Archivio mensile:Marzo 2014

I soliti allarmisti: La geotermia amiatina NON è sostenibile. Lo studio Basosi-Bravi

rossi_bramerini_bocciati_non ci volevaUn altro duro colpo ai sostenitori del Green Power geotermico sul monte Amiata che -sempre più in difficoltà- continuano ad arrampicare gli specchi della sostenibilità e rinnovabilità della geotermia sempre e comunque.
Grazie al lavoro di informazione che come Sos Geotermia stiamo portando avanti, dopo le denunce sulla mortalità e altre patologie, sulla riduzione e inquinamento dell’acquifero, sulle emissioni in atmosfera di impianti di vecchia concezione, i rischi accertati di subsidenza e di sismicità indotta, un altro sonoro ceffone ai disinformati e/o complici arriva dallo studio “L’IMPATTO AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE ELETTRICA DA SELEZIONATE CENTRALI GEOTERMICHE IN ITALIA” pubblicato il 1 marzo scorso sul Journal of Cleaner Production, a firma del Prof. Riccardo Basosi e dal Dott. Mirko Bravi.
Il Dott.Mirko Bravi è un ricercatore dell’università di Pisa, mentre il Prof.Riccardo Basosi
è un’autorità nel campo, ricoprendo molti e qualificati incarichi in ambito accademico e scientifico:
– Ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020.
– Rappresenta l’Università di Siena nel soggetto gestore del PIERRE, è presidente del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Polo di Innovazione ed è membro, per il sistema della ricerca, del Comitato di Indirizzo Tecnologico del DTE-Toscana.
– Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Siena e Delegato del Rettore per l’energia e l’alta tecnologia;
– Direttore del Master per l’Uso Razionale ed Efficiente dell’Energia (Energy Manager), Siena;
– Membro del Comitato Tecnico Scientifico Energia presso la Regione Toscana;
– Membro del Comitato Scientifico dell’ISSI (Istituto Sviluppo Sostenibile Italia);
– Delegato italiano per il progetto europeo COST P15.

…saranno sufficientemente affidabili, cari Sindaci e Regione, o sono altri ‘allarmisti’?

Lo studio confuta la favola dell’energia geotermica pulita e sostenibile, favola che, da Kyoto fino alle nuove centrali pilota passando da Larderello e monte Amiata, governo e amministratori continuano a raccontare e che consentono a chi produce energia geotermica di ottenere sostanziosissimi incentivi che fanno sì che sia in atto una ‘corsa all’oro’ per accaparrarsi le concessioni; gli incentivi, ovviamente, sono pagati dai cittadini sulle bollette!
Rimandiamo alla lettura dell’intero articolo Basosi-Bravi da cui evidenziamo alcuni passaggi fondamentali:

“…la Comunità Europea non include le emissioni di gas serra prodotte dalle centrali geotermiche nella quota a carico dei vari paesi. Conseguentemente in Italia e nel resto d’Europa gli inventari di gas serra non considerano le emissioni di CO2 dalle centrali geotermiche…”
“…Frondini et al. argomentano che è probabile che le emissioni naturali nell’area del Monte Amiata dovute alla degassificazione del vulcano sono molto più basse di quelle dovute allo sfruttamento dei fluidi geotermici a considerevole profondità (come i campi che alimentano le centrali considerate in questo studio)…”
…Il campo geotermico del monte Amiata è del tipo ad acqua dominante con alte temperature. Attualmente sono in funzione 4 centrali geotermiche:
– una unità in località Bagnore, che copre un’area di 5 kmq., comprendente 7 pozzi di produzione e 4 di reiniezione;
– tre unità nell’area di Piancastagnaio, che copre un’area di 25 kmq., comprendente 19 pozzi di produzione e 11 di reiniezione (Frondini et al., 2009)…”
“…I risultati di questo studio sono stati comparati inizialmente con due altri sistemi di generazione di energia di analoga potenza, carbone e gas naturale…”
“…Le centrali geotermiche nell’area del Monte Amiata emettono in atmosfera una grande varietà di prodotti non condensabili (CO2, H2S, NH3, CH4)… I gas geotermici emessi dalle centrali contengono inoltre tracce di mercujrio (Hg), arsenico (As), antimonio (Sb), selenio (Se) e cromo (Cr)…”
“…Le emissioni di gas serra dalle centrali geotermoelettriche non possono essere considerate trascurabili. …
I nostri risultati per le centrali considerate in questo studio sono in buon accordo con quelli ottenuti da Brown e Ulgiati (2002) che affermano che l’emissione di CO2 delle centrali geotermiche è dello stesso ordine di grandezza di quella delle centrali alimentate da combustibili fossili.
In confronto mostra che dal punto di vista dell’ACP (Potenziale di Acidificazione, ndr), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 (il campo geotermico di Bagnore emette 21,9 kg SO2equiv/MWh) è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. …”
Conclusioni
In questo studio è stato usato un metodo di valutazione ambientale per analizzare l’impatto ambientale in atmosfera della produzione di elettricità da centrali geotermiche. In alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili.
L’analisi mostra che la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “Carbon free” come fin qui dichiarato in base alla letteratura menzionata nell’introduzione. Sebbene il Potenziale di Tossicitàper l’Uomo (HTP) non fornisca valori preoccupanti, le emissioni di gas serra sono in alcuni casi generalmente più alte di quelle prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni casi non molto lontane dai valori di centrali a carbone.
Inoltre il Potenziale di Acidificazione (ACP) dell’elettricità prodotta dalle centrali geotermiche considerate qui è 2,2 volte maggiore rispetto alle centrali a carbone. Nel caso del campo geotermico di Bagnore questa differenza aumenta di un fattore 4,4 ed è circa 28 volte più elevata dell’ACP di una centrale a gas naturale.
L’ovvia incompatubilità fra la produzione di elettricità da fonte geotermica e le emissioni da processi naturali attraverso cicli geologici di lungo periodo (che pongono i gas contenuti nei fluidi geotermici a contatto con l’atmosfera) non può essere ignorata. Perciò è necessario sviluppare appropriate tecnologie in grado di riconciliare le centrali geotermoelettriche con il carattere rinnovabile della risorsa energetica.
Mentre è certo che, al momento attuale, il ciclo binario non è la migliore soluzione dal punto di vista dei costi e dell’efficienza, l’idea di considerare la minimizzazione degli impatti (attraverso la completa reiniezione dei fluidi incondensabili all’interno del serbatoio) è necessariamente una strada promettente sulla base di considerazioni ambientali, per le centrali geotermiche del futuro.”
In ogni caso il profitto finanziario non può essere il principale criterio nel processo decisionale per lo sviluppo di centrali geotermiche nell’area dell’Amiata.

