta ad acido solfidrico.
In conclusione, con la nota aggiuntiva abbiamo confermato e non cambiato il contenuto del primo documento.
Peraltro, pochi mesi dopo, ad ottobre 2012, nel Convegno organizzato da ARS a Firenze su “Geotermia e Salute”, il prof. Bates presentava i primi risultati del suo studio in Nuova Zelanda che, insieme a quelli pubblicati successivamente su riviste internazionali, escludevano effetti dannosi delle esposizioni croniche a basse dosi per l’apparato respiratorio e il sistema nervoso nell’uomo. Anzi, talvolta sembrano essere protettive.
Dunque, le nostre conservative e prudenti argomentazioni, sarebbero state in ogni caso oggi superate in senso positivo. Ma questa è un’altra argomentazione.

Francesco Cipriani, Direttore ARS

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Comunicato congiunto sindaci Marini di Arcidosso e Balocchi di Santa Fiora, 12 aprile 2016:

Bagnore 4: i sindaci di Arcidosso e Santa Fiora”Sia fatta chiarezza pubblica sul parere ARS”

Comunicato congiunto dei Sindaci dei Comuni di Arcidosso e Santa Fiora
Dopo la smentita delle dichiarazioni dell’architetto Fabio Zita riportate dalla stampa
I sindaci di Arcidosso e Santa Fiora chiedono che intervenga anche la Regione in merito alle preoccupanti dichiarazioni di Zita sulla centrale geotermica Bagnore 4 e la successiva precisazione di Francesco Cipriani attuale direttore di ARS.
“Ha sollevato grande preoccupazione – dichiarano i sindaci Jacopo Marini e Federico Balocchi – il contenuto del video con il quale l’architetto Fabio Zita, ex dirigente della Regione, ad un convegno organizzato a Firenze il 9 aprile dalla rete Nogesi, ha ricostruito il percorso che avrebbe portato alla conclusione della procedura di Via per la centrale geotermoelettrica di Bagnore 4. Evidentemente consapevole della portata delle affermazioni e assumendose la responsabilità, Fabio Zita ha sostenuto che l’Ars in un primo momento aveva espresso parere negativo rispetto a tale realizzazione, modificando dopo 15 giorni tale parere in positivo a seguito della relazione che avrebbe fatto in Giunta l’allora assessore regionale Bramerini.
Questo evento avrebbe poi comportato la rimozione dello stesso dirigente e la revoca all’assessore della delega alla Via. È evidente come lo scenario paventato dal dottor Zita risulti inquietante, non solo per il suo contenuto ma proprio perché tale ricostruzione proviene non da persona qualsiasi ma dall’ex dirigente regionale competente”.
“Le successive precisazioni – continuano i sindaci di Arcidosso e Santa Fiora – dell’attuale direttore Ars Francesco Cipriani che, al contrario di Zita, sostiene che la prima valutazione non era negativa, sono rassicuranti, ma impongono uno sforzo di ulteriore chiarezza da parte della stessa Regione Toscana. Il nostro compito come sindaci è la tutela della popolazione e in un caso del genere non possono restare zone grige o dubbi di ogni genere. Abbiamo sempre riposto grande fiducia nell’operato super partes della Regione e tale fiducia la rinnoviamo ancora. Su questi aspetti non si può certo essere approssimativi o imprecisi, ed è necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità rispetto a quanto dichiarato, considerata la delicatezza e gli effetti nefasti sul territorio che essa sta provocando in termini di immagine. Proprio per questo chiediamo alla Regione di prendere posizione affinchè sia fatta immediata e piena chiarezza sulla vicenda, volendo dar conto prima possibile a noi sindaci che siamo l’autorità sanitaria locale, e alle comunità locali, di quanto effettivamente accaduto”.

Buccia di banana per l’ex assessore regionale Bramerini che nel 2010 si confrontava coi cittadini a suon di querele. Legittime le critiche dei comitati

bananapeelPer il Giudice di Pace di Firenze c’è difetto di autorizzazione nella querela presentata dall’ex-assessore regionale Bramerini per il tramite dell’avvocatura regionale. Per il Pubblico Ministero “il fatto non costituisce reato. Critica accesa, ma non lesiva di interessi”. Chi pagherà le spese?

Grosso scivolone della Regione Toscana e, nello specifico, dell’ex assessore all’Ambiente e all’Energia Annarita Bramerini, che nel dicembre 2010 denunciava per diffamazione quattro attivisti antigeotermici del monte Amiata, colpevoli di avere “offeso la sua dignità e onorabilità” con l’invio di mail di critica della geotermia amiatina e dell’operato della Regione, in vista del rilascio della VIA relativa al Piano di riassetto di Piancastagnaio.

Ebbene, il Giudice di Pace di Firenze, dottor Virzì, nella prima udienza di mercoledì 22 luglio, ha accolto l’eccezione processuale presentata dal difensore dei quattro “incriminati”, avvocato Beatrice Pammolli, ritenendo che la Bramerini, avendo presentato querela nella veste di assessore all’Ambiente (e “non in proprio” come si legge testualmente nella denuncia), avrebbe dovuto essere autorizzata dalla giunta regionale, organismo di cui faceva parte in quel momento! Da ciò deriverebbe un difetto di legittimazione alla presentazione di tale atto e quindi l’invalidità della querela dell’assessore, peraltro presentata utilizzando il patrocinio dell’avvocatura regionale costituita da ben due avvocati (quando il codice di procedura ne prevede solo uno), e quindi il venir meno della condizione di procedibilità, ragion per cui il Giudice ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela.
Ma non solo: il Pubblico Ministero, entrato direttamente nel merito della denuncia, accogliendo di fatto le tesi che la difesa aveva già esposto anche nei propri precedenti atti difensivi, ha affermato che “il fatto non costituisce reato, trattandosi di una critica, seppur accesa, non lesiva di interessi”. Ed ha aggiunto come la mail incriminata, con i suoi toni – seppur forti – rappresenti la “manifestazione di una opposta visione, critica, ma non lesiva della dignità altrui”, nemmeno di un personaggio pubblico, come l’assessore Bramerini, che per un fatto del genere ha addirittura “scomodato due avvocati della avvocatura regionale”. Il tutto in un’ aula, dove si celebravano anche altre udienze e nella quale serpeggiava un certo fastidio per un uso “disinvolto” e forse improprio degli organi della magistratura e dell’avvocatura pubblica, per questioni di questo tipo.