 

Post Scriptum:
Tempo di elezioni. Negli ultimi giorni leggiamo di prese di posizione da parte di vari candidati sulle centrali geotermiche: qualcuno che prima era a favore, oggi è diventato antigeotermico, altri continuano a difendere a spada tratta le centrali amiatine ed avversare le centrali del Brunello, qualcuno è favorevole purchè sia garantita la salute, come dire ‘sì alla guerra purchè non muoia nessuno’, qualcun altro continua a menare il can per l’aria pensando che se si chiede ‘con educazione’ magari l’enel ci farà centrali più salutari ed altri ancora supercazzolano come fosse antani…
A tutti vogliamo dire, di fronte ai cittadini (elettori):
I DATI CI SONO, LI ABBIAMO PUBBLICATI, VE LI ABBIAMO CONSEGNATI, SE ANCORA NON AVETE UNA OPINIONE E’ GRAVE E FORSE SARA’ MEGLIO NON AVERVI TRA I FUTURI AMMINISTRATORI;
SE LI CONOSCETE ED AVETE UN’OPINIONE SARA’ BENE CHE LA FACCIATE CONOSCERE AFFINCHE’ I CITTADINI SIANO MESSI IN CONDIZIONE DI SCEGLIERE E SAPERE COSA FARANNO LE PROSSIME AMMINISTRAZIONI IN MERITO ALLE CENTRALI GEOTERMICHE.

“436/2014”, l’altra sentenza del TAR che smaschera la Regione su Bagnore 4

ROSSI_TORNI A BORDOAnalogamente alla sentenza dello stesso TAR del gennaio us, che annullava l’autorizzazione per la centrale Enel di Bagnore 4 (leggi QUI e QUI), il 7 marzo è stata depositata la seconda sentenza che conferma i sotterfugi e le inadempienze della Regione nella ‘fretta’ di rilasciare la stessa autorizzazione.
Per qualificare tale operato della Regione basti citare un passo della sentenza (n.436/2014):

“…Il provvedimento autorizzatorio si palesa dunque viziato sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto di presupposti e di motivazione, mancando le condizioni normativamente prescritte per il rilascio dell’autorizzazione unica, senza che siano state esternate le ragioni per le quali si è ritenuto di prescindere dalla puntuale verifica dell’ottemperanza delle prescrizioni impartite in sede di VIA, con un evidente sconfinamento dei poteri attribuiti dalla legge all’autorità amministrativa…”.

Eppure qualcuno ha liquidato la questione dicendo che si tratta solo di problemi burocratici, come se la salute e l’ambiente fossero una questione di timbri…

Terremoto a Piancastagnaio. ‘Excusatio non petita’ del sindaco Agnorelli e della Regione Toscana

sismi_1982-2009_fonte_enelIl PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia (le dichiarazioni di Agnorelli e della Regione sono riportate in fondo al nostro precedente comunicato)

SOS geotermia non può che rimanere sconcertata dinnanzi alla risposta del Sindaco di Piancastagnaio che per la prima volta “si è sentito chiamato in causa”, quali fosse un addetto Enel (che invece non ha risposto) di fronte a chi chiedeva rassicurazioni in merito al possibile collegamento fra i terremoti verificatisi a Piancastagnaio lo scorso 16-17 marzo, e l’attività di sfruttamento operata dall’Enel nel nostro territorio.

Le perplessità sollevate dai Comitati traggono fondamento dalle osservazioni di esperti di fama internazionale che da sempre (e non ultimo il 5 marzo 2014 presso la sala Mercede della camera dei deputati ove si è tenuto il convegno organizzato dalla rete No Geotermia Elettrica, Speculativa, inquinante) hanno ribadito che terremoti come quelli verificatisi a Piancastagnaio, aventi profondità dell’ipocentro a solo 1300 metri, in prossimità del centro abitato e vicini a pozzi di trivellazione siano inquadrabili in eventi di sismicità indotta.

Il sindaco si lancia anche in conclusioni che, se non fossero drammatiche, sarebbero comiche:se ci sono tanti altri terremoti in Italia anche dove non ci sono trivellazioni, è normale che ci siano anche in Amiata; come dire tutto: è regolato dal Caso e dal Destino.

Vista la sua competenza, il Sindaco magari potrà anche spiegare la normalità dei numerosi sismi rilevati proprio dall’Enel e concentrati, sempre per il Caso (ci mancherebbe), a Piancastagnaio e S.Fiora/Arcidosso di cui alleghiamo una mappa tratta dagli studi di impatto ambientale delle centrali ENEL in Amiata.

Cosa grave è che il Sindaco, nella sua esplicita difesa dell’attività dell’Enel, purtroppo viene appoggiato dalla Regione la quale, a sua volta crede di riuscire a tranquillizzare la cittadinanza asserendo che “Gli esperti consultati dalla Regione” (quali??) affermano che l’ evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’ Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente».

Sos geotermia rileva come purtroppo sia ormai accertato e accettato dalla comunità scientifica che la produzione di energia geotermica comporti un aumento del rischio sismico e sia causa di terremoti anche in zone classificate a bassa sismicità, e ricorda come l’Amiata sia da sempre citata come esempio negativo di sismicità indotta (vedasi ad es. le dichiarazioni ufficiali inerenti ad uno studio condotto dall’Osservatorio Vesuviano: la reiniezione ad alta pressione di fluidi in un sottosuolo già instabile naturalmente è una operazione che causa una sismicità indotta come è notoriamente risaputo per gli eventi avvenuti nella zona del Monte Amiata in Toscana e in Svizzera”; ed ancora le osservazioni dell’ing.Marco Mucciarelli, del Centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, il quale in più occasioni ha ribadito che il “terremoto dell’1 aprile 2000 al monte Amiata, di magnitudo 4.5, profondo 2 chilometri, fa supporre si tratti di un sisma legato allo sfruttamento geotermico dell’area».

Ci chiediamo perché il Sindaco Agnorelli in questi casi non si sia mai sentito chiamato in causa e non abbia mai ribattuto di rispondere a simili paragoni; perché non ha ritenuto di chiamare “allarmisti”, l’lNVG o il dott. Mucciarelli dell’INOGS, come fa invece con Sos Geotermia, accusandoci di “rovinare il territorio”? Perché non “sfrutta le sue risorse e le sue energie” per chiedere un monitoraggio continuo e costante alla Regione, monitoraggio che tra l’altro, malgrado gli impegni, non è stato predisposto?

In particolare non sappiamo quali possano essere i soggetti “esperti” sentiti e dal Sindaco Agnorelli e dalla Regione per prodigarsi in dichiarazioni così rassicuranti, visto che il Comitato Tecnico per la Geotermia in Amiata (CTGA) dopo due anni di lavoro ha terminato con un nulla di fatto e non ci risulta che i suoi esponenti, fra i quali il prof. Andrea Borgia e il prof. Giuseppe De Natale (dirigente di ricerca dei sistemi vulcanici e Geotermia del’INVG Sez. Napoli), siano stati interpellati.

Al contrario il prof. Borgia, esprimendosi sull’articolo di rassicurazione della Regione Toscana ritiene che “nessuno può affermare che il sisma registrato non sia indotto o innescato dallo sfruttamento geotermico fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha fatto e sta facendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi, estrazione di vapore, pressioni, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlate.” Continua il prof.:“Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare l’ipocentro del terremoto con sufficiente approssimazione. Occorrerebbe avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di 2-3 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà l’ipocentro. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero prendere in seria considerazione di richiedere al gestore di valutare l’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti!”

Ancora una volta quello che viene richiesto dagli esperti e da Sos Geotermia è l’applicazione del “principio di precauzione” che si applica in tutta Europa (ma l’Amiata è ancora in Europa?): non potendo “escludersi” la correlazione fra lo sfruttamento geotermico e l’evento sismico, si deve presumere, in via cautelativa, che tale correlazione vi sia e quindi occorre porre in essere tutte quelle misure che sono necessarie ad evitarla, prima fra tutte la moratoria e l’immediata sospensione dell’attività di estrazione dei fluidi e la relativa reiniezione.

Il principio di precauzione cioè non è “nel dubbio, pro-reo” bensì “nel dubbio, pro-ambiente e salute”.

Paradossale infine il fatto che il Sindaco di Piancastagnaio Voglia sminuire l’episodio di fuoriuscita di gas verificatosi nell’abitazione di un pianese, tenuto conto del fatto che la fuoriuscita di non meglio “individuati gas” non è stata ancora esaustivamente spiegata (vedasi nota Sindaco 7.2.14 con il quale, invitando il privato a fare egli stesso ed a proprie spese, i monitoraggi e le analisi, testualmente afferma “non essendo possibile risalire alle cause dell’episodio verificato”).