La Bramerini, forse convinta di aver fatto la cosa giusta querelando chi critica la geotermia in Amiata (atteggiamento questo che è apparso, per il contesto e le modalità, sin da subito uno strumento di coercizione e repressione della democrazia e che è stato prontamente criticato da importanti esponenti del mondo delle associazioni ambientali, di volontariato ed anche istituzionali), la mattina dell’udienza si è addirittura costituita parte civile – ma senza presenziare personalmente – per il tramite dei due avvocati della Regione che avevano autenticato la querela (circostanza contestata dalla difesa e rilevata dal Giudice stesso, visto che la parte civile può stare in giudizio con la presenza di un solo avvocato) ed ha chiesto un risarcimento pari a 20.000 euro da devolvere ad associazioni di volontariato! Male per lei, perché i due avvocati della Regione, forse pretenderanno pure di essere pagati da qualcuno e, stando all’esito del giudizio, quel qualcuno non possono certo essere i cittadini toscani né tanto meno i querelati, che dovranno invece essere risarciti per le spese ingiustamente sostenute per la propria difesa. Confidiamo nel fatto che la Magistratura contabile prenda atto di questa situazione e rimetta il conto a chi di dovere!

Se qualcuno pensava di tacitare i comitati e i cittadini dell’Amiata, sia in questo caso come anche negli altri giudizi che ancora pendono dinnanzi ad altri organismi della Magistratura, si sbagliano di grosso. La lotta per la difesa della salute e della nostra terra non si fa comprare né intimorire. E con essa la lotta contro gli evidenti sprechi, costituita da quello che ci è sembrato un uso non proprio degli apparati regionali.

Geotermia toscana: moratoria vera o gioco delle tre carte?

rossi_asso_manica_sorgenia logoPassano meno di sei giorni, anzichè sei mesi, e riprendono le attività di ricerca. Sorgenia in prima fila.

E’ durata meno di una settimana la “buona notizia” della moratoria sulla geotermia decisa dalla Regione Toscana il 16 febbraio; nel constatare che dopo tale data, nel territorio di Abbadia S.Salvatore, la Sorgenia Geothermal srl iniziava lavori di ricerca e di esplorazioni geotecniche, geoelettriche e geosismiche, il Comitato Ambiente Amiata, il Movimento di Cittadinanza di Abbadia ed Sos Geotermia (Rete NoGesi) il 17 febbraio hanno scritto (leggi sotto) al presidente Rossi e all’assessora Bramerini denunciando come tali attività contrastino con lo spirito e con il principio della moratoria enunciato nella legge regionale.

Tanto più se tali ricerche, che non possono essere altro che propedeutiche alla perforazione di pozzi, vengono fatte in Amiata, dove molti amministratori locali e gli stessi Rossi e Bramerini avevano giurato e spergiurato che con Bagnore 4 si era raggiunto il limite di sfruttamento compatibile con quel territorio.

Ma ai comitati, a strettissimo giro di posta, il 19 febbraio la Regione risponde che la moratoria “non blocca le attività già autorizzate nei permessi di ricerca vigenti non invasivi”, quindi “la Sorgenia Geothermal si trova nella legittimità per continuare a svolgere le attività autorizzate”, così come sono legittimate anche le altre decine di società che hanno avuto le autorizzazioni, evidentemente.

Avevamo scritto e detto che l’uscita di Rossi & Bramerini con la moratoria era dovuta alla protesta crescente tra i cittadini che poteva influire sugli esiti delle prossime elezioni regionali, e c’era il rischio che, passati i sei mesi previsti, tutto tornasse come prima.
Riconosciamo di aver sbagliato! Sono passati solo sei giorni ed è già palese la presa in giro e lo scopo puramente elettorale della sortita dei “nostri”.

Viene da chiedersi se davvero pensano che i cittadini siano così stupidi e che il trucco delle tre carte funzioni ancora?

Siamo quindi a chiedere, ancora, al presidente Rossi, alla Bramerini, a tutta la giunta e il consiglio, di essere seri e di dimostrare che la legge sulla moratoria non è un bluff elettorale, ma che davvero c’è l’intenzione di avviare uno studio che individui le aree non idonee alla geotermia speculativa ed i limiti ai permessi, comprese le attività propedeutiche e conseguenti.
Ma anche, e con più forza, di sciogliere la contraddizione tra una moratoria agli impianti a media entalpia con reiniezione dei fluidi e le centrali flash enel ad alta entalpia con rilascio libero di tonnellate di veleni nell’atmosfera.
E sarebbe bene che risposte chiare arrivino prima delle elezioni…

Sos Geotermia (Rete NoGesi) – Comitato Ambiente Amiata

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Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
All’Assessore all’Energia Anna Rita Bramerini
e pc Al Sindaco del Comune di Abbadia San Salvatore – Ai Capigruppo Consiliari