Noi non abbiamo dimenticato, e non dovrebbe farlo neanche il Sindaco Agnorelli, le emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese (fatto questo ultimo per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò) e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni, e vorremmo avere rassicurazioni e certezze che tali eventi non si ripetano.

Ma la cosa più strana è che, nel silenzio di chi dovrebbe sentirsi chiamato in causa, cioè l’Enel, risponda un amministratore del PD che invece dovrebbe avere tutto l’interesse a chiedere conto proprio all’Enel di che cosa stia realmente avvenendo nel campo geotermico; questo stesso amministratore tra l’altro, così come la sua coalizione, deve ancora rispondere “scientificamente” alle interpellanze ed alle diffide dei Comitati sul perché, ad esempio, oltre ai terremoti, ad un calo dell’acquifero superficiale e al suo inquinamento, si registrino dati sanitari così allarmanti soprattutto nel comune di Piancastagnaio, non essendo affatto sufficiente attribuire gli aumenti di patologie correlabili a fattori ambientali, alle cattive abitudini dei cittadini amiatini ed in particolare di quelli Pianesi, presunzione tra l’altro smentita dagli stessi studi “ufficiali”.

Dispiace anche che l’Agnorelli si sia sempre sottratto al confronto con i Comitati (singolare e qualificante la sua assenza, e quella della sua giunta, ai vari convegni via via organizzati dai Comitati alla presenza di esperti imparziali) e mentre non ci meraviglia la tempestività e lo zelo della risposta della Regione, che comunque deve difendere il proprio operato avendo concesso una VIA ed autorizzazioni su dati per noi non rassicuranti o comunque non scientificamente “certi”, non pensavamo che il Sindaco Agnorelli si spingesse così in là e la sua ‘excusatio non petita’ non lascia alcun dubbio sul fatto che egli non sia imparziale sul tema degli effetti dello sfruttamento geotermico sul territorio.

Ricordiamo all’Agnorelli, qualora la cosa gli fosse sfuggita, che le perplessità dei Comitati che tanto critica sono stati oggetto dell’interpellanza n. 146 presentata il 27.12.13 alla Camera dai deputati dall’On. Zaccagnini ed altri e nella quale (per la parte relativa ai terremoti) si chiede ai Ministeri competenti se “tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata; se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente.

Vogliamo comunque comunicare al Sindaco Agnorelli e alla ‘lontana’ Regione Toscana che malgrado le loro difese d’ufficio della geotermia targata Enel, le obiezioni e le più o meno velate minacce, noi continueremo la nostra opera di informazione e mobilitazione contro lo sfruttamento, oggi pressoché incondizionato, della nostra montagna; per quanto lo riguarda il Sindaco dovrebbe avere il pudore di lasciare che l’Enel si difenda da sé e cercare invece di onorare il ruolo istituzionale che ancora ricopre e che lo vede responsabile in prima persona della salute pubblica e del territorio che ha governato da 10 anni.

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Contropiano del 26 marzo 2014
Terremoto a Piancastagnaio. Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia
…segue ns. comunicato

GoNews del 25 marzo 2014
Terremoti e attività dell’Enel, l’affondo di SOS Geotermia Amiata: “La produzione di energia comporta l’aumento del rischio sismico”
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 25 marzo 2014
“SISMA A PIANCASTAGNAIO: ‘EXCUSATIO NON PETITA’ DEL SINDACO”
Sos Geotermia: “Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia”
…segue ns. comunicato

Aletheia online del 25 marzo 2014
La Terra trema sull’Amiata. Geotermia sotto accusa, ma il sindaco difende la centrale Enel
…segue ns. comunicato

Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi

 

ombrello rosso monticelliLa terra ha tremato ancora sul monte Amiata, ma fortunatamente senza gravi conseguenze, né danni  per persone e cose. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.5 è stata registrata domenica 16 marzo dall’INGV alle ore 20,37 nell’area di Piancastagnaio con ipocentro ad una profondità di 1,3 km. La scossa è stata avvertita dalla popolazione, che si è molto spaventata ed è scesa in strada. Alla scossa principale sono seguite altre due, più lievi, rilevate dal sistema ISIDe.
La profondità di 1,3 chilometri in cui è stato localizzato l’epicentro rimanda immediatamente a quella materia sulla  sismicità indotta e/o innescata nel campo geotermico (di Piancastagnaio), di cui gli esperti parlano da tempo, ma che  localmente costituisce ancora oggi un ‘tabù’, coperto da silenzio, soprattutto da parte delle autorità, ma che avevamo portato all’attenzione dei cittadini nel Convegno del 17 settembre scorso ad Arcidosso .
Ci chiediamo e chiediamo alle autorità preposte ai controlli: cosa sta succedendo nell’area geotermica di Piancastagnaio? quali attività l’Enel sta conducendo? cosa stanno facendo i Sindaci, l’Arpat, la Regione a seguito degli eventi sismici?
Sappiamo che la sismicità può essere innescata da varie cause. Il mondo scientifico, da almeno mezzo secolo, afferma che la estrazione e la reiniezione di fluidi nel sottosuolo generano terremoti anche di entità rilevante. “Non fa eccezione la geotermia”, ha più volte sostenuto il vulcanologo Andrea Borgia, nel ricordare che “Enel stessa nel SIA di Bagnore 4 e del Piano di riassetto di Piancastagnaio riporta come la maggior parte i terremoti originino nei campi geotermici o nelle aree immediatamente limitrofe a questi”.
E non si stanca di ripetere quanto sia di primaria necessità la realizzazione di una rete sismica, “per un monitoraggio della durata di almeno un anno, con almeno 10 stazioni a tre componenti  e a banda larga” prima di dare qualunque concessione geotermica, come ha recentemente illustrato a Roma, durante il convegno di Montecitorio, in occasione della giornata di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica che abbiamo organizzato, il 5 marzo us, come ‘Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica’.
In base ai dati a disposizione, è naturale chiedersi se la crisi sismica appena accaduta sia innescata dallo sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio su faglie criticamente stressate e l’epicentro sembra non essere distante dalla zona dove tra dicembre e gennaio scorsi erano state percepite fuoriuscite di gas nelle case. Ed è naturale chiedersi se i due fenomeni possano essere connessi, così come sarebbe naturale che le autorità preposte forniscano al riguardo e quanto prima  tutte le risposte e rassicurazioni del caso.
Di “geotermia e sismicità indotta” si è molto occupato anche il Prof. dell’OGS di Trieste Marco Mucciarelli, il quale ha recentemente  enunciato che “la probabilità di indurre terremoti aumenta con il differenziale di pressione e temperatura” e “poiché la pressione dipende anche dalla permeabilità, la probabilità di indurre terremoti aumenta con la compattezza delle rocce”.
In pochi territori, tra cui quello amiatino, viene negata o sottaciuta l’importanza di eseguire specifici monitoraggi per rilevare la sismicità indotta, che può raggiungere localmente i valori di quella “naturale” (5 – 5,5 Richter nell’area dell’Amiata) ma con effetti molto pesanti nelle zone epicentrali a causa della limitata profondità a cui solitamente si manifestano tali fenomeni. La regione Emilia Romagna, per esempio, ha richiesto che una ricerca del genere venisse effettuata ‘prima’ del rilascio della autorizzazione per l’impianto geotermico di Casaglia, mentre in Amiata, all’interno concessione geotermica di Bagnore, non è prevista nessuna stazione sismica!
Oltre alla realizzazione di una rete con dati pubblici, altre misure raccomandate dagli esperti sismologi sono: i confronti compiuti con la accelerazione attesa per la sismicità naturale; le indagini specifiche sulla sicurezza sismica di tutti gli edifici; le polizze assicurative da stipulare in favore di chi dovesse subire danni.
Alla luce delle evidenze scientifiche e le misure oggettivamente insufficienti alla prevenzione e controllo dell’attività sismica indotta dagli impianti geotermici amiatini, non possiamo che ribadire la richiesta di una moratoria immediata di ogni attività per una verifica della compatibilità di questi impianti anche con la struttura del monte Amiata.

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Il Cittadino online del 22 marzo 2014
GEOTERMIA E SISMICITÀ: IL PARERE DEL VULCANOLOGO
Andrea Borgia conferma l’ipotesi di una relazione tra i fenomeni
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Tra i tanti pareri raccolti a proposito della possibilità di un collegamento tra le scosse telluriche registrate domenica scorsa nell’Amiata e l’attività geotermica dell’Enel, ospitiamo l’intervento del professor Andrea Borgia, che non ha solo l’autorevolezza dello studioso di vulcanologia e geotermia a livello internazionale ma che può vantare anche l’esperienza diretta in Amiata, avendo studiato il fenomeno dietro incarico della Comunità Montana Amiata Zona Senese e del Comune di Piancastagnaio.
“La posizione che si dice essere della Regione, e cioè che non vi è correlazione tra terremoto ed attività di sfruttamento del campo geotermico, è quantomeno assurda oltre che espressa da incompetenti, e quindi non posso ritenere che sia né vera né possibile. Nessuno può affermare che il sisma registrato domenica sera e le molte scosse successive non siano indotte o innescate dallo sfruttamento geotermico, fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha condotto negli ultimi sei mesi e che sta conducendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi per la dissoluzione di sali precipitati, estrazione di vapore, registrazione delle pressioni a livello del campo geotermico ed a boccapozzo, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlabili ai terremoti avvenuti. Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite da vari cittadini tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare gli ipocentri dei terremoto indotti dallo sfruttamento geotermico con adeguata approssimazione. Occorrerebbe, infatti, avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di circa 2 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà tali ipocentri. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero pretendere dal gestore la valutazione dell’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti”.
Ricordiamo per inciso che il professor Borgia non è l’unico a sostenere l’ipotesi di una relazione tra attività geotermica e sismi. Tale possibilità ha trovato altri riscontri scientifici; citiamo tra i tanti la conclusioni dei professor Mucciarelli, dell’Università della Basilicata, che indicò l’origine indotta del terremoto del 1 aprile 2000 di Piancastagnaio e che è stato relatore insieme a Borgia in un convegno sul tema “geotermia-sismicità” svoltosi nel settembre scorso ad Arcidosso, già oggetto della nostra attenzione.