In questi giorni abbiamo constatato che sono iniziati da parte della Società Sorgenia Geothermal srl i lavori di ricerca di esplorazioni geotecniche, geoelettriche e geosismiche nella zona dell’Amiata, nel territorio comunale di Abbadia San Salvatore, con movimenti di pesanti mezzi, delimitazione e picchettaggio dei terreni, etc, che hanno creato apprensione e discussione nella cittadinanza, che non era stata minimamente informata dell’inizio di tale attività di ricerca. Il Sindaco del Comune di Abbadia San Salvatore ha riferito di aver avuto di recente un incontro con la Società Sorgenia che gli aveva prospettato gli interventi di ricerca e l’inizio di tale attività, senza, però, minimamente informare né i Comitati, né la cittadinanza, né i Gruppi Consiliari.
Venuti comunque a conoscenza dell’inizio dei lavori di ricerca, finalizzati a individuare nuove aree di sfruttamento geotermoelettrico sull’Amiata (come se non bastassero le centrali di Piancastagnaio e Bagnore e la distruzione del territorio che si è già realizzata), ci poniamo il problema di come “tale attività sia compatibile e corrispondente alla volontà espressa dalla Regione Toscana con la proposta di legge ‘Disposizioni urgenti in materia di Geotermia’, approvata dalla giunta regionale il 12 gennaio e successivamente dallo stesso Consiglio regionale. In particolare l’articolo 1, comma 2 di tale legge, indicava, nei sei mesi successivi alla entrata in vigore della stessa “la sospensione dei procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione di pozzi esplorativi, nonché degli atti a essi preordinati relativi all’alta e alla media entalpia”.
Ci risulta che la Società Sorgenia Geothermal srl ha avuto la autorizzazione dalla Regione Toscana (nonostante il parere contrario della precedente Amministrazione Comunale e dei Comitati) per il permesso di ricerca per risorse geotermiche “Le Cascinelle” nei comuni di Abbadia San Salvatore, Castiglione d’Orcia e Radicofani nel marzo 2012, con validità fino al marzo 2016.
Ci chiediamo se la legge di moratoria di sei mesi sopra citata sia applicabile anche ai permessi di ricerca già autorizzati prima della approvazione della stessa. Vi chiediamo quindi la interpretazione “giuridicamente corretta” di quanto espresso nel dispositivo sopra citato (comma 2, articolo 1), poiché ci sembra assurdo che una decisione politica così importante assunta dalla Giunta e dal Consiglio Regionale abbia fatto salve tutte le autorizzazioni già concesse prima della approvazione di tale legge. In tal caso non possiamo non far rimarcare la gravità di tale dispositivo.
Attendiamo vostre delucidazioni in merito e richiediamo che in ogni modo (modificando anche con successiva deliberazione il contenuto del secondo comma dell’articolo 1, rendendolo attuativo anche per le ricerche già autorizzate), si intervenga per bloccare le ricerche in atto della società Sorgenia e altre previste a breve in altri territori dell’Amiata, anche alla luce di quanto affermato dal Paer, il Piano Ambientale Energetico Regionale, approvato insieme alla moratoria dei permessi, che “riconosce la specificità dell’Amiata, dove la potenza raggiunta con la risorsa geotermica costituisce il punto di equilibrio tra il suo sfruttamento e la vocazione socio-economica del territorio”.
Non comprendiamo quindi che senso abbia approvare una legge di moratoria per sei mesi “per avere il tempo per verificare la sostenibilità ambientale e socio-economica dei territori interessati dai permessi di ricerca relativi alle risorse geotermiche” e poi permettere alle società di andare avanti con le ricerche, come sta avvenendo in un’area già altamente interessata dallo sfruttamento geotermico, come l’Amiata. Oltre tutto con un permesso di ricerca concesso a una società che da quanto abbiamo appurato, dalla visura ordinaria Società di Capitale effettuata il 30 /01/2015 presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano, risulta essere costituita dal 2008, con un unico socio, un unico amministratore, con un capitale sociale in srl pari a soli 10.000 euro e che risulta nella voce attività: “inattiva”.
Abbadia San Salvatore 17/02/2015
Comitato Ambiente Amiata – Movimento di Cittadinanza per l’Informazione e la Partecipazione alle Scelte del Territorio di Abbadia San Salvatore – SOS Geotermia (Rete Nazionale NoGesi)

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La Nazione del 24 febbraio 2015
La Regione replica alle posizioni dei comitati contro la geotermia
«Moratoria reale, niente finzioni»
REPLICHE L’assessore all’ambiente Annarita Bramerini difende le scelte del presidente Rossi