Il Tirreno del 21 marzo 2014
Geotermia e sisma La Regione replica «Non c’è relazione»
SANTA FIORA «Sono oltre dieci anni che l’area amiatina è tenuta sotto controllo per ciò che riguarda l’attività sismica. Da questo punto di vista è sempre possibile fare di più e meglio, tanto che entro quest’anno abbiamo in programma di far partire un nuovo specifico progetto di studio. I cittadini devono quindi stare tranquilli circa il fatto che sia la Regione che gli altri enti interessati, a partire dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, stanno monitorando tutti i fenomeni che si registrano nelle aree interessate dall’attività geotermica, sia in quelle cosiddette tradizionali che quelle amiatine, tenendo conto che siamo su un vulcano, naturalmente soggetto a questo tipo di attività». La Regione Toscana risponde in questo modo alle preoccupazioni sollevate dai comitati ambientalisti in seguito alla scossa di 2,5 gradi di magnitudo registrata domenica scorsa con ipocentro a Piancastagnaio. Gli esperti consultati dalla Regione affermano che l’evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente». La Regione ricorda inoltre che fin dal 2003 sono attive sull’Amiata 5 stazioni di rilevazione dei fenomeni, 3 gestite dall’Ingvi (a San Casciano dei Bagni, Arcidosso e Latera) e 2 gestite dalla protezione civile nazionale (Piancastagnaio e San Casciano dei Bagni). Entro l’anno la Regione conta di aggiungere a queste postazioni fisse una rete di stazioni mobili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 120mila euro in tre anni. Serviranno a garantire il loro funzionamento. L’intento è quello di continuare a tenere sotto controllo l’evoluzione sismica del territorio. «Giova infine ricordare – conclude la Regione – che nell’area di Santa Fiora è presente da molti anni una stazione di monitoraggio geochimico delle acque profonde che fa parte delle rete geochimica toscana ed è finalizzata a rilevare eventuali anomalie di alcuni parametri delle acque per metterli in correlazione con significativi eventi sismici. Da oltre un decennio sempre nella stessa area sono attive le azioni di prevenzione sismica promosse e cofinanziate dalla Regione per circa 3,2 milioni di euro».

La Nazione del 21 marzo 2014
AMIATA La Regione investe 120 mila euro in stazioni mobili per monitorare l’attività sismica
«SONO OLTRE dieci anni che l’area amiatina è tenuta sotto controllo per ciò che riguarda l’attività sismica. Da questo punto di vista è sempre possibile fare di più e meglio, tanto che entro quest’anno abbiamo in programma di far partire un nuovo specifico progetto di studio. I cittadini devono quindi stare tranquilli circa il fatto che sia la Regione che gli altri enti interessati, a partire dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, stanno monitorando tutti i fenomeni che si registrano nelle aree interessate dall’attività geotermica, sia in quelle cosiddette “tradizionali” che quelle amiatine, tenendo conto che siamo su un vulcano, naturalmente soggetto a questo tipo di attività». La Regione Toscana risponde in questo modo alle preoccupazioni sollevate dai comitati ambientalisti in seguito alla scossa di 2,5 gradi di magnitudo registrata domenica sera con ipocentro a Piancastagnaio. La Regione ricorda inoltre che fin dal 2003 sono attive sull’Amiata 5 stazioni di rilevazione dei fenomeni. Entro l’anno la Regione conta di aggiungere a queste postazioni fisse una rete di stazioni mobili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 120.000 euro in tre anni.

Il Cittadino online del 20 marzo 2014
Agnorelli: “A proposito di geotermia e terremoti…”
Le riflessioni del sindaco di Piancastagnaio sul tema
PIANCASTAGNAIO. In riferimento agli articoli di questi giorni relativi alla scossa di terremoto di domenica scorsa ed alla relativa nota stampa di “S.O.S. Geotermia”, vorrei offrire alcune riflessioni.
I terremoti e l’Amiata: anche chi è competente ed esperto non riesce, purtroppo, a spiegare compiutamente gli eventi sismici ma comunque, tralasciando la storia e limitandosi alla cronaca, andando sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e leggendo la cronologia degli eventi sismici di domenica scorsa, si potrà vedere che i terremoti sono distibuiti in tutta la penisola e
non solo nei territori geotermici. Le tredici scosse di magnitudo superiore a 2.0 registrate in Italia il 16 Marzo vanno dal Golfo di Augusta all’Appennino Forlivese, dalle Alpi Cozie alla costa calabra passando, appunto, dall’Amiata.
Collegamento tra terremoti ed altri fenomeni: nella nota del Comitato si parla di “fuoriuscite di gas nelle case” a Piancastagnaio nel periodo dicembre gennaio. Non è assolutamente vero! C’è stata la segnalazione di un solo cittadino e, in seguito alle relative verifiche fatte dai Vigili del Fuoco il 22 ed il 24 Gennaio per “presunta fuga di gas”, ai controlli strumentali ed a successivi campionamenti dell’aria, non è stato evidenziato nessun pericolo ma un probabile episodio legato a problematiche createsi in condotte fognarie.
Vorrei quindi far presente che, al di là dell’ennesimo tentativo di strumentalizzare avvenimenti di varia natura, dopo dieci anni di polemiche sull’attività geotermica, che noi abbiamo cercato di regolare e migliorare, quello che è per me insopportabile è lo stato di falso allarme che si vuol incutere ai nostri cittadini, le continue minacce e la paura che si vuol trasmettere, le motivazioni più assurde mascherate da risposte scientifiche ma che di scientifico non hanno niente. In questo modo, oltre che a falsare un giusto dibattito si contribuisce a penalizzare ancora di più i nostri territori.
Il sindaco Fabrizio Agnorelli

Il Tirreno del 19 marzo 2014
«Geotermia e terremoti: dateci risposte»
Dopo la scossa sull’Amiata gli ambientalisti tornano a chiedere un monitoraggio: «Lo sfruttamento può favorire sismicità» SANTA FIORA Torna a tremare la terra sul monte Amiata e trema anche l’associazione ambientalista Sos geotermia, contraria allo sfruttamento della geotermia in Amiata. L’associazione, che raccoglie diversi comitati locali, da tempo sostiene che ci sia un nesso tra l’attività di estrazione del vapore geotermico e il verificarsi di terremoti. La scossa, di magnitudo 2.5, è stata registrata domenica dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 20.37 nell’area di Piancastagnaio con ipocentro a una profondità di 1,3 chilometri. «La scossa – spiega Sos geotermia – è stata avvertita dalla popolazione, che si è molto spaventata ed è scesa in strada. Alla scossa principale sono seguite altre due, più lievi, rilevate dal sistema Iside. La profondità di 1,3 chilometri in cui è stato localizzato l’epicentro rimanda immediatamente a quella materia sulla sismicità indotta e/o innescata nel campo geotermico di Piancastagnaio, di cui gli esperti parlano da tempo, ma che localmente costituisce ancora oggi un tabù, coperto da silenzio, soprattutto da parte delle autorità, ma che avevamo portato all’attenzione dei cittadini nel convegno del 17 settembre scorso ad Arcidosso». Sos geotermia torna dunque a chiedere alle autorità preposte ai controlli: «Cosa sta succedendo nell’area geotermica di Piancastagnaio? Quali attività l’Enel sta conducendo? Cosa stanno facendo i sindaci, l’Arpat, la Regione a seguito degli eventi sismici?» La sismicità può essere innescata da varie cause. «Il mondo scientifico da almeno mezzo secolo afferma che la estrazione e la reiniezione di fluidi nel sottosuolo generano terremoti – spiega Sos geotermia – anche di entità rilevante. “Non fa eccezione la geotermia”, ha più volte sostenuto il vulcanologo Andrea Borgia, nel ricordare che “Enel stessa nel Sia di Bagnore 4 e del Piano di riassetto di Piancastagnaio riporta come la maggior parte i terremoti originino nei campi geotermici o nelle aree immediatamente limitrofe». Borgia reputa anche di primaria necessità realizzare una rete sismica per un monitoraggio di almeno un anno prima di dare concessioni geotermiche. «In base ai dati a disposizione – dice Sos geotermia – è naturale chiedersi se la crisi sismica appena accaduta è probabilmente innescata dallo sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio su faglie criticamente stressate; l’epicentro sembra non essere distante dalla zona dove tra dicembre e gennaio scorsi erano state percepite fuoriuscite di gas nelle case. Ed è naturale chiedersi se i due fenomeni possano essere connessi, così come sarebbe naturale che le autorità preposte forniscano quanto prima risposte e rassicurazioni». Risposte che Sos geotermia lamenta di non ricevere. «In pochi territori, tra cui quello amiatino, viene negata o sottaciuta l’importanza di eseguire specifici monitoraggi per rilevare la sismicità indotta. La regione Emilia Romagna, per esempio, ha richiesto che una ricerca del genere venisse effettuata prima del rilascio della autorizzazione per l’impianto geotermico di Casaglia, mentre in Amiata, all’interno concessione geotermica di Bagnore, non è prevista nessuna stazione sismica». Oltre alla rete con dati pubblici, Sos geotermia fa presente che gli esperti suggeriscono indagini specifiche sulla sicurezza sismica degli edifici e polizze assicurative da stipulare in favore di chi dovesse subire danni. E torna a chiedere una moratoria di ogni attività geotermica. (f.f.)

Il Cittadino online del 18 marzo 2014
Terremoti in Amiata: Sos Geotermia si preoccupa
“Sottovalutati i nostri allarmi” dice il comitato
…segue ns. comunicato

PrimaPagina online del 18 marzo 2014
SOS GEOTERMIA: ” ANCORA TERREMOTI SUL MONTE AMIATA, SOTTOVALUTATI I NOSTRI ALLARMI”
…segue ns.comunicato

Contropiano del 18 marzo 2014
“Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

GoNews del 18 marzo 2014
Sos geotermia: “Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

MaremmaNews del 18 marzo 2014
Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi
Intervento degli esponenti S.O.S Geotermia Amiata
…segue ns.comunicato

OkSiena del 18 marzo 2014
SOS GEOTERMIA: “LA TERRA HA TREMATO ANCORA SULL’AMIATA, ALLARME INASCOLTATO”
…segue ns.comunicato