«LA MORATORIA è reale, non è una finzione». L’amministrazione regionale replica alle posizioni dei comitati contro la geotermia sull’efficacia della sospensione per sei mesi dei permessi di ricerca prevista con l’ultima legge regionale. Una sospensione fortemente voluta dal presidente Enrico Rossi e che di fatto ha bloccato una serie di problematiche per il suo governo dovuto alle tantissime proteste dei comitati. LA MORATORIA, come noto, si applica alle nuove richieste di permessi di ricerca, mentre per quanto riguarda quelli presentati prima della entrata in vigore della legge, ed è probabilmente l’oggetto di maggiore attenzione dei comitati, la sospensione blocca il passaggio alla fase successiva, che consente la realizzazione di piezometri o attività di indagine per pozzi esplorativi (la cosiddetta attività invasiva), oggetto infatti di verifica di assoggettabilità a Via. «E’ chiaro che se qualcuno aveva ottenuto l’autorizzazione per attività di ricerca non invasive – scrive la Regione – prima della moratoria e le sta portando avanti, non sta violando alcuna norma. Rimane comunque sempre attivabile l’attività di controllo da parte dell’autorità di vigilanza mineraria per verificare la corrispondenza tra le attività non invasive autorizzate e quelle effettivamente realizzate. Questo, tra l’altro, è quanto è stato chiarito ai comitati che hanno segnalato nei giorni scorsi l’attività di un’azienda». LA REGIONE sta inoltre approntando lo studio al quale la moratoria è funzionale. Lo studio servirà a individuare i criteri obiettivi sulla base dei quali esaminare le richieste, offrendo anche ai Comuni, chiamati ad esprimere pareri, uno strumento quantomai opportuno vista la complessità della materia. In questo modo saremo in grado di legare lo sviluppo della risorsa alla sostenibilità ambientale e alla vocazione socio economica dei territori interessati dai permessi di ricerca. E’ bene precisare che lo studio non riguarderà la distinzione tra media e alta entalpia, come i comitati hanno scritto. Tanto meno il Paer individua aree non idonee alla geotermia, bensì prevede lo sviluppo dell’alta e della media entalpia a patto che questo sia subordinato all’impiego di tecnologie impiantistiche e pratiche gestionali altamente efficienti, e riconosce la specificità dell’Amiata dove la potenza raggiunta con la risorsa geotermica costituisce il punto di equilibrio tra il suo sfruttamento e la vocazione socio economica dei territori.

Il Tirreno del 24 febbraio 2015
Geotermia, la Regione difende la moratoria

«La moratoria è reale, non è una finzione». La Regione replica ai comitati amiatini contro la geotermia sull’efficacia della sospensione per sei mesi dei permessi di ricerca prevista con legge regionale. «La moratoria – spiega la Regione – si applica alle nuove richieste di permessi di ricerca; per quelli presentati prima della entrata in vigore della legge la sospensione blocca il passaggio alla fase successiva, che consente la realizzazione di piezometri o attività di indagine per pozzi esplorativi (attività invasiva)». Chi ha ottenuto l’autorizzazione prima della moratoria, e le sta portando avanti, non viola alcuna norma. La Regione sta inoltre approntando lo studio per individuare i criteri obiettivi per esaminare le richieste ma precisa che lo studio non riguarderà la distinzione tra media e alta entalpia.

ToscanaNotizie del 23 febbraio 2015
Geotermia: la moratoria è reale e con lo studio si definiranno i criteri per il futuro
Scritto da Chiara Bini

FIRENZE – La moratoria è reale, non è una finzione. L’amministrazione regionale replica alle posizioni dei comitati contro la geotermia sull’efficacia della sospensione per sei mesi dei permessi di ricerca prevista con l’ultima legge regionale.
La moratoria, come noto, si applica alle nuove richieste di permessi di ricerca, mentre per quanto riguarda quelli presentati prima della entrata in vigore della legge, ed è probabilmente l’oggetto di maggiore attenzione dei comitati, la sospensione blocca il passaggio alla fase successiva, che consente la realizzazione di piezometri o attività di indagine per pozzi esplorativi (la cosiddetta attività invasiva), oggetto infatti di verifica di assoggettabilità a Via.
E’ chiaro che se qualcuno aveva ottenuto l’autorizzazione per attività di ricerca non invasive prima della moratoria e le sta portando avanti, non sta violando alcuna norma. Rimane comunque sempre attivabile l’attività di controllo da parte dell’autorità di vigilanza mineraria per verificare la corrispondenza tra le attività non invasive autorizzate e quelle effettivamente realizzate. Questo, tra l’altro, è quanto è stato chiarito ai comitati che hanno segnalato nei giorni scorsi l’attività di un’azienda.
La Regione sta inoltre approntando lo studio al quale la moratoria è funzionale. Lo studio servirà a individuare i criteri obiettivi sulla base dei quali esaminare le richieste, offrendo anche ai Comuni, chiamati ad esprimere pareri, uno strumento quantomai opportuno vista la complessità della materia. In questo modo saremo in grado di legare lo sviluppo della risorsa alla sostenibilità ambientale e alla vocazione socio economica dei territori interessati dai permessi di ricerca.
E’ bene precisare che lo studio non riguarderà la distinzione tra media e alta entalpia, come i comitati hanno scritto. Tanto meno il Paer individua aree non idonee alla geotermia, bensì prevede lo sviluppo dell’alta e della media entalpia a patto che questo sia subordinato all’impiego di tecnologie impiantistiche e pratiche gestionali altamente efficienti, e riconosce la specificità dell’Amiata dove la potenza raggiunta con la risorsa geotermica costituisce il punto di equilibrio tra il suo sfruttamento e la vocazione socio economica dei territori.

Il Tirreno del 22 febbraio 2015
Ricerca geotermica in tempi di moratoria. Comitati all’attacco
Sorgenia conduce indagini nel sottosuolo di Abbadia. La Regione: «Regolare». Ma chiama l’Autorità di vigilanza
di Fiora Bonelli

CASTEL DEL PIANO. Geotermia: moratoria vera o gioco delle tre carte? Lo chiedono, provocatoriamente, le associazioni contrarie allo sfruttamento geotermico dell’Amiata Sos Geotermia, rete Nogesi e Comitato ambiente Amiata dopo che, a sei giorni dall’inizio della moratoria alle ricerche geotermiche stabilita dalla Regione, la Sorgenia ha ripreso i lavori di ricerca e di esplorazioni geotecniche, geoelettriche e geosismiche ad Abbadia San Salvatore. «Passano meno di sei giorni, anziché sei mesi, e riprendono le attività di ricerca con Sorgenia in prima fila – denuncia Sos geotermia – È durata appena una settimana la “buona notizia” della moratoria geotermia decisa dalla Regione il 12 febbraio». Il Movimento di Cittadinanza di Abbadia e Sos Geotermia (Rete Nogesi) il 17 febbraio hanno scritto al presidente della Regione Rossi e all’assessore regionale all’Ambiente Bramerini denunciando come «tali attività contrastino con lo spirito e con il principio della moratoria enunciato nella legge regionale. Tanto più se tali ricerche, che non possono essere altro che propedeutiche alla perforazione di pozzi, vengono fatte in Amiata, dove molti amministratori locali e gli stessi Rossi e Bramerini avevano giurato e spergiurato che con Bagnore 4 si era raggiunto il limite di sfruttamento compatibile con quel territorio», dicono i comitati. A loro, a strettissimo giro di posta, il 19 febbraio la Regione ha risposto che la moratoria non blocca le attività già autorizzate nei permessi di ricerca vigenti non invasivi. «Alla Regione – si legge nella nota di risposta – risulta che nel comune di Abbadia San Salvatore la Sorgenia Geothermal stia conducendo indagini geofisiche, quindi non invasive». La moratoria, prosegue la nota, «non blocca le attività già autorizzate nei permessi di ricerca vigenti non invasivi» ma «sospende solo i procedimenti (di valutazione ambientale e autorizzativi) relativi alle istanze di proroga del permesso di ricerca e di modifica al programma di lavori già autorizzato, ma in quest’ultimo caso, solo laddove si richieda l’autorizzazione alla perforazione di pozzi esplorativi». La Regione ha comunque trasmesso la segnalazione dei comitati all’Autorità di vigilanza mineraria per verifiche. Ad ogni modo la Sorgenia ad oggi Geothermal si trova nella legittimità per continuare a svolgere le attività autorizzate, così come lo sono altre decine di società. E per i comitati è la dimostrazione che la moratoria è una beffa. «Avevamo scritto e detto che l’uscita di Rossi e Bramerini con la moratoria era dovuta alla protesta crescente tra i cittadini – scrivono i comitati – che poteva influire sugli esiti delle prossime elezioni regionali e c’era il rischio che, passati i sei mesi previsti, tutto tornasse come prima. Riconosciamo di aver sbagliato. Sono passati solo sei giorni ed è già palese la presa in giro e lo scopo puramente elettorale della sortita dei “nostri”. Viene da chiedersi se davvero pensano che i cittadini siano così stupidi e che il trucco delle tre carte funzioni ancora?». I comitati chiedono dunque ai vertici regionali se «davvero c’è l’intenzione di avviare uno studio che individui le aree non idonee alla geotermia speculativa e i limiti ai permessi, comprese le attività propedeutiche e conseguenti. Ma anche, e con più forza di sciogliere la contraddizione tra una moratoria agli impianti a media entalpia con reiniezione dei fluidi e le centrali flash enel ad alta entalpia con rilascio libero di tonnellate di veleni nell’atmosfera. E sarebbe bene che risposte chiare arrivino prima delle elezioni».

Nasce Nogesi. Associazioni unite contro le centrali

Nasce anche sull’Amiata la Rete Nogesi (No geotermia speculativa e inquinante). Il battesimo il 15 febbraio ai Bagnoli di Arcidosso. Nogesi chiama a raccolta tutti i comitati, gruppi, cittadini dell’Amiata per definire un percorso comune nelle diverse battaglie sulla geotermia, da quella contro le centrali flash di Bagnore e Piancastagnaio a quelle contro le centrali a media entalpia in progetto su tutto il territorio amiatino, Montenero-Monticello, Seggiano, Murci, Casa del Corto, Monte Labro. Oltre 50 persone in rappresentanza di gruppi e comitati di Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano, Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Monticello, Montenero, Valle dell’Albegna, Liberaonlus oltre a rappresentanti del M5S di Arcidosso, di Insieme per Arcidosso, del Comune di Seggiano, del Prc di Santa Fiora, che per la prima volta si sono incontrati con la volontà di unire le forze e progettare un percorso di lotte comuni. Sul piatto, la necessità di un’informazione capillare, lo studio di proposte per uno sviluppo sostenibile della montagna, il bisogno di coordinamento. Lunga la lista dei prossimi appuntamenti fra cui quello del 14-15 marzo a Colle val d’Elsa. Info: nogesi_amiata@inventati.org.

GoNews del 21 febbraio 2015
Geotermia, i comitati: “Riprese in meno di sei giorni le attività di ricerca. Si faccia chiarezza”
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 21 febbraio 2015
“Geotermia toscana: moratoria vera o gioco delle tre carte?”
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 21 febbraio 2015
Geotermia toscana: moratoria vera o gioco delle tre carte?
…segue ns. comunicato

Grosseto Notizie del 21 febbraio 2015
Geotermia, i comitati: “La moratoria della Regione è un bluff elettorale”
…segue ns. comunicato

LA TOSCANA, PATRIA DELLA GEOTERMIA, OPTA PER LA “MORATORIA” SUGLI IMPIANTI…

rossi indietro tutta…“al fine di non compromettere in modo irreversibile il territorio ed evitare rischi alla sostenibilità ambientale e socio-economica” (così recita la proposta di legge approvata dalla giunta Regione Toscana il 12 gennaio 2015)

Il Governatore Rossi, che all’indomani della presentazione della Risoluzione Braga sulla geotermia (a cui sono seguiti con analoga impostazione le Risoluzioni Pellegrino e Segoni e di segno opposto la Risoluzione Abrignani) dichiarava ai giornali (Il Tirreno 22.11.2014) di essere contrario alla moratoria perché “non si devono porre limiti alla ricerca e al potenziale sviluppo di energia da fonti rinnovabili”, oggi cambia idea sotto l’incalzare di contestazioni sempre più ampie, anche di sindaci, dell’insostenibile piano speculativo Berlusconi-Scajola. Dichiara addirittura (www.toscana.notizie.it del 14.1.2015) che l’eccessiva richiesta di trivellazioni geotermiche in Toscana determina il “conseguente legittimo esplodere di proteste in tutta la Toscana, a causa dell’addensamento delle ricerche”.