AntennaRadioEsse del 18 marzo 2014
SOS Geotermia Amiata: “Terremoti, sottovalutati nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

Roma, 5 marzo 2014. La mobilitazione contro la geotermia elettrica -video, foto-

20140305_rm convegno geotermia camera_34Si è tenuta a Roma il 5 Marzo la giornata di mobilitazione indetta dalle Rete Nazionale contro la Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante, con un convegno, una manifestazione di fronte al Parlamento ed una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati.
Scopo della giornata era quello di aprire un dialogo con il governo su tema della geotermia. In quanto il modo di procedere delle iniziative governative in questo settore presenta delle obiettive criticità che stanno creando forti critiche, disagio e risentimento nelle popolazioni interessate. Ed un rinnovato interesse critico da parte del mondo scientifico.
Il convegno, presso la Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di un folto pubblico, tra cui esponenti dei comitati laziali, umbri, toscani e sardi. Parlamentari, sindaci, amministratori, esperti, esponenti dei Ministeri e degli enti interessati, rappresentanti dei media.
Dalle numerose relazioni presentate al convegno da parlamentari, amministratori, comitati ed illustri esponenti del mondo scientifico, sono emersi alcuni punti importanti e precise richieste al Governo.
Il piano governativo di espansione e sviluppo della geotermia, varato nel 2010 dal governo Berlusconi, presenta una serie di problematiche gravi che non sono state sufficientemente considerate dalle istituzioni governative. Ma che nel contempo, visto il moltiplicarsi di richieste di nuovi impianti e di permessi di ricerca, stanno suscitando serissime preoccupazioni nelle popolazioni e da parte di qualificati ambienti scientifici.
Il principale problema da affrontare è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Infallibilità della Geotermia. Secondo il quale la geotermia è sempre di per sé Pulita, Rinnovabile, Sostenibile.
Un dogma alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi senza discussioni o veri approfondimenti.
La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece con tutta evidenza che questo dogma è inaccettabile, e che non può guidare l’azione del Governo, in quanto la geotermia non è affatto sempre pulita, rinnovabile e sostenibile. Ma lo è solo a determinate condizioni, che dipendono dalla tecnologia impiegata e dalle specificità del territorio nel quale la si vuole usare. Ogni caso va esaminato a parte, con appropriata attenzione e grandissime cautele.
Alcune vecchie tecnologie, come quella FLASH, ad alta entalpia, con emissioni a cielo aperto, usata sul Monte Amiata, ha dato abbondanti prove di essere del tutto nefasta per i cittadini di quelle zone e per l’ambiente. Inducendo sensibili aumenti nei livelli di malattia e di mortalità, e trasformando un paradiso naturale in un incubo con livelli di inquinamento pari ai peggiori d’Italia.
Mentre le nuove tecnologie a ciclo chiuso, binarie a media entalpia, pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità:
·    bassissimo rendimento, a fronte di enormi incentivi governativi,
·    presentano seri rischi nelle zone ad alta sismicità,
·    possono creare fenomeni di subsidenza,
·    mettono a rischio i bacini idropotabili,
·    presentano forti impatti sul territorio, sulle economie locali, sul paesaggio di zone di pregio e spesso a vocazione turistica e agricola
·    impiegano pochissimo personale, ed in determinate zone la loro presenza mette a rischio attività produttive locali che impiegano molti più addetti.
Studi scientifici importanti cominciano ad evidenziare questi problemi, dei quali occorre tenere conto. Anche perché le popolazioni locali sono sempre più informate di queste criticità. E sempre più preoccupate.
La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi.
Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formalistico la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra i quali quello delle popolazioni coinvolte.
Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali.  Dove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle dei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese.
Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma è di tutta evidenza che non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi:
·    il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili;
·    le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda;
·    gli impianti FLASH con emissioni in aria ogni giorno avvelenano l’ambiente e i cittadini, mentre quelli proposti a ciclo binario presentano criticità pesanti ed hanno rendimenti bassi, a fronte di elevatissimi incentivi pagati in bolletta dai cittadini e dalle imprese.
Questi incentivi e questa fretta appaiono nella situazione attuale del tutto inappropriati e forzosi. A meno che la fretta e gli incentivi non servano esclusivamente a favorire circuiti industriali dotati di forti connessioni politiche, come dimostrano i continui e pesanti interventi di modifica legislativa favorevoli agli imprenditori geotermici. Interventi spesso in palese contrasto con i regolamenti parlamentari, con la Costituzione e con le normative europee.
Questo noi cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possono accettare.
Per tutti questi motivi dal convegno e dalla giornata di mobilitazione emerge una richiesta al governo:
una Moratoria con sospensione del Piano Geotermico e dei relativi incentivi che consenta di:
·    ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico;
·    valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie; ed adeguare la normativa in modo conseguente;
·    mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili.
La richiesta viene rivolta ad un Governo che ha tutto l’interesse ad evitare spese inutili, affrettate, dannose e che pesano direttamente sui bilanci di cittadini e imprese già duramente provati dalla crisi.

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TERZA PARTEQUARTA PARTE

RETE NAZIONALE NO GEOTERMIA ELETTRICA