E così il 12 gennaio 2015 la Giunta Regionale Toscana approva una proposta di legge (qui il verbale e qui il testo della proposta) che blocca per almeno 6 mesi – dalla sua approvazione in Consiglio Regionale – tutti i “procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e degli atti ad essi preordinati – con lo scopo di stabilire il numero massimo dei pozzi da assentire e i criteri e parametri per la loro corretta distribuzione nel territorio.

Si è arrivati a questa situazione per effetto del piano Berlusconi-Scajola che, liberalizzando il settore e incentivando in maniera abnorme la produzione di energia da fonti geotermiche, ha determinato un eccessivo aumento dei progetti di ricerca e dei conseguenti pozzi esplorativi.

I maligni sostengono (e noi con loro) che nella scelta del Governatore Rossi non siano estranee logiche “elettorali” viste le imminenti elezioni amministrative; il che non fa che confermare vieppiù che la politica geotermica toscana non è più appetibile presso gli elettori che dovrebbero votarlo. Il tentare di togliere di mezzo dalla tornata elettorale amministrativa la geotermia è una candida ammissione della sua virulenza politica.

E così anche la Toscana (da tempo responsabile della grave situazione ambientale e sanitaria in Amiata) oggi riconosce di essere vittima della liberalizzazione introdotta dal piano geotermico Berlusconi-Scajola e della sua insostenibilità, allineandosi alle risoluzioni Braga-Pellegrino-Segoni e a quanto la Rete Nazionale No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante va da tempo richiedendo per una moratoria nazionale e la riscrittura di un nuovo piano geotermico.
Il possibile contrasto infatti tra la nuova legislazione toscana che verrà e i due  D.Lgs. 22/2010 e 28/2011 può essere solo risolta dal Parlamento nella riscrittura di una nuova legislazione geotermica unita ad un sistema importante per risolvere “l’addensamento delle ricerche”, che è rappresentato dall’abbattimento degli incentivi sia per gli impianti ad autorizzazione regionale che per quelli “pilota”, alla cui autorizzazione concorrono il MISE, il MATTM e la Regione ospitante.

Rete Nazionale NOGESI – No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante

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Corriere di Siena del 28 gennaio 2015
Dibattito. La rete NoGesi Gesi commenta la decisione della giunta regionale
“Geotermia, bene lo stop di 6 mesi”

AMIATA Il Governatore Rossi, che all’indomani indomani della presentazione della risoluzione Braga sulla geotermia dichiarava ai giornali di essere contrario alla moratoria – scrive Vittorio Fagioli, portavoce della Rete nazionale NoGesi Gesi (No Geotermia elettrica, speculativa e inquinante) – perché “non si devono porre limiti alla ricerca e al potenziale sviluppo di energia da fonti rinnovabili”, oggi cambia idea sotto l’incalzare incalzare di contestazioni sempre più ampie, anche di sindaci, dell’insostenibile insostenibile piano speculativo Berlusconi- Scajola. Dichiara addirittura che l’eccessiva eccessiva richiesta di trivellazioni geotermiche in Toscana determina il “conseguente legittimo esplodere di proteste, a causa dell’addensamento addensamento delle ricerche”. E così il 12 gennaio 2015 la giunta regionale toscana approva una proposta di legge che blocca per almeno 6 mesi tutti i “procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe”. E così anche la Toscana (da tempo responsabile della grave situazione ambientale e sanitaria in Amiata) oggi riconosce di essere vittima della liberalizzazione introdotta dal piano geotermico Berlusconi- Scajola e della sua insostenibilità, allineandosi a quanto la Rete Nazionale No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante va da tempo richiedendo per una moratoria nazionale e la riscrittura di un nuovo piano geotermico.

Il Cittadino online del 27 gennaio 2015
Nogesi: “La Regione ammette l’eccesso di progetti geotermici”
…segue ns. comunicato.

GoNews del 26 gennaio 2015
Rete No Geotermia Elettrica: “Anche la Toscana opta per la ‘moratoria’ sugli impianti”
…segue ns. comunicato.

Alétheia del 26 gennaio 2015
Anche la Toscana opta per la moratoria sugli impianti geotermici
…segue ns. comunicato.

‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata

isola tesoro trivelleDalla pubblicazione, nell’ottobre del 2010, dello Rapporto Epidemiologico (clicca qui per scaricarlo), commissionato dalla Regione Toscana, attraverso l’Agenzia Regionale di Sanità (Ars), alla Fondazione “Gabriele Monasterio” e al Cnr di Pisa (Istituto di Fisiologia Clinica) ad oggi abbiamo assistito al macabro balletto di Regione, Enel e amministratori locali sui dati, incontrovertibili, di mortalità nell’area del monte Amiata, con l’uso strumentale di affermazioni della stessa Ars che sono contraddette nello stesso Studio.
Abbiamo analizzato il Rapporto e le nostre considerazioni sono riportate nel libretto, in fase in stampa, ‘ABGeoterma’ che verrà distribuito nei prossimi giorni.
Per adesso cerchiamo di dare qualche elemento per chiarire come si stia barando sui numeri che pure ci sono, evidenziati, nel Rapporto.
Intanto bisogna fare sempre attenzione a collegare i numeri con gli anni di riferimento (2000-2006, oppure 1980-2006), con il sesso, con l’area (Amiata, oppure area sud e nord assieme, oppure cluster significativi – i comuni più colpiti- nell’area di riferimento di 50 km) e con la patologia mortale (tumori, oppure tutte le cause). Questo perchè il Rapporto riporta più confronti e bisogna essere molto precisi.
In una prima conferenza stampa di due anni fa, mostrammo ai giornalisti le copie di due pagine del Rapporto ARS e illustrammo che l’incidenza era di 535 morti in eccesso per tutte le cause, quale somma nei due cluster statisticamente significativi per i maschi e per le femmine, di pag.81 e pag.82 dello stesso, per il periodo 2000-2006. Visto che i venti non rispettano i confini amministrativi, era importante questo dato oggettivo, ma subito dopo la Bramerini, per gettare discredito su quanto avevamo rivelato, disse che sbagliavamo perchè in tutti i comuni geotermici (mentre noi ci riferivamo chiaramente anche a quelli limitrofi) la somma per maschi e per le femmine era “solo” (disse così!) di 99 morti in eccesso (131 per i maschi e -32 per la femmine).
Oggi abbiamo una nutrita bibliografia tratta dalla letteratura scientifica internazionale sugli studi epidemiologici (vedi nota*) che smaschera le conclusioni della Bramerini & Co.: sono errori (volontari o meno) fatti per DILUIRE i risultati e ridurre l’effetto di dati altrimenti preoccupanti. Ma in Epidemiologia non è consentito confondere i dati per i maschi con quelli per le femmine, come non è consentito confondere i dati della zona nord (Larderello) con quelli dell’Amiata, perchè è documentata dagli stessi estensori dell Rapporto una notevole differenza di esposizione della popolazione ad inquinanti mortali diversi, quali il Mercurio, l’Arsenico, il Radon, ecc.; inoltre, sempre in Epidemiologia, è inammissibile non valutare l’azione cumulativa dei vari inquinanti presenti su un dato territorio. Mentre le ‘conclusioni’ del Rapporto, che contraddicono i contenuti dello stesso e sembrano scritte da mani diverse ma che continuano ad essere propagandate dagli interessati, compiono questi errori di diluizione arbitraria e non consentita che denunciamo con forza, proprio perchè è ormai noto e smascherato, nel mondo scientifico, questo tipo di manipolazione.
E’ esattamente, come denuncia il prof.Borgia, quello che fanno con le emissioni di sostanze tossiche nell’aria: per diluire la concentrazione degli inquinanti insieme ai gas estratti pompano aria pulita, ma le quantità, purtroppo, restano le stesse.
Una cosa è certa e non smentita da nessuno, riferito al periodo 2000-2006, è l’aumento statisticamente significativo di mortalità, nei maschi in Amiata,  del 13%, con punte in quattro comuni del 30% per tutti i tipi di tumori. Solo il Coordinatore di zona del PD può sostenere che questi dati non sono statisticamente significativi, come fatto all’incontro di Bagnoli il 15 marzo scorso.
Ai nostri amministratori rinnoviamo l’appello ad un serio confronto per diradare la confusione che -spesso indotta interessatamente- regna tra i cittadini dell’Amiata. Sarebbe un gesto di riscatto morale e politico quello di fermarsi un attimo a riflettere se e quanto sia utile e conveniente l’attività geotermica sul nostro territorio e valutare, senza paraocchi, le alternative compatibili con l’ambiente e che già oggi sono possibili, dalla geotermia a bassa entalpia al fotovoltaico (nel libretto avanziamo questa possibile scelta) come peraltro si sta facendo in altre zone del paese (con il concorso di Legacoop, che, ci risulta, vicina alle forze politiche che ci amministrano) ; segnaliamo anche il recente articolo che conferma che ormai si tratta di una tecnologia -anche- competitiva, scritto dal prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino.

(nota*)
a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6
http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
c)  V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues. Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
d)  N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
e)  V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford University Press 2008.

ARPAT smentisce anche se stessa: AL CITTADINO NON FAR SAPERE QUANT’E’ BUONO L’ARSENICO NEL BICCHIERE

apprendista stregoneCi mancava il contributo dell’Arpat Toscana alla ‘gioiosa macchina da guerra’ scatenatasi dopo che i Comitati amiatini riuniti nel coordinamento Sos Geotermia hanno ripreso con vigore a fare informazione sulla geotermia.
Dopo la riuscita assemblea pubblica di Castel del Piano del 12 maggio scorso, al coro del PD, del Ceroni per Aquedotto del Fiora spa, si unisce ora l’Arpat con un comunicato del 18 us (aspettiamo trepidi l’intervento della corazzata Enel).
Nel suo comunicato l’Arpat risponde proprio a noi dandoci sostanzialmente dei bugiardi ed allarmisti, per aver reso note oggi le certificazioni e le documentazioni che la stessa Arpat presentò nel 1999 nella sede autorevole di un convegno nazionale, i cui atti sono stati pubblicati dalla rivista dei Geologi italiani. Pur di affermare la naturalità della presenza di Arsenico e pur di non rimuovere le fonti inquinanti, dalla geotermia alle bonifiche parziali e inconcludenti certificate da Arpat in Maremma, arriva a smentire se stessa e le certificazioni USL, affermando cioè che le rilevazioni del pericoloso cancerogeno nell’acqua del monte Amiata fino al 2002 non sono attendibili e solo dopo, e grazie ai potenti mezzi dell’Arpat, possiamo avere dati sicuri e quindi non c’è nessun trend in aumento.
Come ha ricordato Barocci del Forum ambientalista proprio all’assemblea del 12, ‘queste affermazioni sono smentite da molti documenti, risalenti agli anni ’90 o primi anni 2000, prodotti da Arpat stessa, da Usl, da dirigenti e funzionari dell’Acquedotto del Fiora e dalla società RiMin del gruppo Eni, dall’Autorità di bacino del Tevere, Ombrone e Fiora, dalla stessa regione Toscana’, senza contare le numerose pubblicazioni ed analisi di scienziati come il Prof.Borgia, ed il ponderoso studio di Conio/Porro ‘L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano’; tutti confermano che nelle acque dell’Amiata fino al 2000 la concentrazione di arsenico non superava i 4 µgr/lt.
Delle due, una: o ha ragione l’Arpat e quindi bisogna licenziare e denunciare per ‘concorso in ecoterrorismo’ tutti gli altri oppure è l’Arpat che dice bugie.
Abbiamo un illustre precedente sulla lettura dei ‘dati scientifici’ da parte delle Agenzie regionali: è lo studio epidemiologico dell’Ars, l’Agenzia Sanitaria Regionale, pubblicato nel 2010 in cui hanno rilevato che nei comuni geotermici dell’Amiata c’è un aumento ‘statisticamente significativo’ del 13 % di mortalità e non sapendo a chi darne la colpa (di certo non all’unica fonte certa di emissioni nocive che è l’attività geotermica) hanno accusato gli stessi abitanti dell’Amiata di avere stili di vita assai poco sani -colpevoli di bere, oltre l’acqua all’arsenico, anche vino, e fumare-.
A margine della vicenda rileviamo che il comunicato Arpat è stato immediatamente ripreso e rilanciato sul sito Green Report, un sito accattivante che ha tutto l’aspetto di una cosa buona, ecologica, sana. Peccato che il sito appartenga alla soc.ECO srl di Livorno e che sia un’agenzia di marketing, cioè fanno pubblicità a chi li paga, a dispetto dei nomi così tanto ‘ecologici’ e ‘verdi’. Non è che per caso con i soldi della Regione, cioè dei cittadini toscani, si pagano anche costoro? Presidente Rossi e assessore Bramerini, se ci siete battete un colpo.
Con rammarico apprendiamo che anche il sindaco di Castel del Piano, Franci, si lancia in un attacco furibondo al coordinamento SOS Geotermia (cfr.Il Tirreno del 20/5), dandoci degli allarmisti, insinuando strani complotti e minacciando denunce. Vogliamo rassicurarlo, non abbiamo mai detto che dai rubinetti esca acqua con arsenico oltre i limiti legali di 10 µgr/lt, ma siamo molto preoccupati dal fatto che, come abbiamo detto, nelle ‘purissime acque dell’Amiata’ negli ultimi 10/15 anni c’è stato un aumento esponenziale dell’arsenico che alcuni studiosi, da Borgia a Medicina Democratica, associano alla attività geotermica e che per il futuro si prevedono nuovi e più consistenti interventi (riassetto Piancastagnaio e Bagnore 4).
Siamo peraltro d’accordo con Tiberi, dello stesso PD come Franci, quando dice che ‘l’Enel ci crea qualche problema ambientale’ e che ‘non siamo per nulla tranquilli che il livello di arsenico sia 10 o 10,1 o 9,9 e bisogna andare almeno al di sotto del 50% dei limiti di legge’. Crediamo che anche Franci converrà almeno su questo, magari ci differenziamo sui modi come arrivare alla riduzione dell’arsenico, ma questo già sarebbe un ragionamento su cui vorremmo che cittadini e amministratori fossero coinvolti.

Don Marco: i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada

Qualche anno fa Don Marco di Seggiano, intervenuto sulla questione ambientale legata alla geotermia, venne ripreso dall’assessora Bramerini a cui rispose con questa significativa lettera.

 

 

 

Cara signora,
è difficile per me risponderle qualcosa, non tanto perché non sappia cosa dire, quanto perché mi sembrano diversi i piani della comunicazione. Il modo con cui ho portato avanti la cosa può essere discutibile, come tutte le azioni umane; può essere considerato una provocazione e forse lo è, come estremo tentativo.
Il problema è tecnico ma non solo e non primariamente almeno per me. Io stesso mi sono sempre trovato in difficoltà ad affrontare la cosa dal punto di vista tecnico. Conosco tutte le iniziative tecniche di cui mi ha scritto. Non sono solito bere quello che mi viene presentato senza verificarlo e anche se non sono un geologo non mi mancano gli strumenti per capire quello di cui si sta parlando (oltre alla passione giovanile per le scienze naturali e la geologia sono, o meglio ero, ingegnere meccanico specializzato in impianti di produzione di energia.)
Lei ha parlato di Comitato Tecnico per la geotermia sull’Amiata. Quando sono stati presentati i rischi idrogeologici per la TAV nel Mugello tutto è proseguito come nulla fosse e proseguirà in Val Susa (piccole punte di tanti iceberg sommersi). D’altronde se quello che è successo nel golfo del Messico non è stato capace di fermare le perforazioni in acque profonde, è da illusi pensare che possa cambiare qualcosa per un po’ di bacini acquiferi distrutti.
Io non dico: è così. Dico semplicemente che i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada. Continua a leggere